Il ministero della Sanità palestinese ha detto che sono almeno 90 le persone uccise e 300 quelle ferite nell'attacco israeliano contro un accampamento di civili sfollati palestinesi nel sud di Gaza.

Il raid ha colpito il campo di Al Mawasi, nell’area di Khan Younis. In una nota Hamas lo ha descritto come un «terribile massacro dell'occupazione israeliana». L'ospedale Nasser a Khan Younis, riferiscono funzionari palestinesi, «non è più in grado di funzionare» per i feriti che si è trovato ad accogliere.

L’esercito israeliano ha detto di aver «colpito Mohammed Deif e Rafa Salameh, il comandante della Brigata Khan Younis di Hamas. Due delle menti del massacro del 7 ottobre».

Spiegando anche che l’attacco su Deif è avvenuto in una «zona recintata di Hamas» e che «la maggior parte delle persone presenti erano miliziani» non civili. Inoltre, secondo le valutazioni dell'Idf, al momento del raid non c'erano ostaggi israeliani sul terreno.

Gli stessi militari, però, non sono stati in grado di confermare che i due siano morti durante l’attacco. Secondo un media saudita e fonti dell'intelligence israeliana Deif, capo dell'ala militare di Hamas, sarebbe rimasto gravemente ferito mentre Salameh sarebbe morto. Un secondo attacco a una sala di preghiera nel campo profughi di Shati, nella parte occidentale di Gaza City, avrebbe ucciso 15 persone.

Secondo i dati del ministero della Salute di Gaza, dallo scorso 7 ottobre, data di inizio del conflitto, sono almeno 38.443 i palestinesi che sono stati uccisi dall’offensiva israeliana mentre altri 88.481 sono rimasti feriti.

I motivi del raid

Israele ha quindi ritenuto che tentare di uccidere Deif era un'occasione che non poteva essere sprecata. Anche a rischio di danneggiare i negoziati in corso a Doha e al Cairo da settimane sotto l’attenta regia dell’amministrazione americana per la liberazione degli ostaggi e per un cessate il fuoco.

Questa l’analisi di Channel 12 secondo cui, dopo aver analizzato la situazione, i vertici israeliani, hanno deciso che l'eventuale danno tattico ai colloqui era superato dal vantaggio strategico, anche per il chiaro messaggio inviato al leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar.

Dall'inizio della guerra nella Striscia il premier israeliano Benjamin Netanyahu «ha dato una direttiva permanente per eliminare gli alti funzionari di Hamas», ha sottolineato l'ufficio del capo del governo.

Dal 1996, dopo la morte dell'“ingegnere” di Hamas, Yahya Ayash, ucciso dagli israeliani con un cellulare imbottito di esplosivo, Deif – il cui nome in arabo significa “ospite” – ha assunto un ruolo sempre più centrale nelle Brigate e nell'ideazione degli attacchi contro Israele. Figura molto sfuggente che ha parlato raramente e non è mai apparsa in pubblico, era sopravvissuta ad almeno sette tentativi di omicidio.

La reazione di Hamas

«L'attacco a Khan Younis è la prova che Israele non è interessato a raggiungere un accordo negoziale» su un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione di ostaggi. È quanto affermato dall'alto esponente di Hamas, Sami Abu-Zohri.

L’organizzazione ha anche smentito che il raid abbia colpito Deif, bollando le parole israeliane come «sciocchezze». «Tutti i martiri – ha detto Abu Zohri – sono civili e quanto accaduto è una grave escalation nella guerra genocida, appoggiata dagli Usa e dal silenzio del mondo».

Le aree di al-Mawasi e Khan Younis occidentale fanno parte della cosiddetta zona umanitaria designata da Israele. A questo punto il raid israeliano potrebbe avere gravi conseguenze sul proseguimento dei negoziati al Cairo.

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