La prima ministra della Nuova Zelanda Jacinda Ardern ha annunciato le sue dimissioni in un commosso discorso in cui ha spiegato di «non aver più benzina nel serbatoio per proseguire questo lavoro». Ardern si dimetterà da leader del Partito laburista entro il 7 febbraio e rimarrà in carica come prima ministra fino alle elezioni fissate per il prossimo 14 ottobre.

Le dimissioni di Ardern sono arrivate in maniera improvvisa e inaspettata. «Sono un essere umano – ha detto emozionata – I politici sono umani. Diamo tutto quello che possiamo fino a quando possiamo. E poi arriva il momento. E per me è arrivato».

Eletta a capo del governo nel 2017 all’età di 37 anni, Ardern è stata la più giovane prima ministra al mondo. Sotto la sua guida, il paese ha affrontato la pandemia di Covid-19, l’attacco alle moschee di Christchurch e l’eruzione di White Island.

Ardern è stata molto apprezzata anche fuori dal suo paese anche per via del suo carisma e per il suo talento di oratrice, che ha confermato anche nel suo discorso di addio alla politica. A chi le domandava quale ritiene che sia la sua eredità più importante, Ardern ha risposto: «Spero di lasciare ai neozelandesi l’idea che si può essere buoni, ma forti, empatici, ma decisi, ottimisti, ma focalizzati. E che ognuno di noi può essere il leader che vuole essere – uno che sappia quando è tempo di andare».

Negli ultimi mesi, Ardern aveva subito un’escalation di insulti e minacce, in particolare da gruppi novax e contrari alla sua gestione della pandemia. Ma Ardern è stata oggetto di attacchi misogini per tutto il suo mandato. «Non voglio dare l’impressione che siano le avversità che si devono affrontare in politica la ragione per cui le persone lasciano – ha detto – Sì, a un impatto. Siamo umani dopotutto, ma questa non è stata la base della mia decisione».

Alla conclusione del suo discorso, Ardern si è rivolta alla figlia nata durante il suo secondo anno di governo: «Mamma non vede l’ora di essere lì quando inizierai scuola». E poi al compagno, Clarke Gayford: «Clarke, sposiamoci finalmente».

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