L’estate non era ancora finita, e la ministra Daniela Santanchè evitava di rispondere sui primi dati del turismo: luglio e agosto, come raccontato da Domani, non sono andati bene come sperato dal settore. Santanchè, interrogata sul tema prima dell’Assemblea di Fratelli d’Italia, preferiva ironizzare: «Lei per che paese tifa?», e poi: «Dire che al turismo è andata male ci vuole un bel coraggio».

Adesso possiamo dire che è lo stesso coraggio che ha spinto il Sole24Ore, il quotidiano di Confindustria, a confermare quanto era già chiaro 13 giorni fa: «Estate magra, flussi turistici lontani dai livelli pre-pandemia».

Le premesse erano evidenti da settimane. Dalle lamentele delle associazioni, alle rilevazioni sui consumatori effettuate dal report Coop, tutti gli indizi puntavano a un bilancio in chiaroscuro. Il comparto si aspettava di arrivare ai livelli pre-pandemia, ma così non è stato.

Per la ministra si tratta di “tifare” o meno per l’Italia. A toglierle ogni dubbio adesso ci pensano i dati Istat riportati dalla testata economica: «Nei primi sette mesi del 2023 ci sono stati 71,3 milioni di arrivi per un totale di 232 milioni di presenze, ancora in calo (rispettivamente del 5,9 e del 5,6 per cento) rispetto allo stesso periodo 2019», si legge.

In particolare «luglio ha chiuso in calo anche rispetto al 2022 (del -5,8 per cento gli arrivi, -13,5 per cento le presenze) e, dalle prime rilevazioni, il trend negativo è continuato nel mese di agosto».

Federturismo

Federturismo dall’inizio della stagione ha acceso una luce rossa sulle avversità metereologiche, e avvertito su come gli incendi divampati soprattutto al sud avrebbero potuto condizionare le prenotazioni. Confindustria Siracusa a inizio settembre ha parlato di ammanchi del 40 per cento rispetto agli introiti previsti.

Il trend negativo è proseguito ad agosto: «Il mese di giugno ha segnato il dato più alto del trimestre, anche rispetto ai paesi competitor, a fronte di prezzi medi inferiori», si legge nella nota pubblicata a settembre dal ministero del Turismo.

Ma il tasso di saturazione media delle strutture ricettive, pari al 45 per cento, è inferiore a quello della Grecia, anche se davanti a Spagna e Francia, rileva ancora il Sole, «ha toccato il suo picco a giugno per poi scendere a luglio e ad agosto». 

Stessa cosa per il traffico aereo. Un dato comprensibile anche alla luce degli incendi negli aeroporti di Catania e Palermo.

L’associazione delle imprese turistiche di Confindustria, adesso spera nell’autunno. In questo caso il mutamento climatico può portare a nuovi flussi: «Ondate di calore sempre più frequenti e intense potrebbero portare a cambiare le abitudini dei turisti, modificando la geografia delle vacanze verso destinazioni più fresche rispetto al Sud Europa o a far slittare, soprattutto nel caso della clientela straniera, le vacanze in primavera-autunno», ha detto la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli.

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