- In Italia è possibile che fondi vincolati alla riduzione delle emissioni di CO2 siano utilizzati per progetti che possono arrecare danni alla mitigazione dell’inquinamento, e non solo a quello.
- il comune di Genova ha annunciato lo stanziamento – da parte del ministero dei Trasporti – di quasi 400 milioni di euro per la realizzazione del prolungamento sopraelevato della metropolitana: lo SkyMetro, grazie ai fondi con i quali l’Italia cercava di rimediare alla procedura di infrazione Ue per gli alti livelli di inquinamento atmosferico
- Nella scheda tecnica si può leggere chiaramente come l’opera possa arrecare danni significativi: alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento.
In Italia è possibile che fondi vincolati alla riduzione delle emissioni di CO2 siano utilizzati per progetti che possono arrecare danni alla mitigazione dell’inquinamento, e non solo a quello. Nel febbraio 2022 il comune di Genova ha annunciato lo stanziamento – da parte del ministero dei Trasporti – di quasi 400 milioni di euro per la realizzazione del prolungamento sopraelevato della metropolitana: lo SkyMetro. Tuttavia non è chiaro sulla base di cosa il comune abbia ottenuto questi fondi.
L’unico documento disponibile e depositato presso il ministero presenta incongruenze piuttosto marcate, errori di calcolo e di grammatica. Inoltre, nonostante lo stanziamento sia vincolato ad una riduzione delle emissioni in atmosfera, nella scheda tecnica si può leggere chiaramente come l’opera possa arrecare danni significativi: alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento, alla protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Se anche ci fosse una riduzione di CO2 si limiterebbe all’1,69 per cento.
Al momento nonostante il comune abbia già ottenuto la possibilità di accedere al finanziamento, e abbia già affidato il piano di fattibilità tecnico economica (Tfe) non c’è un progetto definito, ma solo idee e ipotesi. Stando a quanto dice l’assessore ai trasporti del capoluogo ligure, Matteo Campora, «è stato prodotto uno studio preliminare, e al momento chi ha vinto l’appalto di costruzione sta capendo in che termini sarà possibile realizzare quest’opera».
Nonostante infatti l’assessore affermi che lo SkyMetro permetterà di compiere in 11 minuti un tragitto che normalmente si fa in 30, a oggi nessuno ha idea se sarà effettivamente così. «Si tratta di un lavoro complicato e al momento è difficile dire anche cosa possa funzionare o meno», dice Andrea Spinosa, esperto di pianificazione territoriale, progettazione di trasporti e consulente di una delle due aziende vincitrici dell’appalto.
Progetti anti inquinamento
I finanziamenti ricevuti da Genova per la realizzazione dello SkyMetro non fanno parte del Pnrr, quanto piuttosto del fondo istituito nel 2018 dall’allora ministro Graziano Del Rio per lo sviluppo italiano del trasporto pubblico di massa. Il fondo venne creato per rispondere alla procedura d’infrazione, poi diventata condanna, che obbligava l’Italia a sviluppare i trasporti pubblici locali per abbassare i livelli di CO2 presenti in atmosfera. E in questo senso il finanziamento delle opere è vincolato da una serie di requisiti ambientali, stabiliti dai piani urbanistici di mobilità sostenibili e da un iter introdotto l’ottobre scorso dall’ex ministro Enrico Giovannini. Inutile dire che per lo SkyMetro questi vincoli ambientali non solo non sembrano essere stati considerati sulla carta, ma non sembra essere stato rispettato neppure l’iter ministeriale di approvazione dei progetti.
Dopo aver inoltrato la richiesta al ministero per il finanziamento al 100 per cento dell’opera, il comune di Genova nel 2021 rivede il progetto – su richiesta di Roma – e ottiene l’approvazione del finanziamento, nonostante non segua l’iter stabilito dalle linee guida operative per la valutazione degli investimenti nel settore del Trasporto rapido di massa.
«Lo sappiamo perché la scheda viene menzionata dal decreto di approvazione di finanziamento non solo come unico documento tecnico disponibile, ma come documento grazie al quale viene dato il via libera al finanziamento», dice Vincenzo Cenzuales, membro del comitato che si oppone alla realizzazione dell’opera: «Chiaramente c’è stato un intervento politico; quella scheda serviva appunto per garantire ai tecnici che almeno qualcosa ci fosse. La scheda è una foglia di fico, nessuno è andato a vedere realmente quei numeri, l’importante è che qualcuno ci abbia scritto qualcosa. Stiamo parlando di vantaggi sostenibili trascurabili e che non valgono un investimento di 400 e passa milioni di euro».
Secondo Spinosa «il progetto è passato per decreto perché è stata riconosciuta la straordinarietà della situazione di Genova dopo la caduta del ponte Morandi. Tuttavia il comune avrebbe dovuto attivare un gruppo di lavoro che guidasse la proposta e motivasse i progetti, perché di soldi ne sono arrivati e tanti», ma nulla di simile è mai stato fatto.
In totale negli ultimi re anni solamente presso l’ufficio dell’assessore ai trasporti sono arrivati un miliardo e 200 milioni di euro. Lo SkyMetro infatti è solo l’ennesimo tassello del “modello Genova”. Ovvero il prototipo politico ed economico di un sistema che utilizza soldi pubblici– in totale a Genova dovrebbero arrivare otto miliardi di euro, una quantità mai vista per una sola città – per cementare un sistema di potere, che baratta lo sviluppo di progetti urbanistici per costruire e comprare consenso.
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