Il parlamento europeo ha chiesto alle istituzioni dell’Unione di inserire il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica iraniano nella lista delle organizzazioni terroristiche e di inasprire le sanzioni nei confronti dell’Iran.

In un acceso dibattito all’ultima sessione plenaria a Strasburgo prima delle elezioni europee di giugno, vari parlamentari hanno criticato la linea, a loro parere troppo timida, dell’Alto rappresentante per la Politica estera della Ue, Josep Borrell, nei confronti dell’Iran.

«Non ci piace la sua strategia, la strategia della diplomazia e della pacificazione, non porta a nulla, non dà risultati» ha detto Guy Verhofstadt, deputato liberale ed ex primo ministro del Belgio.

L’attacco del 7 ottobre

Nel suo intervento iniziale, a cui è seguito il dibattito parlamentare, Borrell ha condannato l’attacco iraniano senza precedenti a Israele del 13 aprile, in cui più di trecento droni e missili sono stati lanciati sul paese ebraico ma nella quasi totalità intercettati dai sistemi di difesa di Tel Aviv e degli alleati. Nel farlo, ha anche ricordato che questo attacco era stato preceduto dal bombardamento israeliano di una sede diplomatica iraniana a Damasco, anche questo criticato e condannato dalla Ue.

«L’attacco aereo iraniano rappresenta una considerevole escalation di una situazione già molto tesa nella regione, dove abbiamo assistito a pericolosi giochi di attacchi e rappresaglie, rappresaglie e attacchi» ha detto Borrell. «Siamo sull’orlo dell’abisso», ha continuato l’Alto rappresentante, ricordando le recenti parole del segretario generale dell’Onu António Guterres.

Le sanzioni

I ministri degli Esteri dei Paesi Ue hanno raggiunto questa settimana l’accordo politico su ulteriori sanzioni all’Iran in risposta all’attacco a Israele, ma hanno deciso di farlo espandendo l’applicazione del regime sanzionatorio esistente. L’Iran, peraltro, è insieme alla Corea del Nord uno dei paesi più sanzionati al mondo.

Borrell ha spiegato che esistono già sanzioni all’Iran per aver fornito droni alla Russia e che questo stesso regime può essere esteso al trasferimento di armi da parte dell’Iran ai suoi proxy Medio Oriente.

Allo stesso tempo, però, Borrell ha espresso il suo scetticismo per l’efficacia di azioni di questo tipo.

«Le sanzioni sono uno strumento importante e le abbiamo usate per mandare un chiaro messaggio all’Iran sulle sue pericolose attività mirate a destabilizzare la regione. Ma le sanzioni, da sole, non fermeranno l’Iran. Credo che questo sia il momento della diplomazia, di mettere in campo massimi sforzi diplomatici. Di agire per calmare la situazione e chiedere a tutti di fare la propria parte».

Borrell ha anche chiesto ai deputati di non perdere di vista la situazione a Gaza, che rimane l’epicentro delle tensioni regionali, e di tenere conto di tutti i conflitti della zona, dell’impegno assoluto della Ue per l’esistenza e la sicurezza di Israele ma anche dell’alto costo umano causato dal conflitto nella Striscia.

«L’Unione europea ha avuto un ruolo preciso nell'escalation militare in Medio Oriente. Per quello che non ha fatto, per l’inerzia con cui è rimasta a guardare decenni di diritto internazionale calpestato da parte di Israele, che sta massacrando impunemente un intero popolo. Dobbiamo insistere sul rispetto del diritto internazionale e valutare l’introduzione di sanzioni adeguate contro qualsiasi governo che violi tali norme, compreso Israele» ha detto nel suo intervento Sabrina Pinedoli, europarlamentare del Movimento 5 stelle.

Le Guardie della rivoluzione

Sanzionare direttamente le Guardie della rivoluzione, la forza militare dominante in Iran, inserendole nella lista delle organizzazioni considerate terroristiche dalle Ue, sarà invece molto più complesso, secondo Borrell.

La richiesta, peraltro, era stata già avanzata all’Europarlamento l’anno scorso ed era motivata dalla reiterata violazione dei diritti umani in Iran. Negli Stati Uniti, invece, le Guardie rivoluzionarie sono classificate come un gruppo terroristico dal 2019. Borrell ha ricordato che ci sono alcuni individui, membri del gruppo militare iraniano, che sono già sottoposti a sanzioni europee.

«Inserirli nella lista delle organizzazioni terroristiche non avrebbe per ora alcun effetto pratico» ha comunque detto Borrell agli eurodeputati. Per poter designare il gruppo come terroristico, alla stregua di Hamas o altri, è necessaria una decisione unanime del Consiglio europeo e delle singole autorità nazionali degli stati membri.

Inoltre, sarebbe possibile nel caso in cui uno stato membro ravvisasse il coinvolgimento delle Guardie rivoluzionarie in attività terroristiche sul proprio territorio, cosa di cui, secondo Borrell, la Ue non è al momento al corrente. L’Alto rappresentante si è impegnato a far esaminare nuovamente dalla propria struttura i presupposti legali di tale designazione.

Sono state depositate sette diverse risoluzioni sull’Iran, presentate dai diversi gruppi politici, su cui il parlamento europeo voterà giovedì 25 aprile.

Tutte, tranne quelle dei gruppi della Sinistra e di Identità e democrazia, chiedono con forza la designazione delle Guardie rivoluzionarie come organizzazione terroristica e l’applicazione di ulteriori sanzioni all’Iran, ricordando che il parlamento si era già espresso in questo senso l’anno scorso.

Chiedono alla Ue e alle varie autorità nazionali di esercitare pressioni su Israele e Iran affinché non ci sia un’escalation delle tensioni attuali che possa deflagrare in una guerra aperta tra i due paesi e in una crisi regionale.

La mozione del gruppo della Sinistra deplora inoltre il «doppio standard» che vede l’applicazione di sanzioni all’Iran e non a Israele.

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