Le speranze degli inquilini di viale Mazzini sono state deluse, di nuovo. Niente da fare per il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova governance Rai (che in parte si sovrappongono): la riunione dei capigruppo di Montecitorio ha prodotto un calendario per il mese di luglio in cui non è prevista l’elezione dei consiglieri d’amministrazione che è di competenza del parlamento. Tradotto: Giampaolo Rossi deve pazientare ancora qualche giorno, prima di essere verosimilmente issato ad amministratore delegato Rai dalla maggioranza a guida Fratelli d'Italia. 

Di Rai, scrivono le agenzie di stampa, non si sarebbe proprio parlato in riunione. Il calendario può ovviamente essere integrato, ma sembra che le nomine dei nuovi vertici del servizio pubblico non siano particolarmente in alto nelle priorità della maggioranza. Infatti, filtra dalla politica e dall’azienda, prima va chiusa la partita europea – dove Giorgia Meloni aspetta di trattare di persona con Ursula von der Leyen –, quella delle nomine delle altre partecipate – che potrebbero intrecciarsi a quelle della Rai, visto che l’ad uscente Roberto Sergio è considerato candidato anche alla presidenza di Ferrovie – e il voto francese. Il destino del ballottaggio d’Oltralpe è caro in particolar modo alla Lega, che già in occasione del voto europeo ha cavalcato il successo di Marine Le Pen per coprire i propri insuccessi in patria: qualcuno segnala come a presiedere la riunione alla Camera ci fosse proprio il presidente leghista Lorenzo Fontana. 

Lo slittamento

Un allineamento dei pianeti che porterebbe la scelta dei consiglieri (i nomi d’area sono più o meno già stati indicati, anche se perdura qualche incertezza in zona Pd, Lega e FdI) a dopo il 7 luglio. A quel punto resterebbero soltanto dieci giorni lavorativi per far salire in carica il nuovo cda prima della presentazione dei palinsesti del prossimo 19 luglio.

Lo schema definitivo dei programmi del prossimo autunno sarà all’esame del cda uscente già mercoledì 26, quando si dovrebbero approvare le ultime scelte di vertici e direttori di genere. Con lo slittamento, però, il 19 luglio a presentare i palinsesti agli investitori rischia di essere ad in carica ancora Sergio. Un fulmine a ciel sereno nei piani dei meloniani in Rai, che volevano costruire l’evento attorno alla prima uscita pubblica di Giampaolo Rossi da amministratore delegato. 

Sergio, da parte sua, è ancora al centro delle critiche dopo la sua presa di posizione su Serena Bortone – che secondo lui sarebbe stata da licenziare dopo il suo post social riguardo al caso Scurati – e oscilla tra la volontà di continuare a intestarsi il ruolo di capo dell’azienda e la tentazione di attribuire la genesi dei nuovi palinsesti (e dei loro eventuali fallimenti) tutta ai direttori di genere. Intanto continuano le ultime rifiniture sul palinsesto, su cui lavorano da settimane chiusi in una stanza al settimo piano l’ad uscente, Rossi e Angelo Mellone, direttore del Day time. Per Bortone attualmente si parla di un programma culturale nello stesso slot (o quantomeno in quello che le è rimasto, dopo che l’azienda ha deciso di riassegnare quello della domenica) che ha attualmente, cioè l’access time del sabato. Il programma tornerebbe sotto la direzione Day time dagli Approfondimenti a cui invece rispondeva Chesarà. 

Per Maria Latella sembra invece pronto lo spazio in seconda serata del martedì di Rai2, da dove Luisella Costamagna dovrebbe traslocare verso la seconda serata del venerdì. Segnalano però come nella moltiplicazione degli slot e dei programmi per altro sono andati persi spazi dedicati prima a cinema e serie: quello del venerdì su Rai3 e quello del giovedì su Rai2, destinato alla Iena Nino Monteleone. L’approfondimento sembra ormai definito: Giletti al lunedì, Sottile il venerdì, domenica in alternanza Report e Presa diretta. Al posto di Fiorello il mattin show di di Andrea Perroni, mentre il sabato pomeriggio, al posto di Italia sì di Marco Liorni si installerà Emma D’Aquino. Niente da fare, sembrerebbe, per Incoronata Boccia: la vicedirettrice del Tg1 avrebbe voluto continuare la sua esperienza di conduzione che era iniziata con 100 anni di notizie su Rai3 (anche se resta indimenticata la sua performance sul diritto all’aborto proprio nello studio di Bortone). Piena disponibilità, pur trovare una collocazione a tutti. In attesa che con l’elezione del nuovo cda scatti, dopo l’elezione della presidente in commissione Vigilanza, il domino delle nomine a livello inferiore. 

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