L'estate è ormai alle porte anche in Germania. Mettetevi comodi, sorseggiate una Radler (o una Apfelschorle) e godetevi il nuovo numero della Deutsche vita.

parenti serpenti

Christian Lindner non perdona. Non è tollerante con i partner di coalizione quando deve scrivere il bilancio del 2025, figurarsi con i cugini francesi quando si tratta delle regole europee sui conti.

Il ministro delle Finanze, che ha appena portato a casa un bilancio straordinariamente favorevole per il suo partito considerato il peso politico dei liberali negli ultimi mesi, continua a non farsi nuove amicizie in Europa. In particolare, ha espresso il suo sostegno alla procedura legata al deficit aperta nei confronti di Francia, Italia e altri cinque paesi dell'Ue.

Lindner ha avuto parole molto poco tenere soprattutto per il futuro governo francese, che ha incoraggiato in maniera molto diretta a intraprendere un percorso di rientro molto rigido. Bruno Le Maire, il ministro uscente, ha calcolato che sarà necessario un taglio ai conti di 25 miliardi di euro per tagliare il deficit parigino e farlo rientrare negli standard europei.

Per non lasciare dubbio alcuno, giorni fa Lindner ha anche ucciso nella culla la possibilità che la Bce possa intervenire a favore della Francia acquistando titoli di stato in grande stile come è successo in passato per l'Italia. Una strada esclusa da Lindner, che ha tirato in ballo "l'empatia" nei confronti della Francia, visto che l'intervento della Bce, solleverebbe "questioni economiche e costituzionali". Dichiarazioni attaccate duramente dai banchieri centrali, che all'Handesblatt hanno parlato di parole "inutili" o "stupide".

merkel fa 70

L'ex cancelliera fa settant'anni. L'occasione per fare un bilancio dell'epoca segnata da Angela Merkel durata sedici anni. Anche a fronte delle conseguenze inevitabili legate al cambiamento della storia e del quadro in cui si trovano ad agire i nuovi capi di governo, l'eredità della prima e finora unica cancelliera tedesca si conserva abbastanza intatta.

La sua festa sarà privata, come la gran parte della sua vita dopo la fine dell'ultimo mandato. A novembre è in programma l'uscita delle sue memorie, ma già per questo traguardo i bilanci si sommano. La tv pubblica le ha dedicato un documentario, chi l'ha conosciuta più o meno bene ha condiviso ricordi, come la capa della Spd Saskia Esken che loda la sua sensibilità.

Ma c'è anche chi critica l'epoca Merkel: Jens Spahn, per esempio, che all'epoca era ministro della Salute, ci ha tenuto a comunicare che dal suo punto di vista l'accoglienza dei migranti, il rapporto con la Russia di Putin e l'addio all'energia atomica sono stati deleteri per lo stato di salute della Germania.

l'altro candidato

Nel fine settimana è andata avanti la consueta serie di interviste estive ai leader politici della televisione pubblica tedesca. Questa settimana, doppio appuntamento con la Cdu/Csu: Friedrich Merz e Markus Söder, attualmente i due pascià della politica tedesca.

Possono capitalizzare con la strategia dell'opossum, approfittando della debolezza della coalizione Semaforo, che li ha già portati al 30 per cento delle ultime elezioni europee. Unico pericolo all'orizzonte, AfD, a cui però almeno a parole l'Union si pone come argine.

La K-frage, il dibattito su chi sarà candidato cancelliere, si svolgerà a fine estate a porte chiuse, promettono i due. L'ombra del gigante di Norimberga continua ad allungarsi sullo smilzo erede di Angela Merkel, ultimamente in discussione per aver preso parte - da pilota provetto - a un volo di addestramento da 111mila euro della Luftwaffe sulla Ostsee nel mar Baltico, per "accertarsi della capacità di intervento" delle truppe che lo avevano invitato da membro sostituto della commissione Difesa.

Söder, da parte sua, a parole continua a minimizzare le sue ambizioni, ma gli sforzi che ha profuso negli ultimi mesi sui suoi social non sono passati inosservati. Nel mirino, lo sanno tutti - ma non lo nasconde neanche lui stesso - c'è l'elettorato di destra che sta progressivamente migrando in direzione AfD, che Söder cerca di trattenere con un linguaggio anticasta capace di stuzzicare quelle persone. Dalla sua ha poi un recente sondaggio di Bild: se si potesse eleggere direttamente il cancelliere, Merz raccoglierebbe il 31 per cento dei voti. Il governatore bavarese il 37 per cento.

la fine del megafono

La ministra dell'Interno Nancy Faeser ha vietato il magazine Compact. Si tratta della voce editoriale dell'estrema destra, che simpatizzava per AfD e per la galassia circostante: redazione ed editore sono stati oggetto di una perquisizione dopo che la pubblicazione è stata vietata in virtù della legge che non permette associazioni e aziende che si pongono in conflitto con la base liberaldemocratica dello stato.

Anche i servizi segreti avevano classificato il magazine come "evidentemente di estrema destra", espressione che si usa a valle di un periodo di sorveglianza e che è stata attribuita anche ad alcune realtà locali di AfD. Il mensile, a cui è collegato anche un sito web e una trasmissione quotidiana, aveva una tiratura di 40mila copie, mentre il programma trasmesso sui Youtube raccoglieva anche 100mila click, il canale aveva 350mila follower.

Il direttore Jürgen Elsässer ha improntato dal 2010 la linea del giornale alla propaganda sui temi cari alla destra, soprattutto per quanto riguarda i migranti musulmani o il governo in carica, ma anche nei confronti della stampa tradizionale, la Lügenpresse, stampa bugiarda, come viene amichevolmente chiamata dall'estrema destra. A fare la differenza nella decisione della ministra, il fatto che il tono della pubblicazione si stesse facendo sempre più aggressivo e combattivo, per esempio per quanto riguarda il racconto di Covid e campagna vaccinale.

L'ultima campagna del giornale - intitolata "onda blu", dal colore di AfD - aveva portato il direttore, ex uomo di sinistra che si autodefiniva addirittura comunista, a insultare tutte le "Altparteien", i partiti tradizionali, davanti a un pubblico di simpatizzanti e con un ampissimo spazio per gli ospiti di AfD. "Vogliamo abbattere questo regime" era il tenore degli interventi di Elsässer, che aveva trovato il momento d'oro nelle campagne di resistenza alla campagna vaccinale ai tempi della pandemia.

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