Il primo confronto della segreteria del Pd sulle liste per le europee è movimentato, e non poteva essere diversamente visto che, come pure alcuni hanno spiegato martedì pomeriggio al Nazareno, «siamo in ritardo», e «i territori aspettano indicazioni». Anzi forse i territori dovrebbero anche dire la loro, visto che sta a loro portare a casa i voti. Ma sul dibattito le ricostruzioni divergono.

A fine riunione da «fonti Pd», ovvero fonti del Nazareno vicine alla segretaria, filtra che «con varie sfumature tutti hanno chiesto alla segreteria Elly Schlein di candidarsi» per Bruxelles, anche se «le formule proposte sono diverse. Lei ne prende atto e ci ragiona».

Subito le chat si infuocano: molti dei presenti non si riconoscono in questa sintesi. Gli esponenti della minoranza riformista hanno avanzato dubbi sullo schema a «panino» spalmato su tutte e cinque le circoscrizioni: e cioè nome civico – tendenzialmente una donna –, dirigente di partito, infine segretaria. Intanto «candidare capolista solo civici significa dire che il Pd non ha classe dirigente».

Da questa parte a più voci viene chiesto uno schema «misto» per la testa della lista, per evitare di penalizzare la presenza femminile nella delegazione di Bruxelles. La corsa della segretaria porterebbe «un valore aggiunto», ma su questo punto le «sfumature» diverse sarebbero marcate rispetto alla versione filtrata. Se la segretaria si candida, è il senso degli interventi, deve essere capolista. Anche gli esponenti della sinistra la pensano così.

Ma per i riformisti questo ragionamento ha un corollario nel Nord Est: Stefano Bonaccini, che è il numero due del partito, può fare il secondo solo della segretaria. Invece la segretaria vuole proporre come capolista Annalisa Corrado, responsabile ambiente, competenza perfetta per affrontare il green deal europeo.

Pochi i nomi esplicitati, ma dal discorso di Schlein e delle sue conclusioni si è capito che almeno due candidate civiche sono certe: Cecilia Strada, capolista nel Nord ovest, e Lucia Annunziata, al Sud; dove, dunque scalerebbe in seconda posizione il sindaco di Bari Antonio Decaro.

Da sinistra è arrivato un sì, ma con un’avvertenza: «I candidati civici sono una buona scelta se allargano il consenso». Ma appunto o Schlein o un civico: entrambi alla testa della lista finirebbero per fare asso pigliatutto e penalizzare proprio l’intento di «squadra» che più volte la stessa Schlein ha espresso per la futura delegazione a Bruxelles.

Dubbi da parte dei riformisti a proposito di altre candidature. Per esempio quella di Marco Tarquinio, pacifista ex direttore di Avvenire e contrario all’invio di aiuti militari in Ucraina. Il suo nome non è stato fatto, ma il riferimento a lui è chiaro: se fosse capolista, sposterebbe di fatto la linea fin qui tenuta dalla delegazione Pd a Bruxelles. E su questo punto sul nostro giornale Lorenzo Guerini è stato esplicito: «La nostra linea sull’Ucraina è stata ed è chiara. Cosa vogliamo, aprire una discussione su un punto su cui siamo uniti in campagna elettorale?».

Pochi gli interventi che hanno dato carta bianca a Schlein: il tesoriere Michele Fina, Sandro Ruotolo e Pierfrancesco Majorino. Silenzio assenso per Marina Sereni, di Areadem, corrente pronta a pesarsi su Dario Nardella, sindaco di Firenze. Nel corso della riunione ringraziamenti alla «coppia» Igor Taruffi e Davide Baruffi, responsabili di organizzazione e enti locali, «per l’impegno nelle alleanze per regionali e amministrative».

Una partita «gestita con una linea unitaria nel partito senza badare a chi ha votato chi al congresso. Con lo stesso spirito intendiamo andare avanti per le liste delle europee». Uno spirito che però non tutti ritrovano in questo delicato passaggio.

Infatti in serata fonti della minoranza Pd ammettono le perplessità: «Il confronto in segreteria è stato franco e costruttivo, tuttavia è ancora aperto. Sono state espresse delle preoccupazioni in merito alle candidature civiche come capolista che penalizzerebbero la classe dirigente del Pd. Riguardo la candidatura di Elly Schlein, sono state espresse perplessità in merito alla posizione che occuperebbe in lista, che rischierebbe di penalizzare le candidature femminili». Subito dopo in tv Elly Schlein annuncia di aver chiesto «a Lucia Annunziata di guidare la lista del Pd al Sud non solo perché è una figura di grande valore per il lavoro di giornalista fatto in tanti anni, ma anche per la grandissima esperienza di politica internazionale. Il numero due sarà uno dei più bravi sindaci di Italia: Antonio Decaro, sindaco di Bari». 

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