Piazza della Libertà a Latina si è riempita di cinquemila persone: braccianti, lavoratori stranieri, ma anche persone comuni per dire basta al caporalato. La manifestazione, infatti, è stata convocata dalla Cgil all’indomani della morte di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni morto dopo essersi ferito sul lavoro e abbandonato con un braccio amputato davanti alla sua abitazione senza che nessuno avesse chiamato i soccorsi. Molte le bandiere rosse del sindacato e dell’Anpi, tanti gli striscioni e in piazza sono scesi anche i partiti del centrosinistra: la segretaria del Pd, Elly Schlein e il deputato di Avs Nicola Fratoianni, ma anche le delegazioni di Italia viva con Gerardo Stefanelli, presidente della provincia di Latina, di Azione, con Alessio D'Amato, e del M5s, con il capogruppo in Regione Adriano Zuccalà.

Sul palco, però, ha preso la parola anche la sindaca di Latina ed esponente di Fratelli d’Italia, Matilde Celentano, che ha ringraziato la Cgil per l’invito e ha detto che «La difficoltà del momento impone però di essere tutti presenti, vigili e determinati se vogliamo che questo orrore non finisca negli elenchi infiniti dei morti sul lavoro ma sia lo spartiacque tra un prima e un dopo». Se la prima parte del suo intervento è stata accolta da diversi applausi, dalla piazza è salito qualche fischio quando Celentano ha concluso – facendo riferimento al dibattito nazionale contro il governo – che «Siamo tutti, e dico tutti responsabili della persistenza di questo fenomeno odioso di questo caporalato».

«Regolarizzateci»

Tra i moltissimi braccianti, soprattutto indiani, accorsi in piazza, l’appello al governo è univoco: la regolarizzazione con un permesso di soggiorno, per permettere di avere un contratto di lavoro. «Oggi abbiamo tanti fantasmi, tanti uomini e donne che lavorano nelle campagne in tutta Italia senza diritti. Da tempo denunciamo la presenza di questo esercito di schiavi, questa piazza chiede un cambiamento concreto. Noi siamo al fianco delle aziende sane che vivono sotto il ricatto dei caporali, che non possono assumere regolarmente chi è già qui», ha detto Hardeep Kaur, segretaria del Flai Cgil Frosinone-Latina.

Dal palco ha preso la parola anche Singh Amarjit, impiegato regolare in un'azienda agricola in provincia di Frosinone che è intervenuto in rappresentanza dei e ha ricordato come «Tanti i padroni danno in mano a tutti trattori e macchinari senza sapere se si è capaci o no, la colpa è loro e non di Satnam: la sua unica colpa era di voler lavorare per poter mangiare». Di qui la richiesta «al Governo e a Giorgia Meloni: regolarizzateci tutti, non lasciateci essere clandestini. Così, con il permesso di soggiorno, tutti potranno pagare le tasse e lavorare in condizioni migliori».

La segretaria Schlein ha detto che «Satnam è stato ucciso dallo sfruttamento» e «chiunque ha a cuore la democrazia deve fare la sua parte», per questo ha annunciato che il Pd chiederà più risorse per attuare la legge contro il caporalato e «nei prossimi giorni presenteremo la nostra proposta per abolire la Bossi-Fini, che da 20 anni provoca irregolarità e ricattabilità»

Fratoianni ha detto che la morte di Satnam «è un omicidio su lavoro, non una disgrazia» e «le istituzioni sono state silenti per giorni», «occorrono risposte che cancellino gli strumenti normativi che alimentano precarietà, debolezza, fragilità e ricattabilità, a cominciare dalla Bossi-Fini». D’Amato ha aggiunto che «siamo qua per dire no allo schiavismo. Serve una risposta forte, per far emergere ciò che è sommerso».

Le parole di Mattarella

Nel giorno della manifestazione, anche il capo dello Stato Sergio Mattarella ha fatto sentire la sua vicinanza, intervenendo per ricordare la morte del bracciante indiano. Durante il saluto ai volontari in occasione dei 160 anni della Croce Rossa, Mattarella ha detto che il volontariato è un valore dell’identità italiana che stride contro episodi come quello del «giovane lavoratore immigrato Satnam Singh morto, vedendosi rifiutare soccorso e assistenza, dopo l'ennesimo tragico incidente sul lavoro». Il presidente ha aggiunto che «una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno - che affiora non di rado - di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli». Un fenomeno «che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l'erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo».

Parole che risuonano forti soprattutto al governo che – dopo l’ennesima morte – ha promesso un intervento: l’aumento dei controlli sulle imprese, soprattutto quelle agricole, e  – come sempre in tutti gli interventi del governo Meloni – anche delle pene. Il pacchetto sarà contenuto nel decreto Agricoltura «con alcuni emendamenti che saranno depositati nei prossimi giorni», hanno annunciato i ministri dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e del Lavoro Marina Elvira Calderone. Dovrebbe poi arrivare un provvedimento nel prossimo cdm contro lo sfruttamento della manodopera, per «dichiarare guerra al caporalato».

Intanto, secondo i sindacati, gli irregolari nel solo agro pontino sarebbero almeno 19mila: tanti quanti i lavoratori regolari.

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