Le immagini delle ultime ore raccontano meglio di qualunque altra parola il disastro causato da Dana, l’alluvione torrenziale che ha colpito la comunità valenciana. Macchine accatastate una sopra l’altra, litri di fango da spalare per le strade, negozi distrutti e autostrade da film dell’Apocalisse. Ci sarà tempo per fare la conta dei danni, ora è il momento di cercare di salvare più persone possibile rimaste intrappolate tra i resti o all’interno delle loro case senza via d’uscita. Per questo motivo il governo spagnolo ha schierato altri 500 militari ai già 1.200 attivi nella regione.

«Molte persone che si trovavano nei garage, ai piani terra, hanno cercato di portare fuori le macchine» durante l'alluvione, e «potrebbero esserci persone vive tra coloro che si trovano in questa situazione», ha detto la ministra della Difesa Margarita Robles.

Le ricerche però stanno facendo emergere anche i corpi delle vittime. Secondo il Centro di coordinamento integrato che gestisce le conseguenze dei danni dopo l'alluvione sono 202 i morti al momento, a cui si aggiungono altri tre morti in Castilla-La Mancha e in Andalusia.

Intanto, per il Consiglio Provinciale di Valencia ha riferito che 366mila residenti di una ventina di comuni della provincia sono ancora senza acqua potabile. In tutta la Spagna sono partite raccolte fondi e di beni essenziali per sostenere gli sfollati.

Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha incontrato questa mattina i responsabili dell'Agenzia meteorologica spagnola (Aemet), presso la sede di Madrid. Ieri si era recato sui luoghi colpiti da Dana per incontrare le autorità locali.

Nel frattempo la tempesta Dana fa ancora paura. Forti piogge sono in corso nella comunità valenciana e nell’Andalusia occidentale. Diverse zone delle province di Valencia e Castellon, così come il sud di Tarragona, sono sotto allerta arancione da parte dell'Agenzia meteorologica statale, mentre in Andalusia è stata ritirata l’allerta rossa dalle zone costiere di Huelva, Andevalo e Condado.

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