Commissario alla siccità. E perché no, adesso alle alluvioni. Nicola Dell’Acqua, veronese, una lunga carriera di incarichi in Veneto e a Roma, è l’ultimo nome spuntato tra i favoriti per il ruolo di commissario alla ricostruzione in Emilia-Romagna. L’uomo che dovrà gestire i due miliardi messi a disposizione dal governo Meloni, che però non si fida di «Schlein e compagni», per dirla con il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di FdI, Galeazzo Bignami. E allora occorre trovare qualcun altro, di fidato.

Dell’Acqua potrebbe essere la persona giusta. Agronomo, progettista di cave, discariche e bonifiche ambientali, fa il grande salto nel 2004 al ministero dell’Ambiente con Altero Matteoli, che lo nomina segretario dell’autorità di bacino nazionale del fiume Adige, riconfermato nel 2009 dalla ministra Stefania Prestigiacomo.

Alla corte di Bertolaso

A Roma, Dell’Acqua approda per restare. Nel 2008 con il governo Berlusconi entra nelle grazie di Guido Bertolaso, in quel momento il potente capo del dipartimento della protezione civile e il commissario pigliatutto alle emergenze, ma è anche sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’emergenza rifiuti in Campania. Bertolaso lo nomina capo missione “aree siti ed impianti”, ruolo chiave per la gestione dell’emergenza che ha messo in seria difficoltà i governi Berlusconi.

Quindi lo vuole accanto anche al G8 alla Maddalena (Dell’Acqua è soggetto attuatore del completamento delle opere necessarie allo svolgimento del summit) che però, in seguito al drammatico terremoto del 6 aprile 2009, si svolgerà all’Aquila. Lasciando le opere incompiute e un processo che nel 2018 ha visto condannati in primo grado per associazione a delinquere l’imprenditore Diego Anemone e l’ex presidente alle opere pubbliche Angelo Balducci. Bertolaso invece uscì assolto, mentre Dell’Acqua non è mai stato accusato di nulla.

Nel 2010 diventa soggetto attuatore per la realizzazione delle opere della Luis Vuitton Cup, sempre alla Maddalena, bloccata poi dalla Corte dei Conti per la quale non si trattava di un’emergenza. Nel 2010 diventa direttore dell’ufficio previsione e mitigazione dei rischi naturali antropici presso il dipartimento della protezione civile. Ma la sua stella romana non finisce con Berlusconi e Bertolaso.

Un anno dopo Dell’Acqua è soggetto attuatore per le problematiche ambientali nell'isola di Lampedusa con l’emergenza immigrazione dal Nord Africa, commissario Franco Gabrielli, nel frattempo diventato nuovo capo della protezione civile.

Considerato tecnico capace, Mario Monti e poi Enrico Letta gli confermano la fiducia dandogli incarichi delicati, come quello di commissario delegato alla criticità della depurazione in Campania con il compito di gestire cinque tra depuratori e impianti di collettamento nelle province di Napoli e Caserta.

L’uomo di Zaia

Conclusa l’esperienza campana Dell’Acqua torna in Veneto, dove vanta ottimi rapporti anche con Luca Zaia che nel 2016 lo nomina commissario straordinario dell’Arpav, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Due anni dopo, nel 2018, il governatore del Veneto lo vuole anche come commissario all’emergenza Pfas, la crisi ambientale e sanitaria provocata dall’inquinamento delle falde acquifere con i composti prodotti da una fabbrica chimica vicentina.

Anche in Veneto gli incarichi si sprecano. A dicembre 2018 diventa il direttore dell’area regionale Tutela e sviluppo del territorio, che gestisce le pratiche ambientali e di governo del territorio. E finisce in mezzo alle polemiche per l’autorizzazione rilasciata alla cava Morganella, in provincia di Treviso, progetto da 4 milioni di metri cubi fermo da anni perché prevedeva escavazioni in falda oltre i 60 metri di profondità e trovava l’opposizione del comune.

Nel 2020 diventa direttore di Veneto Lavoro, azienda regionale che si occupa di formazione professionale e gestisce progetti milionari con fondi europei. Dalle discariche alle cave, dalle cave all’agricoltura, Dell’Acqua è sempre l’uomo giusto.

Nel dicembre 2020 è direttore di Veneto Agricoltura, ente strumentale della Regione Veneto che si occupa di implementare le politiche agricole, agroalimentari, forestali e della pesca, settore caro al presidente Zaia, che come Dell’Acqua è agronomo e laureato in scienze della produzione animale. Ma Roma prima o poi chiama i meritevoli. Nel maggio scorso il governo Meloni lo nomina commissario all’emergenza idrica. Ora sogna di affidargli le chiavi della ricostruzione post alluvione in Emilia.

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