Secondo il giudice che ha ordinato gli arresti domiciliari per Giovanni Toti, il pericolo di reiterazione del reato emerge dalla «sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento». Un esempio? «Toti, all'indomani della proroga della concessione trentennale del Terminal Rinfuse (richiesta da Spinelli), esclama “va beh con l'anno nuovo bisogna fare il giro di tutti i grandi del porto...Spinelli è abbastanza tranquillo se Signorini gli dà quel...”». Il metodo Toti, è l'ipotesi dei pm, è stato applicato a tutte le competizioni elettorali monitorate dall’indagine, dal 2021 al 2023: sia locali che le politiche del 2022 in cui ha trionfato Giorgia Meloni. Questo sistema si reggeva su un pilastro, Paolo Emilio Signorini,anche lui arrestato: fino all'agosto del 2023, quando a è passato alla guida della multiutility Iren (partecipata dal comune di Genova e altri enti locali), è stato a capo dell’autorità portuale del capoluogo ligure, l’ufficio che ha garantito concessioni ad alcuni dei finanziatori di Toti.

L’indagine continua

«Particolarmente significativa ai fini cautelari è anche l'emersione dalle indagini di ulteriori vicende (ancora oggetto di approfondimenti investigativi) che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti». In questo passaggio dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari s'intravede l’orizzonte dell’inchiesta genovese, che potrebbe quindi arricchirsi di nuovi capitoli. Dopo questo preambolo i magistrati citano il caso della società Amico & Co, nota per i cantieri dove si riparano yacht. Dalla lettura delle carte finora depositate l'azienda non risultaindagata. I magistrati hanno però evidenziato una coincidenza: a Genova Amico & Co ha realizzato il waterfront marina, dopo che Toti nel 2019 ha sbloccato l’opera al centro di una diatriba davanti al Tar. Tra il 2017 e il 2018 Amico & Co aveva dato 20mila euro al comitato di Toti. La società ha finanziato Toti, con altri 30mila euro, anche nel 2021, il 7 giugno.

Due settimane prima di quest’ultimo bonifico, scrivono gli investigatori,, Luigi Alberto Amico si era incontrato con il capo di gabinetto (indagato) di Toti. «Amico dopo avere precisato che la sua intenzione era “continuare” a finanziare Toti e che, in cambio, “non chiedeva la luna” ma chiedeva solo “un'attenzione legittima”, precisava che “sono 6 anni che aspettiamo il rinnovo della concessione mi farebbe piacere quel...pizzico più di attenzione...noi siamo abbastanza allineati». Prima di salutare, Amico consegnava al fedelissimo di Toti dei documenti con la «raccomandazione della “massima riservatezza». L’assistente del presidente prometteva «di parlarne con Toti e, poi, di fargli sapere l'esito in un successivo incontro de visu». Nell’anno dell’ultima donazione, il 2021, Amico ha ottenuto altri spazi, sempre dopo concessione dell’autorità portuale di Signorini, mentre nel 2022 ha presentato domanda per rinnovare fino al 2060 la concessione, ottenuta nei primi mesi del 2024.

Il caso Bucci

La bufera che ha travolto Toti scuote anche il comune di Genova, amministrato dal sindaco Marco Bucci. Il primo cittadino non è indagato, ma i magistrati del capoluogo ligure mettono in luce un fatto: anche lui ha beneficiato dei soldi ricevuti dal governatore. Da aprile a giugno del 2017, quando poi è stato eletto, il comitato di Toti ha versato infatti 102mila euro a Bucci.

Spinelli, imprenditore molto attivo in Liguria nel settore della logistica, già presidente del Genoa e del Livorno (calcio) è tra quelli che hanno versato al comitato Toti anche per finanziare Bucci. Motivo? «Perché Toti e Bucci sono insieme», aveva spiegato in un’intervista lo stesso Spinelli, che è ora è ai domiciliari con l’accusa di aver corrotto Toti e Signorini. Le carte dei magistrati sottolineano la saldatura politica e finanziaria tra Toti e Bucci. Il 13 dicembre 2022 le microspie hanno intercettato una riunione tra il governatore, Bucci e altri collaboratori dei due. «Cuore della conversazione era la quantificazione del budget necessario per la campagna elettorale (di Bucci, ndr), stimato in circa 250 mila euro, nonché il reperimento dello stesso», si legge nell'ordinanza di custodia cautelare.

Come detto, chi si è attivato subito per aiutare Bucci attraverso il Comitato elettorale Giovanni Toti è stato Spinelli, che ha regalato 15mila euro per la campagna elettorale 2022 del sindaco, diventato poi anche commissario per la ricostruzione del Ponte Morandi. Ruolo decisivo, quest’ultimo, proprio per Spinelli che aspettava, compulsando Toti e Signorini, la risoluzione dell’affare “Calata Concenter”, una banchina del porto di Genova, già nella disponibilità di una società controllata da Spinelli, che l'imprenditore voleva «intombare», cioè cementificare, per poter poi trasformare lo spazio in un deposito di container. Per raggiungere l'obiettivo era necessaria la delibera del comitato di gestione dell’autorità portuale, e un surplus di risorse che avrebbe dovuto ottenere dal commissario straordinario per la ricostruzione del Ponte Morandi, cioè Bucci. Anche in questo caso, secondo i pm, lo schema è il solito: richiesta di finanziamento di Toti, Spinelli dava l'ok ma subordinava il tutto alla risoluzione di pratiche a lui favorevoli. La delibera su Calata Colacenter alla fine è arrivata. E ha autorizzato l’aumento dei fondi: 30 milioni di euro messi dal commissario straordinario Bucci. Nelle settimane precedenti Toti si mostrava felice per i risultati di Spinelli: «Ora ci vediamo a festeggiare, “porta un po' di caviale da Monaco, che la settimana prossima veniamo a mangiare una patata col caviale in barca».

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