Martedì 10 ottobre i taxi si fermano per 24 ore. È quanto annuncia la sigla sindacale Usb, in risposta all’approvazione in via definitiva del decreto Asset, il provvedimento omnibus che tra misure contro il caro-voli, incentivi per il settore vitivinicolo e l’imposta straordinaria sugli extraprofitti ha inserito anche la possibilità di incrementare il numero delle licenze ai tassisti. 

Nel comunicato rilasciato, Usb definisce la normativa «un attacco al “salario” dove la riduzione del potere d’acquisto del lavoro a seguito dell’aumento del costo della vita non è compensata da un reale aggiornamento del reddito».

Il problema dei taxi ritorna ciclicamente, perché i tassisti sono contrari all’emissione di nuove licenze, che abbasserebbero il valore di quelle già in uso nel momento in cui il titolare volesse rivenderla, ma allo stesso tempo la sproporzione tra gli abitanti delle città e il numero di taxi è notevole.

A Roma i taxi registrati, al 2022, sono 7.701, per 2,8 milioni di abitanti (al 2017), mentre erano 993 le auto a noleggio con conducente (anche se, come specifica l’Autorità di regolazione dei trasporti che rilascia questi dati, mentre a una licenza per tassisti corrisponde una sola autovettura, una licenza per i cosiddetti Ncc può riferirsi a più mezzi).

Gli unici comuni che hanno più di 1.000 taxi, oltre a Roma, sono Milano, Napoli, Torino. A Milano in ogni caso si tratta di 4.855 taxi per circa 1,3 milioni di abitanti.

Il contenuto del decreto

In base al decreto ora convertito in legge, i capoluoghi di regione, i comuni capoluogo sede di città metropolitane e in genere i comuni che abbiano un aeroporto potranno aumentare le licenze fino al 20 per cento, tramite concorsi straordinari.

La stessa procedura di concorso sarà accelerata per quanto riguarda il parere preventivo dell’Autorità di regolazione dei trasporti, che avrà 15 giorni per esprimersi sul bando del comune, e nel caso il periodo sia trascorso senza una pronuncia il comune potrà proseguire ugualmente con il concorso. Una condizione obbligatoria per il rilascio della licenza è che il titolare utilizzi veicoli a basso livello di emissioni. 

Inoltre, i comuni potranno rilasciare delle licenze aggiuntive nelle situazioni di eccezionale afflusso di presenze turistiche, come durante i grandi eventi. Queste licenze saranno temporanee, con una durata massima di 12 mesi, prorogabile per altri 12 mesi, e saranno rilasciate solo a chi è già in possesso di una licenza regolare.

La risposta dei comuni

Oltre ai tassisti, questo decreto solleva non poche perplessità se non aperte critiche anche da parte dei comuni. 

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha detto a Sky tg24 che «il decreto è stato fatto male ed è inutilizzabile, se usassimo questa procedura nuova perderemmo tutti i soldi che vanno ai comuni per la gestione amministrativa delle licenze».

Il decreto infatti stabilisce che la totalità dei proventi ricavati dai nuovi rilasci vada in un fondo, costituito in ogni comune, e sia destinata al compenso di chi è già titolare di licenza alla data del bando di concorso, mentre fino ad adesso un 20 per cento di queste risorse serviva a coprire i costi di gestione del concorso. 

Proprio il giorno dopo l’approvazione del decreto era già previsto, ha detto Gualtieri, l’inizio dell’iter per l’aumento delle licenze a Roma con l’apertura del tavolo sindacale: «C’eravamo fermati per via delle norme nuove attese dal governo, che però sono inutilizzabili».

Anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, pensa che il decreto non sia una vera soluzione al problema dei taxi: «È acqua fresca, non porta nessun significativo cambiamento», come citato da FirenzeToday, «non apporta nessuna semplificazione sostanziale se non quella di eliminare un solo passaggio burocratico su una procedura che può durare più di un anno per avere nuove licenze».

A Firenze, ha spiegato Nardella, erano già state sperimentate «efficacemente» delle licenze temporanee nei momenti di maggiore traffico turistico: «Si tratta di 60 licenze temporanee gestite dalle cooperative di taxi che non potremo più attivare».

Quanto a Beppe Sala, sindaco di Milano, riferendosi alle dichiarazioni di Matteo Salvini durante il question time alla Camera, in cui il ministro chiamava in causa i comuni, che non avrebbero ancora pubblicati i bandi per le licenze incrementali dei taxi, si è limitato a osservare che fino a quel momento avevano pensato «di dover attendere l’autorizzazione della Regione. Non è più così perché la legge è cambiata? Se sarà così bene, noi agiremo».

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