Sei pere su dieci non arriveranno in tavola. Il conto lo ha fatto ieri Coldiretti Ferrara, raccontando un altro degli effetti dell’alluvione che ha colpito a maggio l’Emilia-Romagna. Quasi il 60 per cento della produzione nazionale di pere infatti viene dalla regione, che aspetta che il governo si impegni per fare arrivare i fondi che le servono per rialzarsi. Da tre mesi si contano i danni, stimati in oltre otto miliardi, ma finora, ha denunciato il presidente Stefano Bonaccini, dei quattro stanziati dall’esecutivo non si è visto quasi nulla .

La segretaria del Pd Elly Schlein, con un passato da vicepresidente in Emilia-Romagna, ha chiesto di reindirizzare tutte le risorse finora inutilizzate. «Ci sarebbe un modo semplice e veloce per cominciare a dare subito prospettive certe a famiglie e imprese colpite dall’alluvione e dalle frane di maggio in Emilia-Romagna, che ancora non hanno visto i ristori promessi nella misura del 100 per cento dal governo», ha scritto in un comunicato, «a partire già dal decreto che il Consiglio dei ministri approverà oggi (ovvero ieri, ndr) – una norma che reindirizzi ai ristori tutte le risorse stanziate e non utilizzate del primo decreto sull’alluvione, come i 900 milioni per la cassa integrazione a fronte di richieste per soli 30 milioni, risorse che altrimenti tornerebbero allo stato».

Ma di alluvione in Consiglio dei ministri, almeno ufficialmente, non si è parlato. Intanto Bonaccini ha chiarito che il tessuto produttivo locale è con lui. Venerdì scorso ha riunito le rappresentanze d’impresa e sindacali del Patto per il lavoro e per il clima. Nell’“estate militante” di Schlein quella di aiutare le popolazioni colpite è diventata una battaglia centrale. Come testimonia anche la quantità di dichiarazioni e comunicati sul tema fatta dagli esponenti del Pd.

L’invito a Figliuolo

LAPRESSE

Nella speranza di mettere Giorgia Meloni con le spalle al muro Bonaccini sta lavorando a stretto contatto con il generale Francesco Paolo Figliuolo, l’ex commissario all’emergenza Covid oggi incaricato di occuparsi dei danni delle alluvioni.

Il presidente, lo ha accompagnato nei suoi sopralluoghi, e anche ieri lo ha menzionato: «È sufficiente che il governo assegni al commissario Figliuolo queste risorse per ristorare famiglie e imprese. Sarebbe davvero paradossale che tornassero nelle contabilità generali dei ministeri e andassero quindi tolte ai cittadini dell’Emilia-Romagna. Basta una semplice norma, senza oneri per lo stato».

A quanto riferiscono a Domani dalla struttura commissariale, i due si sono già sentiti e il commissario sta valutando la proposta, «verosimilmente positivamente». Ieri ha avuto una riunione con la presidente del Consiglio Meloni e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, e potrebbe aver proposto la soluzione al governo.

Sempre ieri, il commissario straordinario alla ricostruzione ha sottoscritto con il segretario generale dell’autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Alessandro Bratti, ex deputato Pd, l’intesa che avvia le attività di collaborazione: «Opererà in stretta sinergia e azione congiunta e omogenea con l’autorità del fiume».

Questa vicinanza è stata notata, al punto che il ministro Nello Musumeci (FdI) ha dato la colpa dei ritardi a Figliuolo. «Il governo ha assicurato che fino all’ultimo centesimo sarà dato. È chiaro che noi continuiamo a seguire da Roma ma adesso la gestione è del commissario straordinario.

Ogni altra polemica è chiaro che non mi trova aderente», ha detto a margine della visita alle Isole Tremiti, in provincia di Foggia.

Il commissario straordinario, ha tenuto a ricordare il ministro, è stata una scelta «al di sopra delle parti, di grande competenza e capacità». Il nome infatti ha destato qualche stupore, visto che era un uomo scelto dall’ex presidente Mario Draghi, governo di cui Fratelli d’Italia era all’opposizione. Sui fondi adesso, ha ribattuto ancora Musumeci, «è un tema che riguarda la gestione del commissario nei rapporti con il governo». E «non è soltanto legato alle risorse, serve anche un progetto, una priorità di interventi, e a tutto questo sta lavorando il generale Figliuolo».

Le riunioni formali con il governo sono a cadenza mensile, la prossima sarà a settembre, nella prima metà, per quanto le telefonate, assicurano, sono continue. Allo stesso modo Figliuolo e Bonaccini si sentono continuamente e sono legati da un rapporto di amicizia, oltre che istituzionale, che risale ai tempi del Covid. Il commissario è stato invitato alla prossima festa nazionale dell’Unità di Ravenna in programma a fine mese.

La battaglia non finirà. Lo dimostra la strada provinciale 33, via della Renana, che collega le province di Bologna e Ravenna, interrotta. La settimana scorsa in un video appello diventato virale alcuni cittadini di Fontanelice hanno denunciato: «Le istituzioni ci dicono è che non ci sono i fondi per poter sistemare queste strade».

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha dato la colpa alla provincia. La Città metropolitana di Bologna e il comune di Fontanelice hanno annunciato che verrà approntata un strada temporanea che consentirà di superare il tratto interrotto: «Una scelta assunta dal sindaco di Bologna e metropolitano, Matteo Lepore (Pd, ndr) in accordo con il commissario Figliuolo».

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