Il nuovo componente esiste ma è difficile da produrre. Il problema è urgente: il minerale viene estratto con lo sfruttamento del lavoro in Africa, come sta raccontando Domani
- Elon Musk, amministratore delegato di Tesla, martedì ha organizzato un evento streaming dal titolo Battery Day per lanciare le sue super batterie senza cobalto e meno soggette all’usura.
- Lo stesso Musk ha dovuto ridimensionare l’attesa con un tweet comunicando che le nuove batterie non verranno prodotte in grandi volumi fino al 2022 e che è molto complicato produrle.
- Il problema però è urgente. Il cobalto viene estratto in Africa in condizioni di schiavitù. Lo sta raccontando Domani nella prima inchiesta finanziata dai lettori.
Con un evento in streaming dal nome evocativo, battery day, Elon Musk, il fondatore e amministratore delegato di Tesla, l’azienda americana specializzata nella produzione di auto elettriche, martedì ha presentato la sua nuova super batteria, già nota come la batteria “da un milione di miglia”. Il nuovo componente ha una durata molto maggiore di quelle attualmente utilizzate nei veicoli, un prezzo più basso (la batteria rende le auto elettriche più costose di quelle tradizionali) ed essere senza cobalto, uno dei materiali più costosi e su cui pesano forti problemi di sfruttamento del lavoro e di sostenibilità della filiera. Un tema su cui Domani ha già pubblicato la prima parte di un’inchiesta scelta e finanziata dai lettori. L’unico problema è che lo stesso Musk ha anticipato ad appena ventiquattro ore prima del lancio che queste batterie non potranno essere impiegate prima del 2022 e che la produzione non sarà sufficiente prima di almeno tre anni.
Fuori dall’hype
L’attesa per l’annuncio è stata alimentata attraverso social network, comunicati stampa sibillini e rumors. Il fatto stesso di aver lanciato un battery day, ovvero un evento in streaming per presentare un nuovo prodotto che di fatto nessun acquirente vedrà mai a occhio nudo, riflette l’importanza che l’azienda vuole dare all’impatto mediatico di questa produzione. L’attesa è stata in parte smontata dallo stesso Musk, che ha ridimensionato le aspettative con un tweet: «Una nota importante su ciò che verrà svelato nel battery day di domani. Influirà sulla produzione a lungo termine, in particolare di Semi, Cybertruck e Roadster (quindi rispettivamente modelli di camion, pickup e auto sportive, ndr) ma ciò che annunciamo non raggiungerà una produzione in grandi volumi fino al 2022».
La giustificazione è che «l’estrema difficoltà a rendere di scala – quindi vasta – la produzione di nuove tecnologie non è ben compresa. È dal 1000 per cento al 10.000 per cento più difficile che realizzare alcuni prototipi. La macchina per fare la macchina è molto più complicata della macchina stessa».
I rumors
La super batteria agita le riviste specializzate da mesi. Il nuovo prodotto infatti avrebbe dovuto essere lanciato ad aprile, in concomitanza con l’assemblea degli azionisti, ma entrambi gli appuntamenti sono stati rinviati per via del Covid-19.
Tesla prevede di produrle con nuovi sistemi automatizzati che ne ridurranno i costi di manodopera e ne aumenteranno la produzione di ben trenta volte rispetto a quella attuale della Gigafactory in Nevada, l’enorme fabbrica Tesla di batterie alimentata da pannelli fotovoltaici. L’intenzione, aveva anticipato Reuters, poi è quella di avere una flotta di oltre un milione di veicoli elettrici in grado di connettersi e condividere energia l'energia accumulata nelle batterie con la rete, con l’obiettivo di raggiungere lo stato di società elettrica, per competere con fornitori di energia tradizionali. Una tecnologia chiamata vehicle to grid su cui in Italia si sta muovendo anche Fca nella fabbrica di Mirafiori a Torino.
Alla fine, versioni migliorate della batteria, con una maggiore densità di energia e capacità di accumulo, e un costo ancora inferiore, saranno introdotte in altri veicoli Tesla e in altri mercati, incluso il nord America.
Senza cobalto
Le nuove batterie di Tesla si baseranno su innovazioni come la chimica delle batterie senza cobalto. Tesla inoltre sta lavorando al riciclo e al recupero di metalli costosi come nichel, cobalto e litio, attraverso la sua affiliata Redwood Materials, nonché nuove applicazioni di “seconda vita” delle batterie dei veicoli elettrici nei sistemi di stoccaggio della rete. Una mossa necessaria. La Commissione europea quest’estate ha lanciato una strategia sulle materie prime con un report in cui dichiara la forte dipendenza dalla Cina. Il 60 per cento del cobalto proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, ma più dell’80 per cento viene lavorato in Cina. A questo si aggiunge che le condizioni di lavoro nelle miniere rendono l’estrazione di questo minerale una nuova forma di schiavitù.
La promessa di vendite
Tutte le previsioni danno le vendite di auto elettriche in aumento. Il lancio della nuova batteria lo stesso giorno dell’assemblea degli azionisti, fissata prima del battery day, non è casuale. Il Financial Times ha scritto che Wall Street crede ancora che Tesla rappresenti il futuro dell’evoluzione tecnologica. L’anno scorso i problemi di consegna delle Tesla Model 3 avevano fatto circolare ipotesi di fallimento dell’azienda, che ciclicamente assiste a pericolosi sali scendi del valore delle azioni. Per il momento il problema non c’è, ma tutto il mercato auto sta soffrendo per l’impatto del coronavirus.
In attesa dell’assemblea, Musk ci ha tenuto personalmente (sempre tramite Twitter) a rassicurare i fornitori: «Intendiamo aumentare, non ridurre gli acquisti di celle delle batterie da Panasonic, Lg e Catl (forse anche da altri partner)». Il problema è che «anche con i nostri fornitori di celle che vanno alla massima velocità, prevediamo ancora carenze significative nel 2022 e oltre, a meno che non agiamo anche noi stessi».
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