Continuano le operazioni per staccarsi da metano di Putin: il rigassificatore acquistato da Snam è costato 330 milioni di euro e andrà in bolletta. Per la compagnia il centro-nord è l’area migliore perché lì si consuma di più e Giani diventerebbe commissario. Potrà immettere nella rete 5 miliardi di metri cubi di metano
Continuano le operazioni per liberarsi dalla dipendenza dal metano di Vladimir Putin a breve arriverà la prima nave rigassificatrice da 5 miliardi di metri cubi che il governo ha deciso di utilizzare: Snam e Golar Lng Limited hanno firmato un contratto per l’acquisizione, da parte del gruppo Snam, della nave di stoccaggio e rigassificazione (Fsru) “Golar Tundra”, per un corrispettivo di 350 milioni di dollari (circa 330 milioni di euro). L’operazione è stata approvata dal Consiglio di amministrazione di Snam il 30 maggio si legge nel comunicato. Come sempre in questi casi il costo verrà scaricato in tariffa, ovvero sulle bollette di tutti, intanto il capitale lo anticipa Snam.
Il grande interrogativo resta adesso il posizionamento, ma in realtà la compagnia ha già individuato l’area possibile: il centro-nord, a quanto risulta a Domani l’ipotesi più accreditata è al largo di Piombino, in Toscana. Il governo con l’ultimo decreto aiuti ha deciso di semplificare le procedure autorizzative e rendere commissario il presidente di regione che si occuperà del rigassificatore, in questo caso si tratterebbe di Eugenio Giani.
La metaniera
La Golar Tundra può operare sia come nave metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto (Lng) sia come rigassificatore. La nave, costruita nel 2015, ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto e una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno.
La Fsru, al fine di garantire la massimizzazione dell’utilizzo della capacità di rigassificazione, spiega Snam «sarà ubicata in una località del centro-nord Italia perché lì c’è un maggiore consumo di gas». Si prevede che il rigassificatore possa iniziare la propria attività nel corso della primavera del 2023, a valle della conclusione dell’iter autorizzativo e regolatorio e della realizzazione delle opere necessarie al collegamento alla rete di trasporto.
Per Snam, ha commentato l’amministratore delegato Stefano Venier, «si compie un passo decisivo per favorire una maggiore sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti energetici dell’Italia, in linea con la propria missione». Da sola la nave potrà contribuire a circa il 6,5 per cento del fabbisogno nazionale, portando la capacità di rigassificazione italiana a oltre il 25 per cento della domanda.
Di fatto la nave potrebbe aiutare a compensare circa un sesto del metano russo che consumiamo, 29 miliardi di metri cubi all’anno.
La seconda nave
Il governo nei mesi scorsi, come annunciato dal ministro Roberto Cingolani, ha deciso oltre all’acquisto della nave rigassificatrice, di noleggiarne una seconda, su questa Snam fa sapere che sta «continuando a lavorare alla ricerca di una seconda di dimensioni simili» e che «è attualmente in corso una negoziazione in esclusiva che si prevede possa concludersi entro fine giugno».
Nel frattempo Golar Lng noleggerà Golar Tundra da Snam, a fronte di un canone, per trasportare Lng per un periodo di tempo limitato, poi assisterà Snam nei lavori propedeutici all’installazione della nave nel porto prescelto.
Il metano
Nei prossimi mesi, Snam avvierà anche le attività per la contrattualizzazione della capacità di rigassificazione del Lng che si renderà progressivamente disponibile con l’avvio di Golar Tundra. Il metano sarà portato alla nave dagli operatori, come Eni. La provenienza perciò sarà decisa dal mercato così come i costi.
© Riproduzione riservata