Sette miliardi di nuovo deficit per finanziare le misure dei due decreti rilancio, con lo stanziamento di un altro miliardo per il ristori Ter. Ne discuterà domani il Consiglio dei ministri nella riunione convocata alle 10.30, pronto a portare la richiesta di nuovo scostamento in Parlamento mercoledì prossimo.

Ma lo sguardo vola già ai prossimi passi. «Venti miliardi di extra deficit sul 2021 è una cifra che può essere corretta», anticipa il titolare dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Complessivamente si arriverebbe dunque a 120 miliardi di nuovo debito tra il 2020 e l'inizio del 2021 per fronteggiare le conseguenze della pandemia.

Domani il governo discuterà del Ristori ter, cui dovrebbe andare un tesoretto di circa un miliardo ricavato dai soldi non spesi dello scostamento fin qui autorizzato, mentre i 7 miliardi di nuovo deficit andranno a finanziare i due provvedimenti già in esame al Senato – dove è iniziata la discussione degli emendamenti, che saranno votati solo a partire da giovedì prossimo – e a cui il terzo andrà ad aggiungersi, per costituire un corpo unico di misure dedicate alla protezione delle attività produttive colpite dalle conseguenze della pandemia in cui dovrebbero entrare nuove categorie.

Nel ristori Ter potrebbe arrivare anche la norma annunciata dal premier, Giuseppe Conte, nel suo intervento alla assemblea dell'Anci. «È giusto che i sindaci possano anticipare fondi per le emergenze alimentari, dobbiamo essere veloci», ha concordato il premier, «sul fondo di previsione 2020 avete ancora un po' di risorse, erano oltre 5 miliardi, potrei prendere l'impegno a inserire una norma nel prossimo Dl ristori Ter, per consentire di anticipare somme che noi ci impegniamo a restituire nel 2021».

Un altro impegno che il capo del governo ha promesso di valutare è quello sulla tassa per il suolo occupazione delle aree pubbliche: «Già nel 2020 abbiamo stanziato circa 300 milioni, possiamo impegnarci a riprodurla per il 2021».

Ristori Quater al 2021

Il ristori Quater invece dovrebbe arrivare al prossimo anno, con la nuova richiesta di scostamento da venti miliardi. Per allora, è il ragionamento di chi lavora al dossier, saranno emerse nuove criticità sia in termini di nuove realtà da tutelare, bisognerà vedere l'andamento della pandemia e delle chiusure che saranno necessarie, sia si valuterà se e dove intervenire per completare gli interventi già in campo.

Un primo suggerimento arriva da Bankitalia, nella sua pubblicazione dedicata agli effetti delle misure di sostegno sul mercato del lavoro: «Le stime suggeriscono che un'interruzione simultanea sia della Cig-Covid sia del blocco dei licenziamenti dovrebbe essere valutata con estrema cautela al fine di evitare possibili brusche cadute» e dunque «una rimozione graduale del blocco dei licenziamenti potrebbe accompagnarsi al mantenimento di un accesso ampio alla Cig-Covid».

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