Dopo le dimissioni da sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi ci riprova e si candida con Fratelli d’Italia per le prossime elezioni europee.

«La volontà di candidarmi è stata dei vertici del partito, di Meloni, Donzelli e La Russa, con cui ho parlato e a cui ho dato la mia disponibilità», ha detto all’Ansa Sgarbi che spera di correre nel Nord-Est. «Parlavamo da tempo con Meloni, poi ne abbiamo parlato con Donzelli in aprile e abbiamo ricominciato in questa fase finale delle candidature. È una cosa nata così, poiché sono libero e ho una dote di voti riconoscibili. Alle Europee del 1999 ne presi 100mila nel Nord Est, quasi come Berlusconi. Mi avevano proposto la candidatura anche in altre tre liste».

Le dimissioni

Sgarbi si era dimesso lo scorso 9 febbraio dopo un lungo colloquio con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni avvenuto a Palazzo Chigi. Le dimissioni sono arrivate dopo una serie di inchieste giornalistiche su alcune consulenze dell’allora sottosegretario considerate dall’Antitrust come attività «incompatibili» con il ruolo che ricopriva nel governo.

«Mi dimetto e lo faccio per voi. Adesso sono solo Sgarbi, non sono più sottosegretario», aveva detto Sgarbi a febbraio. 

Il critico d’arte è coinvolto in un’indagine per furto di beni culturali, rivelata dalle inchieste del Fatto Quotidiano e di Report, e al centro delle segnalazioni ricevute dal ministro Gennaro Sangiuliano sugli introiti paralleli alla sua attività di sottosegretario e inoltrate all’Antitrust.

Con il ministro, ha detto Sgarbi, «non ci parliamo dal 23 ottobre, quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda». E aggiunge: «Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all’Antitrust», perché le lettere anonime «si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime», che contenevano le segnalazioni inoltrate dal ministro all’autorità dall’Agcm.

La richiesta di rinvio a giudizio

I pm della procura di Roma hanno chiesto lo scorso marzo il rinvio a giudizio per Vittorio Sgarbi, ex sottosegretario alla Cultura, per le ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per cui il critico d'arte è stato indagato. Secondo la procura capitolina, le pendenze erariali con l'Agenzia delle Entrate ammonterebbero a circa 715mila euro. Per la procura Sgarbi avrebbe acquistato il quadro nel 2020 a un'asta di opere d'arte facendo risultare come compratrice la compagna.

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