Con lo slogan “Vybiraem vmeste!” (Scegliamo insieme!) gli elettori russi sono chiamati alle urne per eleggere 450 deputati della Duma – la camera bassa del parlamento russo -, nove governatori delle repubbliche e 39 parlamenti regionali.

Come per il voto popolare sulla riforma costituzionale dell’estate 2020, queste elezioni avranno luogo in tre giorni (dal 17 al 19 settembre) per evitare assembramenti ai seggi e in sette regioni è previsto il voto elettronico; due stratagemmi per favorire, secondo gli oppositori del Cremlino, la manipolazione dei risultati.

Il monitoraggio delle elezioni è reso più difficile dall’assenza degli osservatori dell’Osce-Odihr e delle principali organizzazioni indipendenti locali che hanno sempre verificato la trasparenza e correttezza del voto.

Diverse Ong e testate locali come Dozhd, Proekt, Golos e Meduza sono state, infatti, inserite nelle liste degli “agenti stranieri” perché ricevono finanziamenti esteri e almeno 37 giornalisti sono stati arrestati.

In questo contesto di maggiore repressione delle voci di opposizione, senza precedenti nella storia elettorale della Russia post-comunista, dei 34 partiti registrati presso il ministero della Giustizia solamente 14 hanno presentato la corretta documentazione per partecipare alle elezioni politiche per un totale di 3812 candidati.

Tra questi vi sono i “partiti storici”, che dalle prime elezioni del 1993 hanno sempre ottenuto una rappresentanza parlamentare, (il Partito Comunista della Federazione Russa, il partito liberaldemocratico di Vladimir Žirinovskij), il partito del potere “Russia unita”, fondato nel 2001 e dal 2007 la formazione politica “Russia Giusta”, congegnata dal Cremlino come una “stampella del regime” per sottrarre i voti ai comunisti.

L’offerta politica extra-parlamentare è costituita da nuovi movimenti quali “Alternativa verde” e “Gente nuova”, vecchi gruppi politici come il partito repubblicano della libertà popolare e il filo-occidentale Jabloko, e altre fazioni minori che non riescono ad accedere all’assemblea legislativa a causa della loro frammentazione e del mancato superamento della soglia di sbarramento del 5 per cento.

Il sistema elettorale misto determina l’elezione di 225 deputati con la formula maggioritaria uninominale e i restanti 225 con la quota proporzionale per una durata di cinque anni.

Nel ciclo elettorale parlamentare il sistema elettorale è sempre stato misto, fatta eccezione per le competizioni del 2007 e 2011, svolte secondo una formula interamente proporzionale con una soglia al 7 per cento. 

Questa operazione di “ingegneria elettorale” ha assicurato la maggioranza assoluta a Russia unita nelle precedenti tornate elettorali, ottenendo la maggior parte dei seggi nella competizione maggioritaria.

Ingegneria elettorale

In this handout photo released by the Russian Defense Ministry Press Service, Russian Defense Minister Sergei Shoigu smiles as he casts his ballot at a polling station during the Parliamentary elections in Moscow, Russia, Friday, Sept. 17, 2021. Russia has begun three days of voting for a new parliament that is unlikely to change the country's political complexion. There's no expectation that United Russia, the party devoted to President Vladimir Putin, will lose its dominance in the State Duma. (Vadim Savitsky/Russian Defense Ministry Press Service via AP)

Sebbene Russia unita abbia scelto come capilista due ministri e professionisti della politica (Sergej Lavrov e Sergej Shoigu) e alcune nuove personalità che godono della fiducia dell’elettorato (il direttore sanitario dell’ospedale Kommunarka, Denis Protsenko, la presidente della scuola di eccellenza “Sirius”, Elena Shmeleva, e la delegata per i diritti dei bambini, Anna Kuznetsova), dovrà contare sulla performance nei collegi uninominali per riconfermare la maggioranza dei 2/3.

Chi non ha partecipato ad alcuna iniziativa pubblica è stato l’ex presidente, capo del governo e del partito Russia unita, Dmitrij Medvedev, che non gode della stima dell’elettorato perché è associato all’immagine della corruzione politica nel paese, efficacemente riassunta dal blogger Aleksej Navalnyj nell’etichetta “Russia unita – il partito dei ladri e dei corrotti”.

E nella competizione maggioritaria entra in gioco il cosiddetto “voto intelligente”, escogitato nel 2019 da Navalnyj che ha consentito in passato, soprattutto nelle elezioni locali, di erodere voti al partito del potere.

Dalla sua pagina di Instagram Navalnyj ha esortato gli elettori a scaricare l’applicazione (“prima che venga oscurata”) che segnala in ogni collegio il candidato che ha più possibilità di sconfiggere Russia unita. Sono stati, così indicati 137 nominativi tra le fila del partito comunista, 48 di Russia giusta, 20 di Žirinovskij, 10 di Jabloko e 5 di Gente nuova.

Tuttavia, all’apertura dei seggi, i rappresentanti dell’agenzia statale Roskomnadzor per il controllo delle comunicazioni hanno ostruito i sei maggiori VPN perché permettono «di avere accesso a informazioni proibite e creano le condizioni per attività illegali, comprese quelle legate al traffico di stupefacenti, alla pornografia infantile e all’estremismo». 

Contestualmente Google e Apple e Telegram hanno rimosso “l’App di Navalnyj” che, secondo il portavoce presidenziale, Dmitrij Peskov, è «un tentativo di provocazione dannoso per gli elettori».  

Per contrastare l’attività dell’opposizione sono state create anche lista civetta, casi di omonimia per confondere l’elettorato e, soprattutto, in soccorso del partito Russia unita ci sono 600.000 abitanti delle province separatiste di Donetsk e Lugansk in possesso del passaporto russo che potranno votare: 200.000 abitanti attraverso il voto online e sono previsti 800 pullman, 12 treni per trasportare i restanti in Russia.

Le aspettative di Putin

AP

In questi mesi i principali istituti di sondaggio hanno sempre stimato l’intenzione di voto verso Russia unita al 25-30 per cento. In particolare, il centro studi Zentr Politicheskoj Kon’iunkturj, ha elaborato una previsione in base alla quale Russia unita si attesterebbe al 27 per cento, seguito al 13 dal partito comunista, all’11 dal partito liberale democratico e al 6 da Russia giusta.

In base ad una stima che tiene conto del sistema elettorale misto e della distribuzione dei seggi alle elezioni politiche del 2016 i ricercatori prevedono che il partito del potere otterrà 293/305 seggi, i comunisti 64/68, il partito liberal-democratico 43/46 e Russia giusta 31/33 deputati.

Se guardiamo, invece, alle previsioni del centro di ricerca filogovernativo, VTsiom, Russia unita viene stimata al 35,3 per cento, i comunisti al 20,5 i liberali democratici all’8,5, Russia giusta al 6 e la new entry, costituita dal partito “Gente nuova”, è stimata tra il 4,6 e il 5,2 per cento.

Poco prima che aprissero le urne nelle zone più remote del paese (alle ore 22 italiane del 16 settembre) il presidente Vladimir Putin, rivolgendosi ai cittadini, ha affermato: «Conto sul vostro senso civico di responsabilità, equilibrio e patriottismo e sul vostro desiderio di eleggere deputati che lavoreranno per il bene e l'interessa della nostra amata patria».

Ieri sono state trasmessi i video del presidente Putin e del Patriarca Kirill che hanno votano online e sono stati diffusi i primi dati sulla partecipazione elettorale: alle ore 15 del 18 settembre il 25,64 per cento dei votanti. Il sindaco di Mosca, Sergej Sobyanin, ha annunciato con fierezza che un milione e 386 moscoviti dei 2 milioni registrati hanno già votato elettronicamente nella giornata di sabato.

Modello bielorusso

An elderly woman casts her ballot at her house during the Parliamentary elections in Nikolayevka village outside Omsk, Russia, Saturday, Sept. 18, 2021. Sunday will be the last of three days voting for a new parliament, but there seems to be no expectation that United Russia, the party devoted to President Vladimir Putin, will lose its dominance in the State Duma. (AP Photo/Evgeniy Sofiychuk)

La presidente della commissione elettorale centrale, Ella Pamfilova, ha denunciato i gravi attacchi informatici al voto elettronico provenienti al 50 per cento da IP degli Stati Uniti, dalla Germania e dalla Ucraina.

Durante la giornata di sabato sono stati diffusi i primi exit poll che attribuiscono a Russia unita ben il 48,2 per cento dei consensi, seguito dal 16,9 per cento dei comunisti, l’8,7 dei liberaldemocratici, il 7,8 a Russia giusta e si confermerebbe il superamento della soglia di rappresentanza di Gente nuova al 5,2 per cento.

Alla chiusura dei seggi capiremo se la strategia di Navalnyj ha funzionato e il partito presidenziale non sarà riuscito a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi e se fattori quali la pandemia, la situazione sanitaria e la crisi economica, che hanno colpito alcune categorie, si sono tradotti in un maggiore livello di astensionismo elettorale.

Nel frattempo, seguendo il “modello bielorusso”, il parlamento europeo ha già adottato una risoluzione con la quale si chiede all’Ue di non riconoscere l’esito delle elezioni parlamentari russe.

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