Negli scorsi giorni 70 scuole paritarie sono state ispezionate in Lazio, Campania e Sicilia dagli ispettori inviati dal ministero dell’Istruzione e del Merito per combattere il fenomeno dei “diplomifici”.

Queste scuole, delle vere e proprie fabbriche di diplomi, permettono a chi si iscrive di recuperare due o più anni in uno e di prendere il diploma di scuola superiore, senza obbligo di frequenza o con corsi online di poche ore, dietro il pagamento di una modica (si fa per dire) cifra che va dai 4 agli 8mila euro (come scrive Repubblica). 

I controlli sulle scuole paritarie

Dopo questi controlli, gli uffici regionali di competenza hanno avviato la procedura per revocare la parità a 47 istituti, a causa delle irregolarità che sono state riscontrate: insegnanti senza abilitazioni, aule e arredi insufficienti in relazione agli studenti iscritti, niente cucine e ingredienti nelle scuole alberghiere, nessun laboratorio e aziende agricole assenti negli istituti agrari, ma anche la mancanza dell’educazione civica nei programmi, un numero di ore minori rispetto a quelle stabilite per i singoli insegnamenti, gravi inosservanze delle disposizioni per gli esami di idoneità e integrativi, per finire sono state segnalate lacune e incongruenze nei registri cartacei ed elettronici.

Singolare anche il fatto che le classi quinte fossero più numerose rispetto al resto delle sezioni degli altri anni e circa il 90 per cento degli studenti provenisse da fuori regione, il cui domicilio dichiarato non era vicino alla scuola. 

Il ministero contro le fabbriche dei diplomi

Il motivo per cui è possibile fare due o più anni in uno è semplice: manca una norma che lo impedisca. A questo proposito, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato lo scorso 23 aprile una stretta sulle scuole private: «È la prima volta in assoluto che si interviene con le norme sul tema dei diplomifici. Con le nuove norme non si potranno più fare né tre anni né quattro anni in uno, tantomeno prendere il diploma in un anno». Il piano è già stato approvato in Consiglio dei ministri e prevede al massimo il recupero di due anni in uno e la presenza di un commissario esterno per l’esame di idoneità. Però il testo deve ancora passare alla Camera e al Senato. 

«Oltre ad avere mandato gli ispettori ministeriali nelle tre regioni dove il fenomeno è più rilevante - aggiunge Valditara - abbiamo siglato un protocollo con la Guardia di finanza per segnalare immediatamente tutte quelle situazioni che riteniamo borderline dal punto di vista penale».

Le “offerte” degli istituti

«Dieci ore di lezione a settimana» in un istituto di Catania, mentre nella zona del centro di Palermo la rassicurazione era di «studiare una tesina e di sostenere l’esame ad agosto». Queste sono le “offerte” che si trovano quando si prova a iscrivere la figlia in una scuola paritaria. E le proposte continuano. A Napoli avrebbero fatto «studiare una tesina con argomenti prestabiliti e i professori interni aiutano gli studenti», assieme alla promessa veniva fornita anche la cifra: «Il tutto costa 2.700 euro per il recupero di 4 anni in cinque mesi e 2.900 euro per l'iscrizione al quinto»: in questo istituto si può prendere il diploma con 5.600 euro. Un’altra scuola, con sede legale in Campania, propone iscrizioni anche a Palermo e Agrigento. Le lezioni per gli studenti sarebbero state online, mentre i siciliani si sarebbero recati in presenza solamente a sostenere l’esame di idoneità. La spiegazione: «Ci sono i nostri docenti e danno una mano».

La maggior parte degli studenti che si rivolge alle fabbriche dei diplomi si dirigono verso il sud: in Campania i maturandi delle paritarie rappresentano il 30 per cento del totale, mentre nel resto d’Italia sono il 7. Nella provincia di Salerno si tocca il tetto altissimo del 40 per cento, mentre gli studenti che frequentano il quarto anno rappresentano solo il 5 per cento, come evidenzia un rapporto di Tuttoscuola.

Il numero dei maturandi nelle scuole paritarie è aumentato lo scorso anno di 2.698 unità, superando i 56mila. Secondo il sito, quest’anno si sposteranno almeno 10mila candidati. I maturandi che mercoledì alle 8,30 affronteranno la prima prova d’italiano, uguale per tutti, sono 526.317. 

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