Come sappiamo che l’uomo è responsabile del cambiamento climatico? È chiaro che gli esseri umani abbiano un ruolo dominante nell’attuale fase di cambiamento climatico. Questa conclusione si fonda su una raccolta di informazioni basate su diverse linee di evidenza, compresa l’osservazione diretta dei recenti cambiamenti del clima terrestre: l’analisi degli anelli degli alberi, del ghiaccio, e di altre prove che documentano come il clima è cambiato nel passato. Anche le simulazioni fatte a computer basate sulle principali leggi della fisica che regolano il sistema climatico hanno fornito informazioni importanti.

Il clima è influenzato da una gamma di fattori. Ci sono due elementi chiave naturali da cui dipendono le variazioni del clima, in un arco di tempo di decine di secoli. In primis, la variazione dell’attività del sole che modifica la quantità di energia che raggiunge la Terra. In secondo luogo, le grandi eruzioni vulcaniche, che aumentano il numero di microparticelle (aerosol) negli strati superiori dell’atmosfera che riflette il sole e raffredda la superficie terrestre, un effetto che può durare diversi anni.

Il principale fattore umano che incide sul cambiamento climatico è l’aumento di concentrazione nell’atmosfera del gas serra e di particelle di aerosol, prodotto principalmente dalla combustione dei combustibili fossili, dallo sfruttamento del suolo e altre cause. I gas serra intrappolano le radiazioni infrarosse vicino alla superficie, riscaldando il clima. Aerosol, come quelli prodotti naturalmente dai vulcani, in media raffreddano il clima incrementando il riflesso della luce solare. Sono molteplici le prove che dimostrano che il fattore umano costituisce la causa principale dell’attuale cambiamento climatico.

Senza precedenti

Gli attuali tassi di crescita della concentrazione dei principali gas serra (anidride carbonica, metano e ossido di azoto) non hanno precedenti negli ultimi 800.000 anni. Sono molte le evidenze che mostrano chiaramente che questi incrementi sono il risultato di attività umane.

Gli aspetti fondamentali della fisica alla base del cambiamento climatico erano già stati scoperti oltre un secolo fa e le recenti scoperte sono state utilizzate per sviluppare i modelli climatici di ultima generazione. Come i modelli di previsione meteorologica, i modelli climatici rappresentano lo stato dell’atmosfera su una griglia e simulano la sua evoluzione nel tempo sulla base dei principi della fisica. Includono una rappresentazione dell’oceano, del ghiaccio marino e i principali processi importanti che incidono sul clima e sul cambiamento climatico.

I risultati mostrano stabilmente che tali modelli climatici possono riprodurre riscaldamento osservato soltanto quando includono gli effetti delle attività umane, nello specifico l’aumento delle concentrazioni dei gas serra, che sono stati in parte bilanciati dall’effetto del raffreddamento dell’incremento degli aerosol atmosferici.

Al contrario, le simulazioni che mostrano solo i processi naturali, compresa la variabilità interna relativa a El Nino e altre variazioni simili, come anche le variazioni dell’attività del sole e le emissioni dei grandi vulcani, non sono in grado di spiegare l’aumento delle temperature osservato.

Il fatto che le simulazioni che considerano solo i processi naturali arrivino a spiegare un aumento della temperatura minore indica che i processi naturali non possono giustificare, da soli, l’alto tasso di crescita del riscaldamento osservato. i tassi osservati possono solo essere prodotti solo quando viene aggiunta alle simulazioni la componente umana.

Inoltre, l’effetto dominante delle attività umane è evidente non solo nell’aumento della temperatura della superficie terrestre, ma anche nel fatto che nella bassa atmosfera si osserva un riscaldamento mentre nella stratosfera si osserva un raffreddamento, l’aumento della temperatura degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci marini e molti altri cambiamenti.

Una prova aggiuntiva del ruolo degli uomini nel produrre il cambiamento climatico deriva dalla comparazione tra il grado di crescita del riscaldamento osservato nei decenni recenti con lo stesso tasso rilevato prima che l’uomo avesse un’influenza sul clima. Le evidenze che emergono dagli anelli degli alberi da altre tracce paleoclimatiche mostrano che il tasso di crescita della temperatura terrestre osservato nell’ultimo mezzo seoclo eccede quello riscontrato in qualunque altro periodo di 50 anni negli ultimi 2.000 anni.

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