Il raid israeliano in Iran è stata una prova di forza maggiore di quanto si pensasse in un primo momento e ha fatto molto più male al regime degli ayatollah del cratere lasciato dai missili iraniani alla base aerea di Nevatim in Israele.

Dopo che i fumi delle esplosioni si sono diradate è apparso chiaro agli analisti che i mini droni erano solo un bersaglio per depistare l’antiaerea e che almeno un missile lanciato nell’attacco israeliano contro le difese aeree del sito nucleare di Natanz, nei pressi di Isfahan, aveva una tecnologia tale da eludere i sistemi di difesa radar iraniani.

Lo scrive il New York Times citando funzionari occidentali, secondo i quali il caccia da cui è stato lanciato il missile era «lontano dallo spazio aereo israeliano o iraniano» e né il caccia né il missile sono entrati nello spazio aereo giordano: una mossa calcolata per tenere Amman fuori da qualsiasi rappresaglia. Due funzionari iraniani hanno confermato al quotidiano che l'Iran non ha rilevato intrusioni nel suo spazio aereo.

Dunque il raid sarebbe un segnale di superiorità tecnologica impressionante. Secondo il New York Times, l’attacco includeva almeno un missile lanciato da un aereo dell’aeronautica israeliana che aveva preso di mira un sito radar di difesa aerea vicino a Isfahan, nei pressi del sito nucleare di Natanz.

Le immagini satellitari mostrano danni al radar di un sistema S-300 presso l’ottava base aerea di Shekari a Isfahan, afferma il New York Times. In sostanza il raid israeliano ha fatto fuori il sistema di difesa aerea della centrale nucleare di Natanz, uno dei principali centri radar militari del paese, sin da tempi dello scià.

«L’uso da parte di Israele di droni lanciati dall’interno dell’Iran e di un missile che non è stato rilevato – hanno spiegato le fonti occidentali – aveva lo scopo di dare a Teheran un assaggio di come potrebbe essere un attacco su larga scala». Se le cose stanno così il messaggio è molto chiaro.

Esplosione vicino a Baghdad

Una forte esplosione ha scosso durante la notte tra venerdì e sabato una base militare che ospitava truppe dell’esercito ed ex paramilitari filoiraniani di Hashd al Shabi a Calso, a circa 20 chilometri a sud di Baghdad.

Fonti della sicurezza irachena hanno informato che l’esplosione ha provocato «due morti e otto feriti» tra le forze della base. Le stesse fonti spiegano che finora i responsabili del sito non sono riusciti a identificare i responsabili del fatto e, successivamente, il governo iracheno ha affermato che al momento dell'esplosione non c’erano droni o aerei in volo.

Citando «un rapporto del comando della difesa aerea» e l'ispezione dei radar, le forze di sicurezza hanno assicurato che «non c’erano droni o aerei da combattimento nello spazio aereo interessato prima o durante l’esplosione». Israele e gli Usa hanno smentito qualsiasi coinvolgimento.

Anche così, però, la Resistenza Islamica in Iraq – in un video diffuso sui social – ha annunciato di aver lanciato alcuni droni contro «un obiettivo vitale» a Eliat, nel sud di Israele, al confine tra Egitto e Giordania.

Gaza

Nel frattempo, a Gaza almeno 10 persone, tra cui sei bambini, sono state uccise in attacchi aerei notturni contro la città di Rafah, nel sud della Striscia.

Aerei da guerra israeliani hanno preso di mira una casa appartenente alla famiglia Radwan, nel quartiere Tal Al-Sultan, provocando la morte di nove persone. Contemporaneamente, un civile è rimasto ucciso nel bombardamento di una casa a est della città di Rafah.

Ma anche la Cisgiordania è sotto il fuoco. L’esercito israeliano, secondo il Times of Israel, da due giorni sta portando avanti un’operazione militare nel campo profughi di Nur Shams e ha annunciato che, nel corso del raid, almeno 10 uomini armati sono stati uccisi e otto palestinesi ricercati sono stati arrestati.

Alcuni analisti ritengono che il duello tra Iran e Israele abbia lo scopo di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale dalle operazioni su Rafah nel Sud della Striscia dove si sono rifugiati 1,5 milioni di profughi. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di intervenire con l’esercito e i bombardamenti aerei sfidando i moniti del presidente americano, Joe Biden.

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