Joe Biden «non abbandonerà» la corsa alle elezioni 2024. Lo ha detto il portavoce della campagna del presidente democratico Seth Schuster dopo le polemiche scaturite dal dibattito presidenziale tra Biden e l’ex presidente Donald Trump andato in onda sulla Cnn nella notte tra il 27 e il 28 giugno.

L’attuale inquilino della Casa Bianca è apparso affaticato, confuso, impacciato durante il confronto televisivo e questo secondo i media americani ha creato scetticismo tra i democratici. Un ex assistente della campagna di Biden ha detto a Politico che quanto visto ieri sera è stato «terribile». Un esponente democratico del Congresso ha detto invece al Wall Street Journal di essere «molto preoccupato» e in generale fra i dem c'è il timore che possa essere «troppo tardi» per trovare un altro candidato. «I partiti esistono per vincere e l’uomo sul palco con Trump non può vincere», ha detto invece un esponente democratico al New York Times. Lo stesso quotidiano ha riferito che un gruppo di esponenti dem che stava guardando il dibattito insieme alla Camera ha parlato di un «disastro» per Biden. «È arrivato il momento di avere una convention aperta ed un nuovo candidato», ha detto un altro dem.

Come se non bastasse da mesi circolano online video che mettono in imbarazzo Joe Biden e il suo staff. 

Cosa può accadere ora

Un eventuale cambiamento di candidato è impossibile senza il consenso dello stesso Biden, e ogni tentativo golpe contro di lui durante la convention potrebbe spaccare il partito. La convention dei democratici si terrà dal 19 al 22 agosto, in quei giorni si capirà di più sul destino della prossima tornata elettorale. Il primo nome possibile per sostituire l’attuale presidente Usa alle urne è quello della vicepresidente Kamala Harris, che però non gode di grande popolarità. 

Cosa succede invece se Biden viene nominato alla convention come candidato e poi è impossibilitato a partecipare alle elezioni?  Le regole della convention prevedono che in caso di morte, dimissioni o incapacità» del candidato il presidente del partito deve «comunicarlo alla leadership democratica del Congresso, all'associazione dei governatori democratici ed ai membri del Comitato Nazionale democratico» che dovranno scegliere un nuovo candidato. Ma a quel punto rischia di essere troppo tardi. All’estero i militari votano già dopo qualche settimana dalla convention, mentre in alcuni stati come il Minnesota e il South Dakota, per esempio, iniziano il voto in anticipo il 20 settembre.

© Riproduzione riservata