Secondo il capo dei servizi segreti militari ucraini, Kyrylo Budanov, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarebbe ancora bersaglio di tentativi di assassinio mirato da parte della Russia e diversi di piani sarebbero stati sventati. Ma Zelensky deve guardarsi tanto dagli assassini russi quanto dai russi più stretti alleati.

Ieri, la procura generale ha confermato l’irregolarità di un appalto per l’acquisto di milioni di razioni di cattiva qualità destinate all’esercito. Autore dell’acquisto, il ministero della Difesa, guidato dall’amico e alleato di Zelensky, Oleksi Reznikov. Il ministro è stato coinvolto in un crescente numero di scandali ed è diventato un problema per il presidente. Da mesi si rincorrono le voci di sue possibili dimissioni, ma per ora senza risultati. Le conseguenze politiche di questi scandali rischiano di essere un problema per il governo. Secondo un sondaggio pubblicato a inizio agosto, oltre il 77 per cento degli ucraini ritiene il presidente responsabile per i casi di corruzione nel governo e nelle forze armate.

La proposta

La soluzione che ha in mente Zelensky per combattere gli scandali di corruzione, però, rischia di procurargli altri problemi. In un’intervista televisiva andata in onda domenica sera, il presidente ucraino ha suggerito di equiparare la corruzione in tempo di guerra al tradimento. «Penso che equiparare la corruzione al tradimento in tempo di guerra sarebbe un buono strumento per farci pensare due volte a chiunque prima di prendere una tangente», ha detto Zelensky.

La proposta, ha aggiunto, potrebbe arrivare in parlamento nel giro di una settimana. Ma dopo aver annunciato il suo piano, Zelensky è finito al centro delle critiche di attivisti anti corruzione e politici di opposizione, che accusano: la nuova legge rischia di rivelarsi soltanto un’arma mediatica o, peggio, un modo per mettere sotto il controllo del governo i casi di corruzione più gravi.

Andrii Osadchuk, vicepresidente della commissione ordine pubblico del parlamento del partito di opposizione Holos, dove dovrebbe approdare il testo, dice che per il momento, del testo c’è ancora traccia, ufficialmente. «Penso sia una proposta mediatica, per mostrare un atteggiamento duro, ma che non ha niente a che fare con la lotta alla corruzione».

Anche il Centro per l’azione anti-corruzione, un’organizzazione non governativa basata a Kiev, è della stessa opinione. «Equiparando corruzione e tradimento, il presidente manipola il desiderio di giustizia dei cittadini», ha detto Vitaly Shabunin, presidente del centro.

Rischio sabbie mobili

Ma gli attivisti hanno messo in guardia anche su un altro aspetto della proposta. Secondo la bozza circolata negli ultimi giorni, la nuova legge prevede di trasferire le competenze per i casi di corruzione più gravi, quelli superiori ai 650mila euro, dalla procura nazionale anticorruzione (Nabu) ai servizi di sicurezza (Sbu). Questo, avvertono, significherebbe mettere sotto controllo governativo i casi di corruzione più importanti.

«La procura anti-corruzione è un organismo indipendente, mentre l’Sbu, con tutto il rispetto per il suo lavoro, è sotto controllo del governo: il capo è nominato dal presidente, così come tutti i suoi direttori regionali», dice Oleksiy Ghoncarenko, parlamento di Solidarietà europea, il partito dell’ex presidente Petro Poroshenko. «Si tratta di un’idea strana e anche pericolosa», aggiunge.

Il Centro per l’azione anti-corruzione ha ricordato diversi episodi avvenuti in anni passati in cui indagini affidate al Sbu sono state insabbiate. Uno di questi casi, verificatosi nel 2020, aveva riguardato Oleh Tatarov, vicecapo di gabinetto di Zelensky e ritenuto l’autore materiale della proposta di legge che equipara corruzione a tradimento.

Raffica di scandali

La corruzione è un problema per l’Ucraina da molto tempo prima dell’arrivo di Zelensky. Il paese è indicato come il secondo più corrotto d’Europa dalle classifiche dell’Ong Transparency international, seguita dalla Russia. A partire dal 2014, l’Ucraina ha fatto molti progressi in questo campo, dicono ong e osservatori internazionali, ma il conflitto, con le sue necessità di acquistare rapidamente beni di ogni tipo per civili e forze armate, spesso dovendo sacrificare controlli e verifiche, ha messo in luce quanta ancora sia la strada da fare.

Nell’ultimo anno e mezzo, magistrati e giornalisti d’inchiesta hanno scoperto episodi di sospetta corruzione per l’acquisto di uniformi invernali e razioni, oltre a casi di peculato e sottrazione di fondi. Altri scandali hanno colpito i centri di reclutamento militari e i medici che emettono certificati per evitare la mobilitazione. Nonostante le dimissioni di numerosi personaggi di seconda fila all’interno di ministeri, amministrazioni locali e forze armate, nessuno dei personaggi principali della cerchia di Zelensky è stato fino ad ora coinvolto direttamente.

Secondo Osadchuk, se la proposta dovessse arrivare alla sua commissione non avrebbe molte possibilità di passare. «Abbiamo tutti gli strumenti per combattere efficaciemente la corruzione: da pene severissime a una procura indipendente e ben finanziata – dice – Quello che vorrei dire a Zelensky è: mi scusi signor presidente, ma non servono nuove leggi. Lei ha già tutti gli strumenti necessari per portare risultati su questo fronte».

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