Alessandro Amadori, adesso, sembra un passante. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è già pronto a disconoscere lui l’iniziativa “Educare alle relazioni", tanto da smentire in maniera maldestra una consulenza avviata da novembre dello scorso anno con l’amico sondaggista, “assunto” - come già scritto da Domani - al ministero con una contratto a tempo pochi giorni dopo aver messo piede a viale Trastevere.

Anche la notizia del progetto da lui coordinato era circolata da tempo. Era stato annunciato a settembre e affidato proprio ad Amadori, autore del libro la guerra dei sessi in cui intitola un capitolo Il diavolo è donna. Il piano era insomma noto, come raccontano degli articoli della Stampa, pubblicato appunto a settembre, e da Repubblica in un altro articolo del 20 novembre. Altri siti specializzati spiegano come Amadori è anche a capo del progetto contro le molestie nelle scuole. Agli atti naturalmente non ci sono smentite, né rettifiche o precisazioni rispetto al ruolo assegnato ad Amadori che figurava come curatore.

Di fronte alle rivelazioni di Domani sulle tesi del docente ("anche le femmine sono cattive, sono come il diavolo”) , è scattata, da parte del ministro e dei giornali della destra, l’operazione damnatio memoriae. Amadori, chi? «Non c’è nessuna consulenza affidata a nessuno. C'è un progetto che è stato fatto, scritto dal dipartimento del ministero dell'Istruzione e del merito», ha risposto Valditara chi gli chiedeva un commento sulla vicenda. La colpa è degli altro casomai, lui non sapeva nulla. E se c’era, pensava ad altro. Con un ragionamento rilanciato dalla stampa più vicina al governo.
Amadori però è ben noto agli uffici del ministero dell’Istruzione e del Merito: dalla documentazione ufficiale Amadori risulta, fin dal 4 novembre 2022, nell’elenco degli ­«esperti o consulenti di alta professionalità o specializzazione» del dicastero di viale Trastevere.

Lo stipendio di Amadori al ministero

Insomma è diventato parte integrante del team di Valditara, appena quindici giorni dopo l’insediamento del governo Meloni. Un contratto firmato, addirittura, prima di tanti altri tecnici, assunti nelle vesti di consulenti nelle settimane e nei mesi successivi. Insomma, tutto lascia pensare che fosse una delle prime scelte del ministro. 

L’incarico al docente prevede una retribuzione di 80mila euro lordi all’anno. Nello specifico la mansione è relativa alla «promozione di progetti di miglioramento dei processi di apprendimento individuale e collettivo nel sistema scolastico, di progetti di partenariato, collaborazione e cooperazione internazionale in ambito formativo ed educativo, con particolare riferimento ai Paesi dell'Africa e ai relativi sistemi scolastici nazionali». Fuor di linguaggio burocratico, significa che può occuparsi di progetti sulla scuola, anche oltre i confini nazionali e continentali. Un perfetto curriculum per porsi al comandi di Educare alle relazioni, che ha messo insieme giuristi e psicologi per favorire la formazione.

Niente dimissioni di Amadori

E il diretto interessato, Amadori, cosa dice? «Non ho una consulenza, sono solo un consigliere del ministro Valditara e seguo alcuni progetti all'Istruzione sull'apprendimento», ha spiegato all’agenzia AdnKronos. Si prova a giocare sui termini per fare dei distinguo. Consulente no, collaboratore sì.
In ogni caso il docente ha ribadito che non lascerà il posto ottenuto a novembre dello scorso anno: «Dimissioni? Assolutamente no, se non c’è una richiesta del ministro Valditara». Amadori, peraltro, non ci pensa a fare passi indietro nemmeno rispetto alle tesi espresse nel suo libro: «Parlando di male e di cattiveria, dovremmo concentrarci solamente sugli uomini? Che dire delle donne? Sono anch'esse cattive? La nostra risposta è ‘sì’, cioè che anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo».

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