La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presieduto ieri a palazzo Chigi la prima riunione della cabina di regia sul Piano Mattei, alla quale hanno preso parte, oltre ai ministeri coinvolti e alla Conferenza delle regioni e delle province, diverse società a partecipazione pubblica (Eni, Enel, Fincantieri, Snam) e rappresentanti delle università, della ricerca, del terzo settore che si occupano di cooperazione e sviluppo.

La presidente del Consiglio ha spiegato che una composizione così ampia rappresenta una «scelta chiaramente politica», che mira a «coinvolgere nella grande sfida del Piano Mattei tutto il sistema Italia, mettere in rete le esperienze migliori che già esistono, i progetti più efficaci e le risorse adeguate delle quali disponiamo».

Nel corso della riunione si è parlato dei progetti pilota che verranno avviati, al momento solo in nove nazioni africane. Nazioni dove, ha detto Meloni, «abbiamo immaginato che si possano mettere più velocemente a terra i nostri progetti per poi prendere i risultati migliori e, attraverso anche il lavoro dei leader africani, allargare tale cooperazione».

I paesi coinvolti sono quindi Algeria, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia, gli stessi che la premier aveva già citato durante il vertice Italia-Africa di fine gennaio. Nessun altro paese africano, per il momento, sembra essere coinvolto nell’iniziativa.

Si è poi fatto il punto sulle prime missioni operative svolte dalla struttura di missione del Piano Mattei a Bruxelles e sulle prossime previste in Kenya, Marocco e Tunisia.

L’obiettivo principale deve essere la «concretezza», ha spiegato la premier, necessaria per coinvolgere più paesi africani ma anche altri partner europei. «È fondamentale che riusciamo, con il nostro buon esempio, a coinvolgere tanti altri: è un tema che riguarda l’Unione europea e il G7».

Il viaggio in Egitto

Meloni ha poi ricordato che domani si recherà in Egitto con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per firmare un accordo con il governo egiziano inerente un’iniziativa «simile a quella portata avanti con la Tunisia», ovvero un accordo sui migranti, e un accordo per la collaborazione in ambito agricolo e di formazione.

La benedizione di Panetta

Anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha parlato del Piano Mattei spiegando che avrebbe una particolare «valenza strategica». «Il potenziale di espansione di quel continente è evidente, così come il suo ritardo economico», ha detto durante il suo intervento alla conferenza Maeci-Banca d’Italia.

Costruire uno stretto legame con le aree del mondo più geograficamente vicine all’Italia può «aprire spazi di crescita comune e contribuire a rilanciare il modello di sviluppo europeo», un’operazione che, ha spiegato il governatore, richiede «un attento coordinamento tra politiche economiche e industriali, politica estera e diplomazia economica».

Panetta ha infine messo in evidenza come, in mancanza di politiche di cooperazione e assistenza adeguate, sarebbe difficile arginare la pressione migratoria delle popolazioni africane verso le aree in grado di offrire migliori condizioni di vita. «Se da un lato ciò incrementerebbe l’offerta di lavoro in paesi afflitti da una chiara tendenza all’invecchiamento, dall’altro lato un afflusso migratorio incontrollato porrebbe complessi problemi di integrazione sociale e lavorativa».

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