Gli Stati Uniti hanno attaccato almeno 85 obiettivi in Iraq e Siria. Le operazioni, durate circa 30 minuti, sono iniziate poco dopo la mezzanotte (ora italiana) in risposta all’uccisione di tre militari in Giordania. I raid hanno colpito con «successo tre strutture in Iraq e quattro in Siria», secondo quanto riferito dai vertici militari di Washington.

Attacco a strutture iraniane

Il primo bilancio è di almeno 18 morti, le autorità siriane hanno denunciato l’uccisione anche di alcuni civili. Si è tratta di un’operazione chirurgica che ha preso di mire le strutture raniane presenti sui territori dei due Paesi anche con l’uso dei bombardieri supersonici da parte dell’esercito statunitense.

Il governo di Baghdad ha comunque protestato contro l’azione ordindata dagli Usa, denunciando una «violazione della sovranità territoriale», anche se la Casa Bianca ha riferito di aver avvisato l’Iraq dell’imminente offensiva. Ma non è bastato a tenere sotto controllo la tensione.

Previsti nuovi attacchi 

La Casa Bianca ha anche lasciato intendere che gli attacchi potrebbero ripetersi nelle prossime ore e nei prossimi giorni. «Non tollereremo altri attacchi», ha ribadito il segretario alla Difesa Austin, sposando la linea del presidente, Joe Biden. Ma c’è una linea rossa fissata dall’amministrazione: non sono previste operazioni in territorio iraniano. 

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