Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha intimato alla vicina isola di Cipro di non aprire i suoi aeroporti e le sue basi a Israele in caso di guerra totale con il suo movimento sciita libanese. «Aprire aeroporti e basi cipriote al nemico israeliano per prendere di mira il Libano significherebbe che il governo cipriota è parte della guerra, e la resistenza affronterà la situazione come parte della guerra», ha detto Nasrallah in un discorso televisivo. «Nessun luogo d'Israele sarà risparmiato», ha detto Nasrallah, facendo riferimento alla prospettiva di una guerra totale.

Il discorso arriva qualche ora dopo che l’esercito israeliano ha fatto sapere che i piani operativi per un'offensiva in Libano sono stati «approvati e validati», mentre l’inviato speciale del presidente americano Joe Biden, Amos Hochstein, in visita in Libano e Israele chiede alle parti una de-escalation «urgente» degli scontri a fuoco transfrontalieri per evitare un conflitto maggiore.

«In una guerra totale, Hezbollah sarà distrutto e il Libano sarà duramente colpito». Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri Israel Katz commentando il video degli Hezbollah con immagini di un drone sul nord di Israele e sul porto di Haifa. «Nasrallah - ha spiegato - oggi si vanta di aver fotografato i porti di Haifa, gestiti da grandi compagnie internazionali provenienti dalla Cina e dall'India, e minaccia di danneggiarli. Siamo molto vicini al momento di decidere se cambiare le regole del gioco contro Hezbollah e il Libano. Israele pagherà un prezzo ma ristabiliremo la sicurezza per i residenti del nord».

Una affermazione che non sarà passata inosservata a Teheran, il protettore di Hezbollah, alle prese con l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Gli Hezbollah hanno diffuso sui social un video ripreso da un loro drone che ha sorvolato il nord di Israele e il porto di Haifa dove ci sono obiettivi sensibili. Lo hanno riportato i media israeliani sottolineando che gli Hezbollah - con i quali è in corso un duro scontro militare al nord che dura da otto mesi con alterne frequenze di intensità - non hanno tuttavia spiegato quando il video, di 10 minuti, sia stato girato. Il video ha suscitato molta preoccupazione nel paese.

Le immagini del drone mostrano la costa di Haifa che dista circa 27 chilometri e sembra includere anche una parte di una base della Marina israeliana, così come diverse navi da guerra e infrastrutture che si dice siano dell'Unità d'elite Shayetet 7. Oltre al porto di Haifa, le riprese mostrano, secondo gli Hezbollah, postazioni militari strategiche nel nord di Israele, tra cui i sistemi di difesa aerea Iron Dome e David’s Sling (La Fionda di Davide), così come un quartiere residenziale nella vicina Kiryat Yam. Gli Hezbollah hanno affermato che il drone è tornato in Libano senza problemi. Subito dopo la diffusione del video sui social, Israele ha annunciato di aver abbattuto tre droni sulla Galilea occidentale, lanciati dal Libano.

Intanto un ufficiale siriano è stato ucciso in attacchi aerei attribuiti a Israele nella zona di Quneitra e in quella di Daraa. Lo ha riferito il ministero della difesa di Damasco. In Israele come di consueto non c'è conferma ufficiale degli attacchi. Il ministero della Sanità di Gaza ha annunciato il nuovo bilancio di 37.396 morti dall'inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese. Almeno 24 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, ha dichiarato in un comunicato, aggiungendo che 85.523 persone sono state ferite nel territorio palestinese dall'inizio della guerra.

Le armi

«È inconcepibile che negli ultimi mesi l'amministrazione abbia trattenuto armi e munizioni a Israele» ha detto il premier Benjamin Netanyahu sull'invio delle armi americane. «Il segretario di stato Antony Blinken mi ha assicurato che l'amministrazione sta lavorando giorno e notte per rimuovere questi colli di bottiglia. Spero proprio che sia così. Dovrebbe essere così». «Durante la seconda guerra mondiale, Churchill disse agli Stati Uniti: Dateci gli strumenti, faremo il lavoro. E io dico: dateci gli strumenti e finiremo il lavoro molto più velocemente».

Pronta la reazione della portavoce della Casa Bianca. «C'è stato solo un invio di armi ad Israele che è stato bloccato, tutto il resto continua a fluire regolarmente". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa a proposito dell'attacco in video di Netanyahu. «Non sappiamo davvero di cosa stia parlando», ha aggiunto.

Incontro cancellato

Gli Usa hanno cancellato una riunione chiave con Israele dopo le affermazioni del premier Netanyahu con cui ha attaccato l'amministrazione Biden per aver dilazionato il rifornimento di armi allo stato ebraico. La riunione - ha riferito Haaretz - si sarebbe dovuta svolgere a Washington sul programma nucleare dell'Iran. Il senatore americano Bernie Sanders ha affermato che il suo paese dovrebbe astenersi dall'inviare a Israele «tutti gli aiuti militari offensivi».

Inoltre sembra che la Casa Bianca stia rallentando la vendita di 50 aerei da combattimento F-15 a Israele nonostante abbia il via libera del Congresso. È quanto rivelato dal Wall Street Journal mentre infuria la polemica tra i due Paesi. Il premier Netanyahu ha accusato l'amministrazione Biden di bloccare le spedizioni di armi e in un video martedì ha usato toni molto duri. Washington ha risposto annullando un incontro di alto livello sull'Iran.

Secondo quanto riporta il Wsj, dopo il via libera il mese scorso da parte di due parlamentari democratici, ci si aspettava la notifica della vendita di F-15 ma non è successo. Il dipartimento di Stato ha precisato che non esiste alcuna politica per rallentare i trasferimenti di armi: «Stiamo valutando i tempi. La questione non è se, ma quando». Ma se Netanyahu continua con le provocazioni le consegne potrebbero rallentare ulteriormente.

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