Affida al Corriere della Sera la prima intervista dopo la morte di Silvio Berlusconi, cinque mesi fa. Così Marta Fascina decide di interrompere il silenzio e annuncia finalmente il rientro in parlamento, anche se solo per un’occasione particolare: «Sicuramente prima delle votazioni sulla legge di Bilancio, che è la legge più importante», dice.

Respinge l’accusa di aver avuto un’influenza decisiva nell’ultima fase della vita di Berlusconi e, come aveva riportato Report, di essere stata decisiva per la caduta del governo Draghi: «Chi ha conosciuto Silvio Berlusconi sa bene che ascoltava tutti, con umiltà, salvo decidere in piena autonomia», dice. «Dunque, la notizia di presunte mie influenze sul presidente è talmente ridicola che non meriterebbe neppure una smentita».

Onorare il mandato

Intanto la deputata – che secondo i dati di Open parlamento è stata assente per il 74 per cento delle votazioni – assicura di prendere molto sul serio il suo ruolo: «Sono entrata in politica per amore del mio Silvio e naturalmente condividendo appieno la sua visione della società e del mondo. Continuerò a lavorare, come deputato, nel solco degli insegnamenti e delle volontà che ci ha lasciato».

E ancora: «So bene che grava su di me una grande responsabilità nei confronti degli italiani che mi hanno votata. Tornerò presto alla Camera per onorare il mandato ricevuto».

Le canzoni d’amore

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Ma gran parte dell’intervista si concentra sul ricordo del compagno perduto: «Il vuoto che la sua assenza terrena ha lasciato nella mia vita è incolmabile».

E ancora: «Soprattutto nei momenti di sconforto, ascolto le tante canzoni d’amore che il mio Silvio era solito dedicarmi ed intonare».

Fascina dice infine di nutrire «sincera stima» per la presidente «Meloni, come donna, come politico, come premier». E che la separazione fra lei e Andrea Giambruno è solo «una questione personale», per la quale può solo manifestare, «da donna», la sua «totale ed affettuosa vicinanza».

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