- Narendra Modi è a Washington per la sua prima visita di stato negli Usa, proprio mentre India e Stati Uniti stanno affrontando lo stesso problema climatico: due devastanti ondate di calore.
- In India la situazione peggiore è nel nord-est, c’è stato già un centinaio di vittime e il problema principale è l’accesso all’aria condizionata, in questo momento ce l’ha solo il 20 per cento degli indiani. Le ondate di calore rischiano di costare il 2,8 per cento del Pil.
- Negli Usa la cupola di calore si è fermata sopra il Texas, lo stato dove la popolazione cresce più velocemente. È un paradosso tutto americano: anche grazie all’accesso all’aria condizionata, gli stati climaticamente più problematici sono anche quelli demograficamente più in salute.
Oltre alle opportune questioni geopolitiche, c'è un altro argomento di cui dovranno discutere oggi Narendra Modi e Joe Biden durante la prima visita di stato del premier indiano a Washington: il caldo. E non solo come spunto di conversazione nella cena di gala dopo gli incontri ufficiali.
Le due più popolose democrazie al mondo stanno soffrendo per lo stesso male: una persistente e pericolosa ondata di calore, uno degli effetti più diretti e classici della crisi climatica. In India la situazione più grave è negli stati del nord est, le vittime sono già un centinaio, le strade e i mercati sono deserti di giorno ed è impossibile lavorare all'aperto.
Negli Stati Uniti una cupola di calore si è fermata sugli stati del sud e oltre 40 milioni di persone hanno ricevuto un'allerta caldo negli ultimi giorni, con epicentro il Texas. Il governatore Greg Abbott ha firmato una legge che aumenta le protezioni legali per chi lavora all'aperto di giorno, imponendo alle aziende pause per bere e stare all'ombra. Una misura salva-vita: secondo un'inchiesta di NPR e Columbia Journalism Investigations in Texas sono morte 53 persone negli ultimi anni a causa di colpi di calore mentre lavoravano all'esterno.
Prospettive quasi opposte
In Texas negli ultimi giorni sono stati sfiorati i 48°C, in India le temperature più alte sono intorno ai 45°C, ma i due paesi hanno prospettive quasi opposte su cosa significa e come si affronta un'ondata di calore così intensa e duratura.
L'80 per cento degli indiani non ha l'aria condizionata: secondo il centro studi di Bloomberg, la curva di adozione di questa tecnologia inizia a impennarsi quando il reddito medio supera i 10mila dollari l'anno, l'India è a 9mila, quindi siamo appena all'inizio, la maggior parte del miliardo e 400 milioni di persone che vivono in India in questo momento non è attrezzato a reggere la normalizzazione delle temperature estreme (ondate di calore di questa magnitudo ci sono state nel 2010, nel 2015, nel 2022, quando la normalità sarebbe una ogni trent'anni). Non è solo un problema sanitario: il caldo è una minaccia per le ambizioni di crescita di Delhi. Secondo una ricerca dell'Università di Cambridge le temperature estreme potrebbero costare all'India il 2,8 per cento del Pil nel 2050 e l'8,7 nel 2100.
Problema energetico
Il condizionatore non è un problema per i texani. Qui i climatizzatori sono nel 99 per cento delle abitazioni e sono stati uno strumento di conquista del territorio, un ingrediente fondamentale per la crescita di economia e popolazione. Quando l'aria condizionata è arrivata nelle case, nel 1950, Houston aveva 500mila abitanti, oggi sono 2,3 milioni. Il problema è che rischia di non esserci energia sufficiente per alimentarli tutti.
Il Texas ha una delle reti elettriche più inaffidabili degli Stati Uniti, nel 2022 saltò durante un'ondata di freddo e 246 persone morirono congelate o asfissiate dalle stufe a gas. L'operatore di rete, l'Electric Reliability Council of Texas (ERCOT), ha chiesto alla popolazione di autorazionarsi l'energia fino a nuovo ordine per evitare il collasso.
Oggi il Texas è lo stato che cresce più per popolazione di tutti gli Usa, ma è anche un posto di estremi climatici, dove si rischia di morire di freddo dentro casa per un guasto alla rete e di caldo in strada mentre si lavora. Georgetown può essere considerata la città simbolo di questa sovrapposizione di demografia in aumento e clima in peggioramento: nel 2022 è stata la città con la crescita di popolazione più sostenuta di tutti gli Stati Uniti, ma è anche una di quelle messe in ginocchio da questa ondata di calore.
Ha registrato la minima più alta: 37°C di notte, non lontani dal record assoluto, registrato nel 2018 in Oman, 42°C. Il paradosso di Georgetown è un problema di tutto il sud: le contee che assorbiranno il 50 per cento di tutto l'aumento della popolazione nei prossimi vent'anni, secondo il Socioeconomic Data and Applications Center della Nasa, sono state in crisi idrica negli ultimi tre anni.
In un mondo dove coltivazioni ed esseri umani tendono a migrare verso nord, gli americani si stanno distribuendo, per opportunità e demografia, nelle aree più pericolose in cui vivere in questo emisfero e in un mondo che si riscalda: a sud. Cinque delle quindici città più in crescita degli Usa sono in Texas, dodici sono nella Sunbelt, la fascia che va longitudinalmente dalla California alla Florida.
Secondo uno studio recente, qui i giorni sopra i 100°F (soglia simbolo, sono circa 37,7 gradi) quadruplicheranno nei prossimi settant'anni. Secondo il climatologo John Nielsen-Gammon, direttore del Southern Regional Climate Center, «i tipici anni miti del 20esimo secolo saranno rarissimi, e quelli che oggi sono straordinariamente caldi saranno la normalità».
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