- Gli ultimi otto anni, secondo i dati dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale diffusi pochi giorni fa, sono stati i più caldi della storia da quando ci sono le registrazioni delle temperature.
- Con cinque anni di emissioni di CO2 e metano in più, il prossimo ritorno di El Niño è una delle prospettive più temute dalla scienza del clima.
- Le ondate di calore delle ultime estati potrebbero impallidire al confronto di quelle che ci aspettano nelle prossime due, soprattutto in quella del 2024, quando la nuova oscillazione sarà in corso da un anno e mezzo.
Il caldo sperimentato negli ultimi tre anni potrebbe essere niente rispetto a quello che sperimenteremo globalmente nei prossimi due e lo sforamento della prima soglia di sicurezza prevista dalla scienza - +1.5°C rispetto all'era pre-industriale - potrebbe manifestarsi per la prima volta già nei prossimi cinque anni.
Potrebbe essere questo l'effetto per il passaggio dalla fase attuale di La Niña, che ha avuto l'insolita durata di tre anni, a quella di El Niño, che secondo le previsioni dovrebbe iniziare a mostrare i suoi effetti nella seconda parte dell'anno appena iniziato.
Secondo una valutazione fatta a dicembre dalla National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti ci sono il 66 per cento di probabilità che El Niño inizi a manifestarsi tra il mese di agosto e quello di ottobre del 2023.
La Niña e El Niño sono le oscillazioni cicliche (e naturali) delle temperature e dei venti sopra l'Oceano Pacifico, sono uno dei fenomeni che più influenzano l'andamento del clima sulla Terra. Combinate con l'aumento della concentrazione di gas serra in atmosfera però rischiano di avere conseguenze disastrose già nel breve termine.
La Niña causa sconvolgimenti (ha soprattutto un legame con le siccità in Africa orientale e gli uragani sull’Atlantico) ma ha anche un effetto generalmente rinfrescante, soprattutto sull'emisfero settentrionale, mentre al contrario gli anni di El Niño comportano un aumento generalizzato delle temperature.
Insomma, era eccezionale che finora facesse così caldo nonostante fossimo in una fase di ciclo rinfrescamento del mondo causato dalla Niña, una fase che per altro non è mai durata così tanto come tra il 2021 e il 2023. Questo triennio ci ha protetto dagli effetti peggiori del riscaldamento antropogenico della Terra.
Gli ultimi otto anni, secondo i dati dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale diffusi pochi giorni fa, sono stati i più caldi della storia da quando ci sono le registrazioni delle temperature (a seconda dei dataset il 2022 potrebbe essere stato il quinto o il sesto più caldo di sempre), ma non casualmente quello con le medie più elevate di sempre è stato il 2016, proprio quando eravamo in piena fase riscaldante di Niño.
Con cinque anni di emissioni di CO2 e metano in più, il prossimo ritorno di El Niño è una delle prospettive più temute dalla scienza del clima.
Le ondate di calore delle ultime estati potrebbero impallidire al confronto di quelle che ci aspettano nelle prossime due, soprattutto in quella del 2024, quando la nuova oscillazione sarà in corso da un anno e mezzo.
Secondo il Met Office del Regno Unito è più che possibile che già nella prossima fase il mondo superi l'aumento di temperature di 1.5°C, ci sono il 50 di probabilità su 100 che questo accada entro la fine di questo decennio (oggi siamo a 1.15°C).
James Hansen è uno dei più illustri climatologi al mondo, fu lui nel 1988 a lanciare il primo allarme su larga scala per il riscaldamento globale, in una storica audizione al Senato degli Stati Uniti nel 1988, con una serie di drammatiche previsioni che si sarebbero poi rivelate tutte corrette nei trent'anni successivi.
Hansen, che insegna alla Columbia University di New York, ha dichiarato: «Crediamo che il 2024 potrebbe essere fuori scala e diventare l'anno più caldo di sempre.
È improbabile che l'attuale fase di Niña continui per il quarto anno consecutivo, anche un blando passaggio alla fase opposta di El Niño sarebbe sufficiente per un aumento record della temperatura». È questo il futuro che ci aspetta.
Secondo Bill McGuire, che invece insegna allo University College di Londra, «nella nuova di fase di El Niño gli eventi estremi che hanno sconvolto il mondo nel corso del 2021 e del 2022 sembreranno insignificanti al confronto di quello che ci attende nell'immediato futuro».
Tra i record che potrebbero saltare c'è quello delle temperatura più alta mai registrata, i 54.4°C della Death Valley in California, ma il nuovo picco storico potrebbe arrivare in Medio Oriente o in Asia Meridionale.
E per la prima in Europa si potrebbe superare la soglia dei 50°C. Queste potrebbero essere le estati che verranno.
A rischio ci sarebbero forniture d'acqua e raccolti in tutto il mondo. Nel suo commento pubblicato su Wired, McGuire ha aggiunto: «El Niño sta arrivando, e il mondo non è pronto al suo arrivo».
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