Il cancelliere Olaf Scholz rischia di vedersi sgretolare davanti agli occhi la sua maggioranza dopo l’ennesima provocazione di Lindner. Per salvare la situazione all’ultimo il cancelliere ha proposto ai leader di Verdi e Fdp una mediazione “a sei occhi”
Cari deutscheviters, questa settimana la politica tedesca – solitamente placida ai limiti del sonnechiante, almeno per gli standard italiani – rischia di regalarci sentimenti da montagne russe. La data da cerchiare in rosso è quella di mercoledì, quando il governo si riunirà per discutere una proposta del ministro delle Finanze Christian Lindner che ha fatto sobbalzare l’esecutivo già lo scorso weekend. Parliamo anche dei destini di Commerzbank e della nuova legge di autodeterminazione, oltre che del passato familiare di Alice Weidel, capo di AfD.
Semafine?
La coalizione Semaforo cammina sull’orlo del baratro. Ad aver avvicinato un altro po’ la fine anticipata dell’alleanza è stato Lindner, che ha ritenuto di presentare ai partner di coalizione una proposta di rilancio dell’economia assolutamente irricevibile per Spd e Verdi, visto che prevede uno stop praticamente totale a una serie di iniziative che stanno a cuore ai due partiti. Dall’accelerazione sulla transizione ecologica al sostegno sociale, il paper di Lindner rimette tutto in discussione. Come se non bastasse il contenuto del documento, l’appunto è stato anche diffuso dalla stampa, gettando altra benzina sul fuoco di una coalizione bloccata negli scontri vicendevoli da ormai troppo tempo.
Alle elezioni manca meno di un anno, ma i sondaggi attuali non li danno oltre il 3-5 per cento, quindi a rischio soglia di sbarramento. Più di qualche osservatore vede in un addio tempestivo alla coalizione con Verdi e socialdemocratici l’ultima possibilità per rilanciarsi. Ora, resta da capire se il documento del ministro sia un bluff oppure se la Fdp voglia davvero uscire dal governo. In tal caso, resta da capire se Olaf Scholz ha intenzione di continuare a tenere in piedi un governo di minoranza o se deciderà di anticipare le elezioni in programma per settembre 2025.
Per salvare la situazione, il cancelliere ha già convocato un primo incontro “a sei occhi” con i suoi partner Lindner e Robert Habeck domenica sera e uno oggi, ne dovrebbe seguire almeno un altro entro la riunione di governo.
Per capire meglio le ragioni che hanno portato a tanto scontento vi lasciamo anche il link all’intervista che abbiamo avuto modo di fare a Jürgen Trittin, ex ministro dei Grünen per l’Ambiente dei governi rossoverdi. Abbiamo parlato dell’ondata di destra che sta investendo l’Europa, ma anche del perché il governo Semaforo, nonostante gli sforzi, continui a scendere nel gradimento dei cittadini tedeschi.
Passato bollente
Alice Weidel deve fare i conti con le rivelazioni sul ruolo di suo nonno ai tempi del nazismo. Hans era membro della Nsdap dal 1932 e delle Ss dal ‘33. Weidel presto diventò deputato cittadino per conto del partito e a stretto giro addirittura capogruppo. Era anche attiva in un’associazione di giuristi che si presentavano come «guardiani e conservatori delle leggi di vita del popolo (völkisch è un aggettivo molto caro ai nazisti, che deriva da Volk ed è pressoché intraducibile, se non con un una perifrasi del genere “proprio del popolo” inteso in senso nazista)». Dal 1941 il giurista fu nominato giudice militare a Varsavia, la sua carriera continuò ulteriormente negli anni successivi.
Interpellata dalla Welt, che si è occupata del dossier, la leader di AfD si è difesa raccontando di non aver avuto mai grande contatto con il nonno, morto per altro nel 1985, quando Weidel aveva sei anni. La sua vita e la sua carriera proprio per le divergenze familiari non sarebbero più state discusse.
A giugno era stato svelato anche il passato del nonno del capolista di AfD alle europee Maximilian Krah. Secondo inchieste giornalistiche avrebbe avuto un ruolo attivo nel partito di Hitler e avrebbe aiutato come medico nel la Hitlerjugend, l’associazione giovanile della Nsdap.
La trincea di Commerz
Continua il giallo finanziario intorno a Commerzbank. La seconda banca più grande di Germania ha appena comprato 600 milioni di azioni proprie: è una mossa per difendersi dall’attacco dell’italiana Unicredit, che nelle ultime settimane ha avviato una scalata ostile arrivando a detenere il 21 per cento della proprietà con il via libera della Bce ad arrivare anche al 29,9 per cento. Francoforte si è più volte espressa a favore di un’eventuale fusione, avendo negli occhi la possibilità di creare un player europeo di dimensioni rilevanti.
L’iniziativa di Andrea Orcel incontra meno favore in zona cancelleria: al governo piace molto poco l’idea che uno dei principali punti di riferimento della piccola e media imprenditoria tedesca finisca in mano a una proprietà straniera. Anche la governance della banca stessa si sta muovendo per tenere testa al tentativo di scalata: il riacquisto di azioni proprie è parte di questo piano e produce anche un effetto collaterale che Commerz apprezza, cioè quello di aumentare il prezzo delle azioni ancora in circolazione. Uno sviluppo che rende complessivamente più costosa l’acquisizione totale.
La ragione dell’ostilità sta nella difficoltà di far convergere due sistemi molto diversi e nella paura di perdere clienti che «hanno certe aspettative in termini di rating»: per S&P Commerzbank è valutata come A, mentre Unicredit arriva appena a BBB-. Anche il consiglio d’amministrazione ha annunciato di volersi opporre a un’acquisizione ostile, spiegando di temere il taglio di 18mila posti di lavoro.
La via per l’autodeterminazione
Venerdì scorso è entrata in vigore la nuova legge per l’autodeterminazione. Ora, cambiare il dato della propria identità sessuale sarà più semplice e basterà soltanto una dichiarazione, ma le associazioni Lgbtq+ denunciano già i primi ostacoli: nonostante sia già possibile prenotarsi da agosto, molte anagrafi sarebbero in difficoltà per il lavoro aggiuntivo. Le persone trans, intersex e non binarie potranno farsi categorizzare come “differenti” oppure far cancellare del tutto il dato sull’identità di genere.
La nuova legge supera così il Transexuellengesetz degli anni Ottanta, che spesso dava luogo a colloqui degradanti, perizie e procedimenti giudiziari costosi. Ora basterà prendere appuntamento tre mesi prima all’anagrafe e, dopo un cambiamento del dato, non si potrà cambiare idea per un anno. Per i minori dai 14 anni in su serve il via libera dei genitori.
Si tratta di uno dei provvedimenti più attesi del governo Semaforo e lo Spiegel ha calcolato che già ad agosto si erano prenotate 15mila persone. A chi cambia la propria identità di genere in “differente” è concesso anche di cambiare il proprio nome, con la libertà di averne fino a cinque. Se però si sceglie un’identità maschile o femminile il nome deve essere coerente con il genere, con il conseguente obbligo di rinnovare tutti i documenti, i costi sono a carico del cittadino. Restano a carico dei privati anche eventuali interventi chirurgi e assunzioni di ormoni, aspetti che la community contesta con forza, come il fatto che il cambiamento burocratico può essere messo in discussione fino a due mesi dopo l’atto.
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