Lobby contro lobby. Da una parte il centro sinistra italiano, dall'altra il centro destra. In palio? Il Qatar, un cliente molto facoltoso. L'inchiesta condotta da Domani e dai suoi partner della rete Eic (European investigative collaborations), basata su documenti riservati ottenuti dal quotidiano belga Le Soir, permette di raccontare un altro retroscena fino ad ora ignoto del cosiddetto Qatargate.

Quando Antonio Panzeri e Francesco Giorgi scoprono che una delegazione di europarlamentari italiani guidati dalla giovane lobbista berlusconiana Michela Colucci si è recata in visita a Doha, vanno su tutte le furie. E mandano Eva Kaili, all’epoca vicepresidente del Parlamento europeo e compagna di Giorgi, a parlare con il braccio destro del loro contatto nell'emirato: il ministro del Lavoro, Ali Al Marri, colui che secondo gli stessi due italiani provvedeva a pagare loro le tangenti.

La berlusconiana

Il 22 marzo del 2022 Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, scrive che in quei giorni Michela Colucci, coordinatrice dei Giovani di Forza Italia nella provincia di Avellino, è a Doha per accompagnare una delegazione di politici italiani. Una visita di tre giorni, organizzata proprio dal Comitato nazionale per i diritti umani, l’organizzazione che fino all'anno prima era guidata da Al-Marri. Il giorno seguente il sito Tv 7 Avellino riporta l'elenco dei politici italiani ospitati in Qatar: sono gli europarlamentari Sergio Romagnoli (capodelegazione, M5S), Gianluca Ferrara (M5S), Sergio Vaccaro (M5S), Marco Croatti (M5S), Giorgio Fede (M5S) e i deputati Luciano Cantone (M5S) e Sergio Torromino (Forza Italia).

Panzeri e Giorgi vengono a conoscenza di tutto questo solo il 14 novembre del 2022, quando Report ne dà conto in una puntata in prima serata dedicata alla campagna di lobbying mondiale architettata dal Qatar per i Mondiali di calcio in programma alla fine di quell'anno. Il programma di Rai3 racconta che Colucci si è definita sul suo profilo Facebook «mediatrice tra Qatar e Italia».

La trasmissione aggiunge che per la trasferta il Qatar non ha badato a spese (volo in business class, champagne, alberghi a cinque stelle) e traccia un breve profilo delle alleanze politiche di Colucci all'interno di Forza Italia, collegandola sia al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che all'eurodeputato Fulvio Martusciello, irpino come lei e all'epoca membro del Gruppo d'Amicizia tra l'Ue e il Qatar. Tra le immagini mandate in onda quella sera c'è anche la foto di Colucci che stringe la mano ad Al-Marri.

Tre giorni dopo la trasmissione, Giorgi e Panzeri ne parlano al telefono. Il riassunto della conversazione fatto dalla polizia giudiziaria belga, che già stava indagando su di loro sotto il coordinamento della Procura di Bruxelles, fa emergere tutta la preoccupazione che i due nutrono nei confronti di Colucci, spaventati dal fatto che il loro interlocutore, Al-Marri, stia giocando contemporaneamente su due tavoli.

«Lobbista per Tajani»

Il fatto più importante, però, è che dai documenti analizzati emerge come Kaili abbia avuto un ruolo attivo in questa vicenda, recandosi nei giorni seguenti a Doha con l'obiettivo di recapitare ad Al Marri un messaggio da parte del suo compagno. Giorgi dice infatti a Panzeri che «ha preparato un “breve discorso” per l'Algerino».

L’Algerino, secondo quanto dichiarato in seguito da Panzeri e Giorgi agli investigatori, è il soprannome di Bettahar Boudjellal, braccio destro di Al-Marri. Nella telefonata intercettata dai poliziotti belgi, Giorgi dice al suo sodale che «Kaili andrà in missione in Qatar dove dirà a Bettahar quello che gli deve dire». Gli investigatori hanno trovato conferma. Infatti hanno recuperato, nel cellulare di Kaili, una nota scritta alle 14.40 del 19 novembre, e cancellata tre ore dopo. Sono brevi frasi raccolte sotto il titolo «Fiducia compromessa». «Chiedigli di Michela Colucci», si legge. «Lei dice di essere in contatto con Tajani. Lei dice di avere un mandato per fare lobbying». E poco dopo: «Delegazione di italiani senza dirlo è offensivo. Panzeri è furioso e io sono deluso». Interrogata dalla polizia belga, Kaili ha ammesso che questa nota le è stata dettata dal suo compagno.

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