Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dal 29 luglio è iniziata la prima serie dedicata alla sentenza della corte d'assise di Bologna che ha condannato all'ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna e ha squarciato il velo su alcuni mandanti.


L'organizzazione che fa capo al comandante della X MAS, Fronte Nazionale, alla fine degli anni Sessanta elabora un progetto volto a realizzare un colpo di Stato, c.d. Operazione Tora Tora (dal nome dell'azione giapponese su Pearl Harbour).

Ne riferisce il consulente Giannuli. Sul piano storico è accertato che il colpo di Stato venne effettivamente tentato fra il 7 e l' 8 dicembre l 970. Ad esso parteciparono gli uomini del FN, reclutati dal costruttore Remo Orlandini, uomini di Avanguardia Nazionale, gruppi minori dell'estrema destra ed un reparto della guardia forestale. Dall'indagine storica risulta che altri reparti militari parteciparono ed altri erano pronti, ma non si mossero dalle caserme.

Dall'istruttoria Salvini emerge come le forze dell'estrema destra impegnate nel golpe fossero di significativa ampiezza e coinvolgevano non solo i militanti di Avanguardia Nazionale ma anche quelli di Ordine Nuovo

Gli uomini di Delle Chiaie portarono tuttavia a compimento l'azione più delicata, l'occupazione del Viminale, al termine della quale fu asportato un mitra dal corpo di guardia del ministero. Gli obiettivi principali contemplavano l'arresto del presidente della Repubblica, Saragat, quello del capo della polizia, Vicari e l'occupazione della RAI. L'azione era stata sospesa improvvisamente e per diverso tempo si formularono svariate ipotesi su chi e come avesse bloccato l'azione.

Secondo Giannuli, che ne ha esaminato i testi, le informative provenienti dalla polizia furono laconiche e progressivamente minimizzanti. In nessuna di esse si dà conto dell'episodio dell'intrusione di uomini armati nella sede del Ministero, della loro permanenza e del successivo allontanamento indolore dopo avere sottratto l'arma. Reticenze che non appaiono casuali e che il consulente attribuisce ai frequenti rapporti di collaborazione di AN con l'Ufficio Affari Riservati dalla metà degli anni '60. Questo legame era non solo intrinsecamente indicibile, nel momento in cui AN partecipava ad un tentativo di colpo di Stato, ma ancor più nel momento in cui la c.d. Controinformazione attribuiva proprio ad AN la responsabilità per le bombe del dicembre 1969. In tal caso il coinvolgimento dell'UAR nei fatti del 1969 sarebbe stato ulteriormente riscontrato, a partire dall'azione depistante che l'Ufficio vi aveva svolto con le indagini su Valpreda e Pinelli. Tanto più in quanto si sapeva che chi aveva aperto le porte del Ministero ai Golpisti era un funzionario interno di vertice, tale Drago, accusato qualche tempo dopo di essere stato colui che aveva aperto la strada ai golpisti all'interno del Viminale.

Sulla natura, gravità, complicità, coinvolgimenti nell'azione attribuita a Borghese e ai suoi uomini, gli storici e il consulente si pongono molti interrogativi.

A dibattimento il prof. Giannuli ha fornito un quadro essenziale, ma lineare dei collegamenti tra i depistaggi per la strage di piazza Fontana e il ridimensionamento omertoso sulla vicenda Borghese. Da questo punto di vista "il Golpe Borghese è una storia piuttosto scomoda" perché già nel giugno '70, con la pubblicazione da parte dei gruppi di sinistra della c.d. "controinformazione" (giornalisti, avvocati, militanti della sinistra che si propongono di svolgere indagini alternative a quella ufficiale su piazza Fontana e il golpismo "nero") del libro "La Strage di Stato", che secondo Giannuli ha sostegno ed informazioni dal servizio segreto militare, viene messa in discussione la pista "rossa" per piazza Fontana.

Ciò che appare in gioco sul finire del 1970 è un sistema di potere complessivamente illegale che rischia di essere illuminato per cui spariscono i documenti sulle responsabilità per gli attentati ai treni e si occultano i corpi di reato di piazza Fontana, a partire dall' eliminazione della bomba inesplosa (conferma nella deposizione del vecchio funzionario Ciccioni, oltre che in tutte le sentenze di merito sul punto), si creano piste più o meno alternative e si deve gestire con estrema fatica l'affaire Pinelli.

Per Giannuli "l'Ufficio Affari Riservati bene o male si sente sotto i "fucili" della controinformazione" e sotto osservazione. Da qui i successivi depistaggi che "a loro volta ci confermeranno un po' a tutta l'opinione pubblica italiana questa idea di una regia unica, che non c'era, ma c'erano interessi convergenti. Per capire i quali occorreranno trent'anni."

Secondo il consulente tra il servizio segreto civile e il servizio segreto militare si apre un conflitto su come utilizzare gli effetti di piazza Fontana. Mentre la polizia dirotta le indagini sugli anarchici, i militari vorrebbero coinvolgere, attraverso l'editore estremista Feltrinelli, direttamente la sinistra istituzionale.

"In realtà è un gran pasticcio" - dichiara Giannuli - "perché non so quanto sapesse l'Ufficio Affari Riservati di quel che bolliva in pentola. Di fatto costruisce una pista anarchica con Valpreda, e per altro, voglio dire, è la Squadra Politica di Milano che fa le indagini subito su Pinelli .... Ora, perché fanno questo lavoro e addirittura da prima della Strage? Questa pista che noi pensavamo, noi tutti che ci siamo occupati di questi temi, storici, giornalisti, e pensavamo che fosse costruita d'accordo col Servizio Segreto Militare. No, sbagliato. Il Servizio Segreto Militare, in realtà, da altre carte, si capisce soprattutto dall'attività di perquisizione, aveva in testa un 'altra pista che portava a Giangiacomo Feltrinelli e attraverso Giangiacomo Feltrinelli si tentava di attaccare il Partito Comunista. Di fatto la pista Valpreda, anarchici, è una pista diversiva, cioè devia l'operazione ...

"PRESIDENTE- C'è un depistaggio sul depistaggio programmato?

"CONSULENTE GJANNULI - Esatto.

"SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA - Ma perché, per fare un depistaggio non è che bisogna inventare solo una pista alternativa, cioè si crea confusione, ed è successo nella storia della Strage.

PRESIDENTE - Ma forse volevano evitare che uscisse quel tipo di depistaggio.

"SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA -Esattamente.

CONSULENTE GIANNULI - Un depistaggio al quadrato, se posso esprimermi così. Allora, qui si comincia a capire meglio il perché l'Ufficio Affari Riservati, che pure non c'entra operativamente con la Strage, né gli uomini di Avanguardia Nazionale, per lo meno nulla abbiamo trovato che lo confermi, però si dedica ai depistaggi. Perché? Perché intanto c'è un problema, c'è un terzo incomodo che è l'attività di controinformazione che in parte rubando notizie al... rubando! Avendo notizie dal Servizio Segreto Militare, in parte mettendo insieme proprie investigazioni, eccetera, ha creato una nuova pista, che è un po' paradossale perché in realtà è un depistaggio, perché beccano Delle Chiaie che invece poi verrà assolto nel processo di Catanzaro Bis, nulla lo ha confermato, quindi no. Però nello stesso tempo è qualcosa che mira giusto, perché dice: "L'attentato viene dall'estrema destra. E quindi crea una nuova pista, un po' più credibile delle altre, tanto è vero che poi quella sarà la pista che viene fuori, ma sia pure sbagliando nell'individuazione individuale. Questo però crea dei problemi molto seri all'Ufficio Affari Riservati, nonostante gli autori della Strage di Stato hanno trascurato cose importanti. "

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