La decisione è il primo passo per porre fine all’estrazione di combustibili fossili. Un obiettivo che il governo conta di raggiungere entro il 2050
Il governo danese ha bloccato le ricerche di nuove riserve di gas e petrolio nel Mare del Nord. La decisione è il primo passo per porre fine all’estrazione di combustibili fossili. Un obiettivo che il governo conta di raggiungere entro il 2050. Al momento sono 55 le piattaforme che estraggono combustibili fossili nel paese. Il ministro per l’ambiente, Dan Jørgensen ha detto che la decisione segna: «L’inizio della fine dell’era dei combustibili fossili». La Danimarca è il primo paese per produzione di petrolio nell’Unione europea e la decisione di non compiere nuove esplorazioni nel suo territorio marittimo comporterà la perdita di 1,1 miliardi di euro per le finanze pubbliche. Il paese scandinavo è considerato all’avanguardia sui temi ambientali e ha fissato l’obiettivo di tagliare entro il 2030 le emissioni dei gas serra del 70 per cento rispetto ai livelli del 1990.
La scelta della Nuova Zelanda
Nel corso della settimana anche la Nuova Zelanda ha approvato nuove misure per contrastare il cambiamento climatico. Il governo guidato dalla premier laburista, Jacinda Ardern, ha dichiarato lo stato di «emergenza climatica» nel paese e ha fissato il 2025 come data entro cui raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica.
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