Due esplosioni avvenute nel cimitero dei martiri di Kerman, in Iran, hanno causato almeno 103 morti e oltre 171 feriti. Un attacco definito di tipo «terroristico» da parte delle autorità iraniane. Le esplosioni sono avvenute nei pressi della tomba di Qassem Soleimani, il generale dei pasdaran ucciso quattro anni fa in Iraq, dove era in corso la commemorazione della sua morte. Le autorità iraniane hanno proclamato una giornata di lutto nazionale per il 4 gennaio.

Il governatore locale di Kerman ha detto che si è trattato di un attacco terroristico, mentre il capo del dipartimento per le Emergenze mediche di Kerman ha detto che le due esplosioni sarebbero state provocate da due cariche esplosive collocate in punti diversi del percorso verso il luogo della sepoltura. Secondo una prima ricostruzione i due ordigni sarebbero esplosi a distanza di quindici minuti l’uno dall’altro. Il panico e la fuga di centinaia di persone ha contribuito ad aumentare il numero dei feriti. Tra le vittime ci sono anche quattro poliziotti.

Nelle ultime ore sono aumentate le tensioni in Medio Oriente dopo l’uccisione da parte di Israele di Saleh al Arouri, uno dei vertici di Hamas, avvenuta nel sud di Beirut. Hezbollah e l’Iran hanno condannato l’attacco, annunciando ripercussioni. Al momento non ci sono segnali che possano far pensare a un coinvolgimento israeliano nelle due esplosioni a Kerman. Nessun gruppo terroristico, compreso i sunniti dell’Isis ha finora rivendicato l’attacco. «I terroristi dietro l'esplosione nel cimitero di Kerman sono mercenari di potenza arroganti e saranno certamente puniti», ha detto il capo della magistratura iraniana, Gholamhossein Ejei. «Dopo aver fallito nel mettere in sicurezza il paese attraverso diversi complotti, i terroristi hanno tentato di vendicarsi del popolo iraniano. Provano un profondo odio verso il movimento di Resistenza e il generale Soleimani».

Il ministro degli Interni iraniano, Ahmed Vahidi, ha annunciato che ci sarà una risposta decisiva e in tempi brevi. E ha aggiunto che la situazione a Kerman le forze di sicurezza hanno il controllo della situazione.

Chi era Soleimani

Da fine anni Novanta, Qassem Soleimani è stato il comandante delle Forze al Quds, un’ala delle guardie armate rivoluzionarie. Soleimani ha operato per anni in Siria e Iraq e aveva stretti legami con i libanesi di Hezbollah. Venne ucciso il 4 gennaio del 2020 con un drone militare in un attacco mirato all’aeroporto internazionale di Baghdad per volere degli Stati Uniti. Il suo assassinio aveva creato enormi tensioni tra Teheran e Washington, ma anche forti ondate di proteste tra la popolazione iraniana.

«Siamo profondamente rattristati per gli atroci attacchi terroristici sferrati nella provincia di Kerman in Iran, possa Dio avere pietà di chi ha perso la vita negli attacchi e auguro una pronta guarigione per coloro che sono rimasti feriti», ha scritto su X il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che domani avrebbe dovuto incontrare il presidente iraniano Ebrahim Raisi per discutere di un piano di pace per Gaza. Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’attentato come «scioccante nella sua crudeltà e cinismo».

«L'Ue condanna con la massima fermezza l'attacco bomba odierno nella citta' di Kerman in Iran . L'Ue esprime la sua solidarieta' al popolo iraniano. Questo atto di terrore ha comportato un numero scioccante di morti e feriti tra i civili. I nostri pensieri ora vanno alle vittime e alle loro famiglie. Gli autori dei reati devono essere portati davanti alla Giustizia», lo afferma in una dichiarazione il portavoce dell’Ue per la Politica estera.

Anche il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in una nota, ha condannato «con forza l’attacco di oggi alla cerimonia di commemorazione nella città di Kerman, nella Repubblica Islamica dell’Iran» e mandato le condoglianze al paese e alle famiglie delle persone uccise, chiedendo che «i responsabili siano chiamati a rispondere».

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