L’esercito di Israele ha stretto in una morsa la Striscia, occupando il valico di Erez dopo la chiusura anche dei valichi di Kerem Shalom e Rafah. L’organizzazione umanitaria ActionAid ha denunciato che attualmente nessun aiuto è in grado di arrivare a Gaza. «Siamo seriamente preoccupati che l’intensificarsi dell’attacco a Rafah abbia portato alla chiusura di tutte le rotte degli aiuti verso Gaza», ha detto un portavoce. «Non arriva alcun aiuto umanitario, creando una situazione disastrosa per i 2,2 milioni di persone che già lottano contro la fame, le malattie e carenze mediche».

Secondo fonti palestinesi, «veicoli blindati delle Idf hanno attraversato la recinzione di confine nell’area di Kerem Shalom e sono avanzati nei quartieri a est della periferia di Rafah». L’Idf ha confermato di aver preso il controllo del valico di Rafah sul lato palestinese. Tre persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano contro una casa a ovest di Rafah, e le tre vittime si aggiungono alle almeno altre 12 persone che sono state uccise in vari attacchi su Rafah.

Successivamente, come fosse già un piano preordinato per stringere in un assedio totale Gaza, Israele ha negato alle Nazioni unite l’accesso al valico di Rafah: lo ha reso noto un portavoce dell’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). «Al momento non abbiamo alcuna presenza al valico di Rafah perché il Cogat (l’ente israeliano di governo dei Territori palestinesi, ndr) ci ha rifiutato l’accesso a quest’area», che è il principale punto di passaggio per gli aiuti umanitari, ha affermato Jens Laerke nel corso di una conferenza stampa a Ginevra.

Secondo i dati dell’Idf circa 20 miliziani armati sono stati uccisi, e i soldati hanno localizzato tre “significativi” imbocchi di tunnel. Dei super ricercati leader di Hamas, però, ancora nessuna traccia.

Il lato egiziano

L’Egitto del presidente Al Sisi ha interrotto l’operatività del terminal al valico di Rafah anche dal lato egiziano. Una fonte della sicurezza della Rafah egiziana ha rivelato che il traffico al valico è stato completamente bloccato in entrambe le direzioni «finché le forze israeliane non lo lasceranno», sottolineando che il varco ha sempre funzionato dal 12 ottobre per l’invio di aiuti e squadre di soccorso medico e l’ingresso in Egitto di feriti con accompagnatori, stranieri e persone con doppia nazionalità.

Il capo della Mezzaluna rossa egiziana nel Nord Sinai, Khaled Zayed, ha confermato che il flusso degli aiuti verso la Striscia di Gaza è stato completamente interrotto, sia dal valico di Rafah che da Kerem Shalom. «Ci aspettiamo di sapere nei prossimi giorni come gli aiuti entreranno nella Striscia di Gaza alla luce dell’occupazione israeliana». Ma forse nessuno risponderà a questo quesito.

«Andremo al Cairo»

La proposta di accordo di Hamas «è inaccettabile», ma una delegazione israeliana andrà al Cairo nelle prossime ore per condurre «una valutazione sulla capacità di Hamas di cambiare le sue posizioni», ha detto una fonte israeliana citata dai media. Già oggi, in una giornata surreale con scambio di accuse tra le parti, il gabinetto di guerra aveva definito la proposta di accordo della fazione islamica «lontana dai requisiti necessari per Israele».

«L’occupazione di Rafah conferma l’intenzione dell’occupazione di interrompere gli sforzi di mediazione per il cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri, nell’interesse personale di Netanyahu e del suo governo estremista», ha ribattuto Hamas su Telegram. «Chiediamo all’amministrazione Usa e alla comunità internazionale», ha aggiunto, «di esercitare pressioni sull’occupazione per fermare questa escalation che minaccia la vita di centinaia di migliaia di civili sfollati a Rafah e nell’intera Striscia di Gaza».

Poi c’è il giallo sulle difficoltà delle comunicazioni tra alleati: funzionari israeliani sostengono che l’amministrazione Biden era a conoscenza dell’ultima proposta di accordo sugli ostaggi e di cessate il fuoco negoziato da Egitto e Qatar con Hamas, ma non ha informato Israele prima che Hamas annunciasse di averla accettata lunedì sera. Lo riporta Axios pur riportando che un alto funzionario statunitense ha negato dicendo che «i diplomatici americani sono stati impegnati con le controparti israeliane». L’episodio molto confuso ha creato profonda delusione e sospetto in Israele riguardo al ruolo degli Usa nei colloqui per la trattativa sugli ostaggi e potrebbe influenzare negativamente l’andamento dei negoziati.

Abu Mazen fa appello agli Usa «per impedire alle autorità di occupazione israeliane di invadere Rafah e di sfollarne i cittadini». Lo ha detto Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese, ricordando che «il valico di Rafah e il resto del territorio di Gaza sono terra palestinese occupata in conformità con le risoluzioni sulla legittimità internazionale. L’occupazione, sostenuta dall’America con armi, denaro e copertura politica, insiste nel continuare a sfidare la legittimità internazionale, visto che il veto Usa la protegge».

«L’Iran condanna l’attacco di Israele contro la città di Rafah a Gaza», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. Una presa di posizione ostile, ma finora solo verbale.

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