Finalmente, e inaspettatamente, è stata approvata la legge sul ripristino della natura, che contiene misure necessarie per la protezione degli ecosistemi e della biodiversità. Come spiegato anche su questo giornale, la legge è stata approvata grazie al voto dell’Austria, e con il voto contrario dell’Italia, insieme ad altri.

Si tratta di un avvenimento importante, perché dopo il voto non era chiaro che la legge, più volte bloccata, sarebbe riuscita a passare, e perché essa avrà effetti duraturi per tutti, anche per i paesi i cui governi hanno votato contro – e sono effetti benefici per la maggioranza delle persone e delle generazioni future, anche e nonostante i sacrifici che comporteranno per alcuni.

L’antiambientalismo

Ma rimane da analizzare il significato politico del voto contrario dell’Italia. È già successo, e probabilmente succederà ancora, e forse anche più spesso. Se gli organi della Ue vedranno i verdi nella maggioranza (è solo una delle ipotesi che circola), l’antiambientalismo del nostro governo salterà fuori ogni volta che i dividendi politici saranno proficui.

Come in questo caso: la legge passa, ma l’Italia e il ministro possono precisare, chiedere deroghe, dire che si tratta di un provvedimento inapplicabile o iniquo.

Ma si sbaglierebbe a pensare che questa sorta di opposizione di minoranza non abbia impatto. Leggi come questa necessitano di molto séguito. Affidarle solo a sanzioni è insufficiente. Siamo di fronte a quelle materie in cui la legge sconfina nell’incentivo, nella policy, nell’espressione di un sentire condiviso, nell’indicazione di orizzonti politici che la comunità ritiene importanti.

Chi si sottrae a tutto questo, votando contro ed esprimendo scetticismo, aumenta il rischio di disapplicazione e di scontento. Aumenta il rischio, dunque, che i fini che la legge si prefigge non si raggiungano, e rimangano solo i costi sociali.

Una vera rivoluzione

Leggi come questa sono vere rivoluzioni. Si afferma che gli ecosistemi sono importanti, in sé e per i servizi che forniscono, si introducono misure e scadenze specifiche, con obiettivi particolari (come la protezione degli impollinatori).

Da un lato, la legge va contro l’idea che l’ambientalismo sia vago e ideologico: recepisce i dati scientifici recenti sulla perdita di biodiversità e sul suo valore e pone obiettivi concreti. Arriva in una forma molto mitigata, rispetto all’impianto iniziale, una forma che tiene conto delle proteste degli agricoltori e di altri gruppi di pressione. Dall’altro, però, la legge mantiene la barra dritta, rendendo vincolanti sin da subito certi obiettivi – anche perché si tratta di un regolamento, da applicare direttamente, non di un indirizzo.

Nel passato qualcuno sostenne che il socialismo si poteva realizzare in un solo paese, e la rivoluzione permanente era impossibile o deleteria. Una visione, questa, simile all’idea di paesi-guida e di forme politiche adatte solo ad alcuni popoli e non ad altri. Una visione profondamente sbagliata, probabilmente.

Effetti globali

Per definizione, l’ambientalismo non si può realizzare in un solo paese. L’ambientalismo è una dolce e pacifica rivoluzione permanente. Fenomeni come il cambiamento climatico e il degrado degli ecosistemi hanno cause e conseguenze sistematiche.

Per quanto il Green deal e la legge sul ripristino della natura siano provvedimenti e politiche europee volte alla protezione dell’ambiente europeo, hanno ovviamente effetti globali. Gli ecosistemi non sono isolati e indipendenti. Gli effetti del degrado di un certo ambiente si riverberano praticamente su tutto il pianeta. Questo vale anche per le azioni di protezione e mitigazione.

Che un paese si sottragga, pur surrettiziamente, agli sforzi necessari rende qualsiasi azione di protezione e di lotta al cambiamento climatico meno efficiente. Il voto contrario dell’Italia può essere indifferente solo se non si accompagnerà a comportamenti sleali e a ritardi nell’applicazione della direttiva. Se questi comportamenti e questi ritardi ci fossero, la nuova Commissione dovrebbe sanzionare l’Italia e i cittadini italiani sensibili a questi temi dovrebbero alzare il livello di guardia.

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