A una settimana dal primo turno delle elezioni legislative francesi, migliaia di persone, molte delle quali vestite di viola e con in bocca un fischietto, hanno risposto all’appello del collettivo Alertes Féministes e si sono riunite in Place de la République a Parigi per «lanciare l’allarme femminista» contro l’estrema destra. Accompagnato dal suono dei fischietti, il corteo ha riempito le strade del centro della capitale in direzione di Place de la Nation. Contemporaneamente, decine di altre manifestazioni si sono tenute in tutto il paese.

Nell’appello di Alertes Féministes – firmato da oltre duecento organizzazioni femministe, sindacati e Ong – il collettivo denuncia il pericolo che un governo di estrema destra del Rassemblement National (Rn) rappresenterebbe per i diritti delle donne e delle minoranze, in particolare per «il diritto di vivere liberamente la propria sessualità, il diritto alla contraccezione e all'aborto, (...) il diritto a essere protette dalla violenza e dalla discriminazione, il diritto a essere riconosciute come vittime di stupro e di altre violenze sessuali e di genere» ​​aggiungendo come «in molte parti del mondo, questi diritti fondamentali sono stati attaccati e talvolta soppressi da governi di estrema destra».

«Se il Rn sale al governo, le donne e le minoranze saranno le prime ad essere colpite», dice Alma, militante 27enne del collettivo Nous Toutes che incontriamo alla manifestazione in Place de la République. «L'estrema destra è sempre stata contro i diritti delle donne, basta guardare alle leggi contro cui hanno votato o da cui si sono astenuti: non hanno mai protetto le donne», dice Tiphaine, manifestante di 35 anni, «il Rn si basa su un’ideologia patriarcale e maschilista. In quanto donne, dobbiamo lottare contro questa ideologia». Tiphaine aggiunge che le recenti dichiarazioni fatte dal Rn rispetto al loro impegno in difesa dei diritti delle donne sono «bugie dette in malafede».

Le posizioni del Rn

La mobilitazione femminista di domenica si è infatti svolta pochi giorni dopo che il presidente del Rn Jordan Bardella ha pubblicato sui social un video in cui promette di difendere «i diritti e le libertà» di tutte «le donne e le ragazze di Francia», dichiarando che «l'uguaglianza tra donne e uomini, la libertà di vestirsi come si vuole e il diritto fondamentale di controllare il proprio corpo» sono «principi non negoziabili».

Parole che hanno indignato i movimenti femministi, secondo i quali queste dichiarazioni sarebbero in contraddizione con molte posizioni assunte dal Rn negli anni.

Per esempio, nel 2018 quasi tutti i deputati del Rn erano assenti durante la votazione della legge Schiappa per rafforzare la lotta contro le violenze sessuali e di genere, e l’unico deputato presente si è astenuto. Nel 2021 il Rn non ha preso parte al voto sulla legge Rixain volta ad accelerare la parità economica e professionale.

Nel 2022, Marine Le Pen ha dichiarato che se il Rn fosse salito al potere avrebbe soppresso il ministero per i Diritti delle donne, e nello stesso anno il suo partito ha votato contro la proroga del termine per l'aborto da 12 a 14 settimane.

Nel 2023, gli eurodeputati del Rn si sono astenuti su una direttiva europea sulla parità di retribuzione, e nello stesso anno si sono astenuti o hanno votato contro l’adozione della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Sempre al parlamento europeo, dove il Rn è parte del gruppo Identità e Democrazia insieme alla Lega di Salvini, ad aprile 2024 la maggioranza degli eurodeputati del Rn si è astenuta o ha votato contro l’introduzione dell’aborto nella Carta europea dei diritti fondamentali.

La propaganda anti-immigrazione

Le associazioni femministe hanno inoltre denunciato la strumentalizzazione della difesa dei diritti delle donne da parte del Rn al fine di promuovere un discorso razzista e contro l’immigrazione. Il video pubblicato da Bardella si conclude con la dichiarazione: «Riprenderemo il controllo della nostra politica migratoria espellendo delinquenti e criminali stranieri (...) e inasprendo le pene contro le violenze sulle donne».

Nonostante le posizioni storicamente ambigue nei confronti della tutela dei diritti delle donne, alle elezioni europee dello scorso 9 giugno – nelle quali la vittoria del Rn ha portato alla decisione di Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale – il Rn ha ottenuto tanti voti dalle donne quanti dagli uomini: secondo un sondaggio Ipsos, il 30 per cento dell’elettorato femminile ha votato Rn (rispetto al 19 per cento alle elezioni europee del 2019) contro il 32 per cento degli uomini.

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