Cosa c’entra la società londinese aperta all’insaputa di Claudio Durigon con un’imprenditrice a processo e vicina alla Lega? Il punto d’incontro è in un anonimo palazzo di sei piani, la porta vetrata all’ingresso, la classica moquette e due enormi vasi di marmo con incisi i due numeri civici: 64 e 66. Sull’intrigo, che ruota attorno alla Service e Consulting Center Limited, Domani può rivelare nuovi particolari e non mancano sorprese che ci portano a una candidata non eletta alle comunali di Roma per Forza Italia, oggi molto vicina alla Lega.

Maria Saveria Modaffari è molto impegnata in politica, sui social appare in convegni con senatori ed esponenti del centrodestra, è coinvolta in alcune indagini e proprio in quegli atti giudiziari si trovano alcuni punti di contatto con i dati societari della Service e Consulting Center Limited, intestata a Claudio Durigon.

C’entra qualcosa Maria, detta Mary, con l’apertura di quella società? L’imprenditrice, contattata sui numeri disponibili, tramite un’avvocata sua assistente e via pec, ha deciso di non risponderci. Così possiamo mettere solo in fila i punti di contatto, ma il mistero si infittisce con nuovi protagonisti. Quando a inizio giugno Domani ha scoperto la società a lui intestata, il sottosegretario al Lavoro, ha prima parlato di campagne denigratorie (le sue querele vengono puntualmente archiviate) e alla ricezione degli atti ha detto: «Mai aperta, non ho società in Italia e neanche a Londra, dico e ribadisco che non sono io. Guardi, siccome lei mi ha dato il documento sto andando a presentare denuncia…».

L’ha presentata alla guardia di Finanza per capire la manina che ha osato tanto: aprire una società a nome di un esponente di governo.

Londra mia

La società è stata aperta il 23 ottobre 2023, a un anno dall’insediamento del governo Meloni: la Service e Consulting Center Limited, una ditta con un unico titolare, Claudio Durigon, data di nascita settembre 1971. Come abbiamo ricostruito nell’inchiesta pubblicata il 5 giugno, fondare una società nel Regno Unito è molto semplice, è necessario collegarsi con il proprio pc al registro imprese e, previo pagamento di meno di 20 euro, si diventa titolari di una società. Non solo, spesso allo stesso indirizzo, stesso palazzo ce ne sono altre, a centinaia, e talvolta palazzi anonimi diventano sedi di ditte senza uffici, senza dipendenti, senza neanche un’insegna sul citofono. E allora bisogna partire dall’indirizzo della società aperta a nome di Durigon: Hatton Garden, al civico 63-66.

C’è una coincidenza che crea un collegamento con l’imprenditrice molto attiva a Roma tra palazzi e convegni. A quell’indirizzo sono state registrate anche altre società e per scoprirlo bisogna leggere gli atti di un procedimento penale istruito dalla procura di Napoli su una presunta associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio attraverso l’occultamento di beni e denaro anche in società fittizie, alcune aperte proprio a Londra.

Nel fascicolo Maria Saveria Modaffari è stata indagata per il reato di intestazione fittizia di beni perché avrebbe, con altri familiari, sfruttato lo schermo societario messo in piedi dagli associati per occultare la reale proprietà di immobili ed evitare il sequestro. L’indagine del febbraio scorso si lega a un’altra inchiesta della procura di Reggio Calabria, nella quale Modaffari era finita coinvolta per associazione a delinquere e truffa, insieme alla madre e alla sorella.

È ancora in corso il processo istruito dal procuratore capo Giovanni Borbardieri e dai pm Stefano Musolino e Paolo Petrolo.

«L'indagine avrebbe portato alla luce un vero e proprio mercato del falso attivo su tutto il territorio nazionale e nei settori più disparati della formazione, messo in piedi da Annamaria Mangiola e dalle due figlie Maria Saveria Modaffari detta "Mary" e Fortunata Giada Modaffari detta "Nella", truffando centinaia di persone con corsi di formazione falsamente convenzionati con il Miur.

Gli indagati stavano inoltre pianificando l'istituzione di una sede virtuale estera «finalizzata al trasferimento di capitali all'estero», si legge negli atti. Quindi c’è una prima indagine sulla macchina dei falsi nella formazione e una seconda sulla dissimulazione della proprietà, Mangiona-Modaffari si sarebbero rivolti al sodalizio criminoso "Trustcom" al fine di trasferire denaro e beni immobili attraverso la costituzione di società veicolo estere e conti correnti.

Nella galassia societaria finita al centro dell’indagine napoletana spuntano aziende che hanno come indirizzo proprio Hatton Garden, civico 63-66. In particolare si legge a proposito di un’azienda citata negli atti: «Proceed to Success Ltd è una società costituita in data 28.01.2019 e cessata il 17.11.2020, con sede in 63-66 Hatton Garden ECIN SLE Londra (Inghilterra), "sede virtuale" di numerose società del sodalizio (delle quali non fanno parte le sorelle Modaffari indagate solo per intestazione fittizia, ndr)».

L’email falsa del senato

Dopo la prima puntata della nostra inchiesta ci è stato segnalato l’utilizzo di un’email che sembrerebbe del Senato della Repubblica, ma non è così. Il dominio è segreteriasenato.it, ma non ha nulla da spartire con le email ufficiali del Senato. Chi usa in modo truffaldino un’email fintamente riconducibile al Senato?

Queste operazioni sono servite per accreditarsi presso terzi? E così arriva un’altra sorpresa, quel dominio segreteriasenato.it porta all’indirizzo Hornsey Road, 465 c. E anche questo indirizzo emerge dagli atti investigativi citati perché lì c’è registrata una società, poi sequestrata, riconducibile alla presunta associazione a delinquere, «indirizzo presso il quale hanno sede oltre 200 imprese, anch'esso fornito da una società inglese specializzata in uffici virtuali», si legge nelle carte dell’indagine.

Non abbiamo contezza di chi abbia aperto la società a nome del sottosegretario, ma era doveroso evidenziare questi punti di contatto, alla luce di un altro elemento che ci è stato riferito.

Avevamo raccontato di un professionista, che ci ha chiesto la tutela alla riservatezza: aveva ricevuto un pagamento dietro regolare fattura dalla società, intestata a Durigon, e ora ci conferma che tra gli interlocutori con i quali ha parlato nella fase precedente alla consulenza e al successivo pagamento c’è anche Maria Saveria Modaffari.

I social e i politici

ANSA

Sui social Modaffari si racconta come imprenditrice, presidente di confederazione Nazionale Esercenti, foto con politici di destra e un convegno proprio con Claudio Durigon che la ringrazia prima di iniziare. Proprio così.

È il maggio scorso quando a Torre Annunziata (Napoli) la confederazione presieduta da Modaffari organizza un convegno, alla presenza di un candidato della Lega alle Europee, Dante Santoro. «Grazie Cne, ringrazio la dottoressa Mary Modaffari che è stata lei l’autrice di questo mio invito, sono contento che c’è anche Dante Santoro, un ragazzo di bella prospettiva», dice Durigon nei saluti iniziali.

Proprio il sottosegretario che non sa niente dell’impresa creata a suo nome ha presenziato a un convegno con Modaffari, ignorando i suoi trascorsi giudiziari dentro i cui atti si trovano punti di contatto con l’azienda londinese a lui intestata.

Dopo la denuncia del senatore leghista, la guardia di Finanza sta indagando per capire la manina dietro l’apertura in terra inglese. Abbiamo provato invano a contattare Modaffari anche via pec, così abbiamo contattato una collaboratrice che a tarda sera ci ha fornito il numero di un avvocato, il legale ci dice che non conosce le carte, da poco ha assunto la sua difesa e che psicologicamente l’ha trovata provata all’ultima udienza, ma nessuna risposta. Resta il mistero.

(1. - continua)

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