Parla Thu Nguyen, ricercatrice al Centro Delors della Hertie School a Berlino, che risponde indirettamente all'autore del ricorso Bernd Lucke: Next generation Eu è costituzionale gli scenari proposte dai ricorrenti sono «inverosimili»
- «NG è ammissibile per il diritto europeo, come sostenuto anche da molti costituzionalisti. Sono ottimista, non credo che la Corte costituzionale fermerà NG»
- «Non riesco davvero ad immaginare nessun caso in cui tutti gli altri Stati membri non versano contributi nel bilancio dell’Unione, e solo la Germania continua a farlo»
- «Se si volesse arrivare all’unione fiscale, allora saranno necessari ulteriori decisioni politiche»
Dopo Bernd Lucke Domani ha parlato con Thu Nguyen, ricercatrice di diritto costituzionale e di politiche europee per il Jacques Delors Centre. Nguyen smonta le tesi del ricorso costituzionale, in particolare chiarendo come l’ipotesi ventilata da Bernd Lucke, autore del ricorso, che è anche l’argomento classico dei populisti tedeschi (cioè che la Germania sarà costretta a ripagare l’intera somma del fondo) è, semplicemente, inverosimile. Nguyen si dice ottimista per il ricorso perché ricorda come la giurisprudenza della Corte costituzionale di Karlsruhe, anche nei momenti di maggiore contrasto con la Corte di giustizia dell’Unione europea, non ha mai davvero fermato il processo di integrazione giuridica. E uno stop a Next Generation Eu è un rischio anche per la Germania.
Dottoressa Nguyen, qual è a Suo avviso la situazione giuridica del ricorso costituzionale su Next Generation?
Secondo me il Next Generation è ammissibile per il diritto europeo, come sostenuto anche da molti costituzionalisti. Non è vero che lede la responsabilità di bilancio del Bundestag per il fatto che la Germania, potenzialmente, potrebbe essere chiamata a rispondere per l’intera somma di 750 miliardi di euro. Considero molto basso il rischio per il bilancio tedesco: è l’Unione europea a rispondere con il proprio bilancio. Questo significa che i debiti contratti vengono ripagati, insieme agli interessi, con il bilancio europeo.
I rischi per i bilanci nazionali sono legati ai contributi che gli stati membri regolarmente versano nel bilancio dell’Ue. Nessuno degli stati membri risponde direttamente per i debiti contratti e anche la Germania risponde solo indirettamente, tramite i contributi che deve versare. E lo scenario in base al quale la Germania improvvisamente diventa l’unico stato membro che versa contributi al bilancio Ue, mentre gli altri 26 stati non lo fanno e quindi risponde da sola per i 750 miliardi è davvero inverosimile.
Persino il Regno Unito che è uscito dall’Unione euroqpea deve comunque onorare i suoi obblighi. Non riesco davvero a immaginare nessun caso in cui tutti gli altri stati membri non versano contributi nel bilancio dell’Unione, e solo la Germania continua a farlo.
I ricorrenti ritengono però che alla Commissione sia data la possibilità di prelevare fino allo 0,6 per cento del prodotto interno lordo degli Stati per far fronte ai crediti e gli interessi fino al 2058.
La decisione sui mezzi propri non stabilisce ancora nulla di ciò che accadrà in futuro o su come verranno rimborsati i debiti. Gli stati membri sono obbligati a fornire all’Ue i fondi di cui ha bisogno per le sue spese, ma non sappiamo ancora nulla sul livello della spesa futura. Sarà oggetto di negoziato nell’ambito del prossimo Quadro finanziario pluriennale (Qfp). Non è stato ancora stabilito se il debito sarà rimborsato attraverso un tetto di spesa più elevato nel Qfp o attraverso tagli ad altre spese. Tale decisione dovrà ancora essere presa all’unanimità dal Consiglio, quindi anche con la Germania. L’aumento del limite di capitale non cambierà questo aspetto: senza ulteriori decisioni politiche, non ci saranno ulteriori oneri per i bilanci nazionali.
Non vede alcuna violazione degli articoli 310 e 311 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea?
No. Next Generation Eu si basa sulle norme di solidarietà e assistenza contenute nell’articolo 122 del Tfue. L’articolo 311 definisce il sistema delle risorse proprie dell'Unione: l’Ue si fornisce i mezzi necessari per raggiungere i suoi obiettivi e attuare la sua politica. Tuttavia, non disciplina le categorie di fondi propri che possono esistere. L’articolo 311 stabilisce molto chiaramente che nuove categorie di risorse proprie possono essere create e devono essere ratificate da tutti gli stati membri. La decisione sulle risorse proprie è stata approvata all’unanimità dal Consiglio a livello dell’Ue e non vedo alcun problema non appena sarà ratificata dagli stati membri.
Ma la Corte costituzionale potrebbe giudicare il Next generation Eu come un atto ultra vires delle istituzioni europee?
La possibilità c'è sempre, ovviamente, che non può essere esclusa. Sono ottimista, non credo che la Corte costituzionale fermerà il Next generation Eu.
Ad oggi il presidente federale non può firmare la ratifica. Cosa crede possa succedere?
Credo che tutto si riduca al rischio che corre l’Ue se il Next generation Eu si interrompe e si trascina a lungo e cosa accadrebbe se, invece, non viene fermato. Quale sarebbe il rischio per il bilancio federale tedesco? Penso che il Tribunale costituzionale federale sia stato spesso scettico nelle sue decisioni, ma in realtà non ha mai veramente detto “No”. Fino alla decisione del Pspp, ma anche allora la decisione fu tale da permettere al governo federale di risolvere il problema con relativa facilità. Ecco perché non voglio credere che la il tribunale fermerà Next Generation Eu, proprio perché i rischi per la Germania e per il bilancio tedesco non sono così alti, ma l’importanza per l’integrazione progressiva dell’Ue lo è. Ecco perché sono ottimista. I tempi in cui la Germania ratificherà la decisione sulle risorse proprie dipende dalla rapidità con cui deciderà il tribunale. Quindi, se non è possibile che la decisione arrivi prima, in estate i primi fondi dovrebbero affluire agli stati membri.
Ma cosa può succedere in caso di decisione negativa o di rinvio?
Ovviamente non sarebbe uno scenario positivo per l’Ue e gli stati membri, perché in tal caso Next Generation Eu non potrebbe entrare in vigore e tutto verrebbe rinviato, il che sarebbe disastroso per i paesi che hanno bisogno e contano su queste risorse, ma anche per l’integrazione europea. Se la Corte costituzionale federale interrompe la ratifica, intanto si ferma Next Generation e, quindi, si bloccano anche le risorse.
Esiste un controllo del parlamento europeo sui fondi?
Sì. I fondi fluiscono principalmente attraverso il Recovery and Resilience Facility, in cui il parlamento è coinvolto tramite la Commissione. È innanzitutto responsabilità della Commissione valutare i piani nazionali e monitorare la spesa dei fondi ma con la supervisione del parlamento, che può invitare la Commissione ogni due mesi a discutere, ad esempio, i piani nazionali e il raggiungimento degli obiettivi. La Commissione si è impegnata a tenere conto delle posizioni del parlamento. Inoltre, il parlamento riceverà anche una relazione di riesame entro l’estate 2022 sullo stato del processo e relazioni annuali dalla Commissione. Ciò significa che il parlamento esercita un controllo continuo ed è legato alla Commissione, che è ovviamente l’istituzione che controlla la spesa dei fondi.
Next generation Eu è il primo passo verso l’Unione fiscale?
Next Generation Eu ha aperto un dibattito politico su come potrebbe essere la politica finanziaria dell’Ue in futuro. Ma penso che dobbiamo solo avere molto chiaro che lo strumento di ricostruzione è uno strumento temporaneo. Ha una chiara limitazione in termini di tempo, quantità ed effetto. Se si volesse arrivare all’unione fiscale, allora saranno necessari ulteriori decisioni politiche.
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