Via libera dell’authority alle sfide a due, salvo «la garanzia della maggioranza di liste rappresentante in parlamento». A disposizione dei leader anche lo studio di Enrico Mentana, che ha proposto due serate di scontri all’americana. Il rischio per Bruno Vespa, però, è che non aderiscano abbastanza forze politiche
L’Agcom ha dato il proprio via libera all’organizzazione dei duelli televisivi in vista delle elezioni europee in Rai. Bruno Vespa potrà ospitare, due alla volta, i leader dei partiti. Dunque non solo Giorgia Meloni ed Elly Schlein: l’emittente, secondo l’authority, deve garantire «parità di trattamento» a tutti i soggetti politici, offrendo «a tutti la medesima opportunità di confronto».
Inoltre, si legge ancora nel comunicato di Agcom, «il Consiglio dell’Autorità ritiene che le trasmissioni dedicate al confronto possano considerarsi legittime ove il relativo format sia accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento». Dunque «eventuali spazi compensativi per coloro che dovessero rinunciare al format dei confronti dovranno essere organizzati nel rispetto dei principi previsti dalla citata normativa e in particolare del principio delle stesse opportunità di ascolto».
Si è tenuto conto delle polemiche arrivate e delle normative che regolano il pluralismo, il 4 del regolamento della vigilanza e il 7 del regolamento dell’Agcom, ma la decisione definitiva è che il confronto a due, se non esclusivo, si può tenere. Una decisione che implica che il duello tra Schlein e Meloni si potrà tenere solo se sarà garantito lo stesso spazio anche agli altri leader.
L’invito di Mentana
Intanto, agita il dibattito l’invito di Enrico Mentana. Il direttore del TgLa7 ha proposto a tutti i partiti di organizzare due confronti “all’americana”, quindi con più concorrenti che si sfidano di fronte a un intervistatore: prima un giro dei partiti più piccoli e poi una seconda serata con le formazioni più grandi. L’offerta rompe lo schema che avevano immaginato gli staff di FdI e Pd che contavano su una situazione di favore per le loro campionesse.
Il rischio è però che possa sembrare un’offerta appetibile per alcuni dei leader che hanno già dato forfait all’ex direttore del Tg1: su tutti, Giuseppe Conte – che ha già invitato pubblicamente Meloni la confronto su La7 – e Antonio Tajani, oltre a Carlo Calenda. Mentre chiaramente per Pd e FdI la proposta di Mentana non è percorribile per motivi diversi: a Schlein serve la consacrazione a principale avversaria di Meloni, mentre la premier non può accettare una sfida in uno studio che non sia del servizio pubblico.
In mattinata la Rai aveva inoltrato all’Agcom la propria proposta di schema per gli incontri. Una serie di duelli in prima serata. Per chi rinuncia, la possibilità di rifarsi con un’intervista singola in seconda serata. Una proposta che non sarebbe rispettosa delle norme Agcom: se non ci fosse una rappresentanza di almeno il 50 per cento dell’elettorato, insomma, il duello non sarebbe ammesso.
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