Delfo Zorzi, un estremista di destra già arrestato per detenzione di esplosivi e schedato dalla polizia come potenziale eversore dell'ordine costituzionale, nonostante tutto questo frequentava amabilmente l'anticamera del Viminate
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dopo la prima serie dedicata alla sentenza della corte d'assise di Bologna che ha condannato all'ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna, il Blog mafie pubblica una seconda serie che si concentra sul ruolo dei mandanti
Sempre a proposito dei Manifesti cinesi, il consulente ricorda come era proprio il Movimento Sociale, il partito ufficiale della destra, cui An si contrapponeva, a denunciare i rapporti di questa con l'Uar: «AvangUardia Nazionale non confluì mai nel Movimento Sociale ed era normalmente accusata di essere un 'organizzazione di spie del Ministero dell'Interno. Almirante in particolare accusò sempre AvangUardia Nazionale di questo, e anche il Senatore Pisanò che era un po' la controinformazione del Movimento Sociale, identificava Delle Chiaie come uomo del Ministero che infondo era un'interpretazione della Strategia della Tensione, che però che aveva come obiettivo il Movimento Sociale al posto delle sinistre, ma sostanzialmente il meccanismo era lo stesso».
È un chiarimento molto importante; spiega la differenza dell'azione dell'Uar rispetto al Sid ed ai servizi militari. E anche il diverso ruolo di Ordine Nuovo in questo panorama frastagliato.
Il consulente racconta ancora che, quando poi intervenne l'effettivo scioglimento del gruppo per azione della magistratura nella seconda metà degli anni Settanta, Adriano Tilgher, il capo del gruppo in Italia mentre Delle Chiaie era fuggito in Spagna, fece "una conferenza stampa al momento dello scioglimento, in cui si parla dello scioglimento, lanciando una serie di avvertimenti, dicendo: "Ma guardate che però se siamo trascinati sul banco degli imputati faremo il nome di deputati e di Ministri che ci hanno ricercato, sollecitato, in qualche caso protetto, diremo di operazioni come quella dei Manifesti Cinesi", e lascia intendere che è ben altro su cui potrebbero parlare .... E disse: "Diremo di chi ci ha dato 300.000 al mese", il bello è che le 300.000 lire ... Le 300.000 lire al mese sono già menzionate dal libro "La Strage di Stato", che esce nel '70. Quindi probabilmente lì c'è un canale del Sifar, poi denominato Sid ... " (pag. 35).
Mario Tedeschi, malgrado fosse un parlamentare dell'MSI, svolgeva per la destra anche estrema un ruolo simmetrico a quello del "soccorso rosso dei gruppi dell'estrema sinistra", "fu il Soccorso Tricolore, fra ambienti del Movimento Sociale, in cui aveva un ruolo importante Tedeschi e la sua compagna che era la Preda, la giornalista Gianna Preda".
Anche questo è un dettaglio che rivela non solo la contiguità, ma anche la permeabilità dei gruppi della destra estrema con gli ambienti dei servizi. Opportunamente la Procura generale sottolinea come Tedeschi e Preda siano gli stessi personaggi che rientrano nelle dichiarazioni di Roberto Di Nunzio, come appartenenti a quei circoli di finanza e borghesia nera che osservava girare intorno al padre e al cugino
Il consulente cita a questo punto le fonti delle sue informazioni che possono essere quindi conSiderate attendibili: "GUardi, c'è sia la conferenza stampa di Tilgher che gli atti della audizione di Stefano Delle Chiaie davanti alla prima Commissione Stragi, cioè è storia pacifica, non contestata neanche dai dirigenti di AvangUardia Nazionale".
È noto come Delle Chiaie e per altro verso D'Amato abbiano recisamente negato quel tipo di collusione che da più parti veniva rilanciata. Inoltre, la sentenza del 1989 che assolse definitivamente Delle Chiaie dall'accusa per piazza Fontana si afferma non esservi prova concreta dell'esistenza di un suo legame con l'Uar ma, come vedremo, altre prove emergeranno con le indagini dei giudici istruttori di Milano e Venezia.
Ed infatti è alla sentenza-ordinanza Salvini del 18.03.1995 che il consulente rinvia più volte.
Se da un lato, dunque l'Ufficio Affari Riservati attingeva ad AvangUardia Nazionale per tutta una serie di finalità e per "operazioni sporche", i servizi segreti militari erano intrecciati ad Ordine Nuovo, come si è potuto appurare da varie fonti.
Il consulente data l'avvio di quest'ultima collaborazione organica al Convegno del Parco dei Principi, Istituto Pollio 1965.
Il rapporto fra Ordine Nuovo e il Servizio Segreto Militare era molto più organico di quello fra AvangUardia Nazionale e l'Ufficio Affari Riservati, come si evince dal Convegno del Pollio, pianificato, organizzato, finanziato e diretto da civili e militari, con la partecipazione degli ordinovisti come relatori e come forza di riferimento delle soluzioni politico-militari che vi venivano avanzate.
I finanziamenti arrivavano mediante abbonamenti sollecitati, nonché attraverso l'azione dell'Ufficio Rei del Sifar, che teneva i rapporti col mondo industriale per via del suo compito relativo al controspionaggio industriale. Di questo Convegno, del suo scopo e dei partecipanti si è già detto più volte. Qui basti ricordare che per qualità dei partecipanti, degli interventi e delle soluzioni risultava nitida quell'alleanza tra ordinovismo, ambienti militari e dei servizi, settori della politica e del Vaticano disponibili all'azione di forza. Abbiamo visto i nomi dei relatori (Giannettini ed altri), ma è necessario ricordare anche la presenza al Convegno del Delle Chiaie.
L'operazione mirava infatti a inglobare tutte le organizzazioni dell'estrema destra. Il consulente espone come attraverso la diffusione di volantini di diverso contenuto, uno dei quali direttamente riconducibile a Ordine Nuovo, tutta l'estrema destra fu coinvolta in un'operazione di assimilazione e amalgama delle forze che la destra aveva in campo in quel momento. Come ha spiegato Vinciguerra- sostiene il consulente i Nuclei per la Difesa dello Stato furono il prodotto di quella discussione: essa non fu altro che il "tentativo di
incorporare nell'apparato difensivo dello Stato contro l'eversione di sinistra, le organizzazioni della destra già esistenti: Ordine Nuovo, anche Avanguardia Nazionale, perché AvangUardia Nazionale in realtà partecipa anche al Convegno Parco dei Principi, tra gli invitati c'è anche Delle Chiaie, quindi all'inizio, nonostante la contrapposizione, per altro c'è anche un rappresentante dell'Ufficio Affari Riservati che partecipa, un funzionario di secondo piano rispetto a D'Amato, però ci sta".
Ordine Nuovo è collaterale ai servizi militari. AvangUardia ha una posizione molto meno spiccata ed avrà come Ufficio di riferimento l'Ufficio Affari Riservati.
La logica è esattamente quella della "reazione preventiva alla guerriglia, di controguerriglia preventiva, e lo stato maggiore dell'Aeronautica, poco avvezza a queste finezze, chiedeva: "Ma come si fa a fare una cosa preventiva a una cosa che non c'è? Una reazione preventiva a una cosa che ancora deve manifestarsi", gli rispondono: "Lascia stare, lo spieghiamo".
Per questo è conSiderato il momento in cui nasce la strategia della tensione in Italia.
Il rappresentante dell'Ufficio Affari Riservati al Convegno era Sampaoli Pignocchi, referente dell'Ufficio per i rapporti con Delfo Zorzi. D'Amato non avrebbe rinunciato ad avere occhi ed orecchi anche dentro Ordine Nuovo. Plurime fonti indicano Zorzi come figura in diretto contatto con l'Uar. Quello di Zorzi è conSiderato un altro esempio di neofascista legato alle istituzioni di quello Stato, di cui a parole si professava irriducibile nemico.
È lo stesso D'Amato che nel corso di una deposizione al processo avanti alla Corte d'Assise di Venezia la cui sentenza è stata richiamata che confermò i legami esistenti tra il suo ufficio e Delfo Zorzi, pur assumendo che tali rapporti non nascondevano nulla di illecito. Chi conosce la storia e la figura di Delfo Zorzi è rimasto sorpreso dalla giustificazione che D'Amato diede di quei rapporti, spiegando come l'ufficio di Sampaoli Pignocchi era una sorta di salotto culturale frequentato da intellettuali scrittori, giornalisti e studiosi, categoria alla quale assegnava Zorzi.
D'Amato disse in quella deposizione che, dato il clima allora esistente in Italia, la presenza di Zorzi al vertice del ministero dell'Interno non poteva dirsi cosa di così eccezionale gravità. Una tale affermazione convalida l'ipotesi che il D'Amato non abbia avuto il minimo scrupolo a trattare e condividere rapporti con personaggi come Zorzi, un estremista di destra già arrestato per detenzione di esplosivi e schedato dalla polizia come potenziale eversore dell'ordine costituzionale, che nonostante tutto questo frequentava amabilmente l'anticamera del Viminate.
Si tratta di una circostanza storicamente acclarata (si rinvia per altri importanti dettagli al citato volume di Pacini) che nel nostro contesto rileva perché dimostra come l'Ufficio Affari Riservati in ragione delle sue relazioni non si sarebbe fatto scrupolo ad agire nelle direzioni rese e nei modi resi possibili dalla qualità dei suoi interlocutori.
Tutte le dichiarazioni rese da D'Amato in quel processo per giustificare la presenza abituale di Zorzi negli uffici dell'Uar vengono conSiderate sorprendenti e incredibile e tali da "offendere non solo il buon senso ma l'intelligenza dello stesso D'Amato". D'altra parte, non poteva sfuggire al D'Amato ciò che fu accertato alcuni anni dopo in ordine alle strette vicinanze del Sampaoli all'estrema destra e al gruppo protagonista dell'iniziativa del Pollio. Sampaoli non era un dirigente marginale dell'Uar come sostenne D'Amato avanti alla Corte d'assise di Venezia ma un funzionario operativo.
Le parole di D'amato sono quindi una delle prove di maggior rilievo sull'esistenza di legami fra Zorzi e l'Uar, legami sono stati confermati da altri attendibili testi a partire da Vincenzo Vinciguerra con specifico riferimento alla proposta che gli fu fatta da Zorzi e Maggi di assassinare l'on. Rumor con la complicità di ambienti del ministero dell'Interno.
Lo stesso dicasi per ciò che rigUarda quanto Vinciguerra ha riferito con riferimento all'arruolamento nelle forze di polizia di Cesare Turco, estremista del suo gruppo, da cui Vinciguerra apprese che Delfo Zorzi era amico di un altissimo funzionario del ministero dell'Interno, affermazione fatta alla presenza dello stesso Zorzi che non la contraddisse e anzi se ne dimostrò compiaciuto.
Su tutti i dettagli di questa vicenda rimandiamo alle dichiarazioni di Vinciguerra, dalle quali si evince che Zorzi fu inserito nelle file dell'Uar da Elvio Catenacci, che sul finire degli anni 60 era stato questore di Venezia e divenne poi dirigente dell'Uar.
Vinciguerra ha spiegato che l'offerta di Catenacci, anch'egli rigorosamente allineato nella strategia anticomunista dell'Uar, fu fatta per allettare Zorzi in una battaglia anticomunista più efficace, operando alle dipendenze del Viminale, rispetto a quella condotta quale semplice militante di un gruppo come Ordine nuovo.
Non risulta che le gravissime accuse di Vinciguerra siano mai state ufficialmente smentite e risultano anzi riscontrate nell'ambito delle indagini su Zorzi. Sulla figura di Catenacci e il suo essere apertamente schierato con l'estrema destra, le fonti aperte risultano univoche. Ricordiamo soltanto il suo ruolo nei confronti del commissario Pasquale Juliano che ne fu vittima e in generale la sua azione nelle prime indagini su piazza Fontana. Sul punto ancora il citato volume.
La digressione ci permette di comprendere il ruolo che in questo processo viene attribuito a D'Amato non solo attraverso importanti riscontri probatori, ma all'interno di una storia che ha visto più volte lo stesso personaggio agire con modalità ricorrenti, per cui alla stregua dei precedenti un suo ruolo nella strage di Bologna non sarebbe né sorprendente e neppure prima facie incredibile.
Ed infatti, quale fu il ruolo di D'Amato nella strage di piazza Fontana?
Le informazioni e le ormai consolidate ricostruzioni aprono sqUarci di conoscenza e di luce sul coinvolgimento diretto dell'Uar, che vi attuò non tanto e non solo un depistaggio, ma un'autentica azione di guerra psicologica, strumentalizzando l'iniziativa degli ordinovisti al servizio della rete atlantica, per regolare i conti con una certa area politica, c.d. Pista anarchica e al contempo occultare la trama neofascista, da cui provenivano gli esecutori materiali incistati nell'organizzazione ordinovista veneta, i cui rapporti con gli apparati militari golpisti non dovevano emergere.
Tutto ciò in piena autonomia e perseguendo un proprio progetto politico.
Il prof. Giannuli invita a conSiderare che dietro la strage di piazza Fontana si è sempre pensato vi fosse una regia unica, diretta dal Ministero dell'Interno, che comprendeva il Servizio Segreto Militare, Ordine Nuovo, AvangUardia Nazionale, tutti coalizzati in funzione di un possibile colpo di Stato.
Solo nei primi anni '90, con l'inchiesta del Giudice Salvini, si comprese che non era così; al contrario c'era una rivalità forte fra i corpi e i gruppi dell'estrema destra con i rispettivi referenti. Si comprende che "AvangUardia Nazionale porta sempre alla Polizia .. e Ordine Nuovo porta sempre ai Carabinieri e al Servizio Militare".
Da quel momento si comprende che ci sono diverse strategie.
Di tutto questo abbiamo già trattato in altra parte.
Ai nostri fini è sufficiente però questo dato definitivo. Sin dagli anni '70 i rapporti tra Delle Chiaie e l'Ufficio Affari Riservati sono stretti e rigUardano l'infiltrazione e la disponibilità del primo ad assecondare i piani del secondo, in relazione alle mutevoli vicende politiche del momento. Ciò non toglie che l'Uar sia stato attivo in ogni ambito in cui maturavano progetti eversivi non per prevenirli e denunciarli ma per indirizzarli e guidarli al fine di mantenere gli equilibri di lungo periodo del sistema, anche a costo di momentanee azioni destabilizzanti.
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