Sport e salute, certo, come recita il nome della società pubblica, cassaforte dello sport. Ma per la destra si tratta anche di poltrone e potere. Con la spartizione degli incarichi che sta smantellando pezzo per pezzo la precedente struttura. Facendo spesso rumore.

Chi è stato più vicino al vecchio vertice è finito piano piano ai margini. L’ultima frontiera di conquista è quella del marketing comunicazione, dove il prossimo uomo forte potrebbe essere Massimo Caputi, a lungo volto televisivo del giornalismo sportivo. Da più parti è dato in procinto di avviare un rapporto con la società.

Seppure solo in forma di consulenza esterna. «Al momento non c’è nulla», dice Caputi a Domani, puntualizzando anche che «non è previsto niente di organico». Una posizione che filtra anche dalla società, dove si ritiene prematuro il discorso. Qualcosa all’orizzonte, però, si intravede in assenza di smentite perentorie.

Obiettivo Caputi

L’obiettivo sarebbe l’affidamento a Caputi, con modalità al vaglio, della comunicazione digitale, dal sito ai profili social. Ma vista la sua lunga esperienza nel campo potrebbe diventare molto di più. Un super consulente, insomma.

Non avrebbe da ridire, in virtù di una stima reciproca e una conoscenza consolidata, Diego Nepi Molineris, ad di Sport e salute, con un lungo cursus honorum al Coni, il direttore storico di Piazza di Siena, evento di equitazione di rilevanza internazionale organizzato a Roma. Un dirigente di esperienza, molto apprezzato dai ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Abodi.

Caputi può del resto contare su una precedente vicinanza con i settori della destra leghista, lato Giorgetti. Nel governo Draghi è stato consulente della sottosegretaria alla Sport, Valentina Vezzali, dopo il licenziamento al Messaggero. L’ex campionessa di scherma è stata consigliata a Draghi in quella casella proprio da Giancarlo Giorgetti, ideatore di Sport e salute durante il governo Conte I, quello gialloverde.

Non a caso Vezzali aveva nominato, facendo cosa gradita a Giorgetti, Michele Sciscioli come capo dipartimento, altra figura di fiducia del dirigente leghista. A pagare il prezzo della rivoluzione destrorsa in corso è stato Goffredo De Marchis, a lungo giornalista politico del quotidiano La Repubblica che aveva accettato, alla nascita di Sport e salute, il ruolo di capo ufficio stampa. Da marzo non è più nell’organigramma.

Oltre a Caputi, un altro caso significativo nella società è il potenziamento delle funzioni di Giuseppe De Mita, figlio dell’ex leader democristiano Ciriaco, che curerà alcuni progetti per Sport e salute. Sarà l’uomo-marketing. «Un incarico a tempo», si apprende dalla società. In passato il figlio d’arte aveva collaborato per eventi circoscritti, in testa gli Internazionali di tennis di Roma, ora la sfera di influenza si allarga.

Verso orizzonti ancora da definire. Il nuovo corso sta infatti seguendo una logica più orientata alla promozione di eventi, utili per sfruttarli a favore di telecamera. Spesso con il ministro dello Sport Andrea Abodi, che vigila sul conseguimento di risultati concreti sul piano degli impianti e delle strutture, che è la ragion d’essere della società. Che sul punto però fa sapere: «Puntiamo alla valorizzazione dei professionisti interni e al rispetto della mission fondativa».

Corso a destra

Resta agli atti lo spostamento a destra che aveva riguardato anche i vertici di Sport e salute, su tutti il presidente della società, Marco Mezzaroma, benedetto dall’amica Giorgia Meloni e dal cognato, Claudio Lotito, senatore di Forza Italia oltre che patron della Lazio. Ma i partiti di governo, per bramosia di poltrone, hanno voluto prendersi tutte le fette di potere. E poco male se il presidente era Vito Cozzoli, inizialmente voluto da Luigi Di Maio ma lesto a ricollocarsi a destra, lato Lega. Oggi è stato indicato dal ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini come amministratore delegato di Autostrade dello Stato spa, la cosiddetta Anas 2 che gestirà le tratte autostradali statali a pagamento.

Sport e salute è peraltro diventata centrale per uno dei progetti più importanti nella narrazione meloniana: la rinascita del centro sportivo di Caivano. La deadline è prevista per maggio. C’è fiducia per il rispetto dei tempi. Sul resto è un cumulo di nervosismi.

A cominciare dalla nomina di Fabio Caiazzo nel consiglio di amministrazione: l’Avvocatura dello stato valuterà se dispone di tutti i titoli. Eppure, in area Lega, trazione Salvini, c’è il sospetto che Caiazzo stia diventando il capro espiatorio del nuovo corso meloniano. Così si parla di lui e passa inosservato tutto il resto.

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