Christian Lindner polemizza sulla copertina dedicata dalla testata Titanic a suo figlio nasciutro, che secondo il magazine satirico rischia di essere un «low performer», un dispiacere per il suo padre turbocapitalista
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Eccoci di ritorno, pronti a portarvi le notizie più croccanti da Oltralpe. Continuano sempre le trattative per la formazione del nuovo governo, ma vi raccontiamo anche di un caso televisivo e della poca tolleranza di Christian Lindner per la satira di Titanic.
Ora tocca ai capi
Il tavolo per la riedizione ‘25 della Grande coalizione è in pieno svolgimento. Venerdì scorso i quattro leader (i due cosegretari della Spd, il capo della Cdu e quello della Csu) venerdì si sono visti al Willy-Brandt-Haus, dove Merz è entrato per la prima volta: «Speriamo di essere buoni ospiti» ha detto il capo della Spd Lars Klingbeil. Il quartetto continuerà a trattare anche alla Konrad-Adenauer-Haus e alla rappresentanza berlinese della Baviera, ma restano da sciogliere nodi piuttosto complicati.
Le previsioni sono comunque ottimiste – «La portiamo a casa» ha detto Markus Söder – ma la consapevolezza è che alcuni degli ostacoli ancora sulla via dei due partiti sono ancora importanti e non si vuole rischiare il bis di quello che è successo alla coalizione Semaforo, che aveva fatto promesse che non era riuscita poi a mantenere. Resta il problema che i mezzi, nonostante i due fondi speciali, sono limitati: «Non si riusciranno a mettere a terra tutte le proposte dei tavoli di lavoro» ha detto Saskia Esken della Spd. Va infatti tenuto a mente che i due fondi speciali a debito genereranno degli interessi da pagare attingendo al bilancio ordinario, limitando quindi le disponibilità per altre spese.
Uno dei principali problemi, oltre alla linea da tenere sulla migrazione, è quello del fisco. Si discute per esempio di una prospettiva di alleggerimento della pressione fiscale: solo che la Cdu vorrebbe puntare su un fisco più leggero per le imprese, mentre la Spd chiede un aumento delle imposte per lo scaglione più alto e ritoccare al rialzo le tasse sugli utili da capitale e la tassa di successione per quanto riguarda le eredità derivanti da attività imprenditoriale.
Altro tema sono le pensioni: mentre i socialdemocratici vogliono stabilizzarne il livello medio, mentre il partito di Friedrich Merz vorrebbe che si lavorasse anche qualche anno in più. Da risolvere anche la questione dei prezzi energetici: il nuovo governo interverrà quasi sicuramente sulla tassa sull’elettricità, mentre è ancora incerto il destino del Heizungsgesetz, quel programma di incentivi per convincere i privati a intervenire sul proprio impianto di riscaldamento. Dovrebbe invece tornare il bonus per l’acquisto delle auto elettriche, la cui abolizione ultimamente ha provocato un crollo negli acquisti. A soffrire per questo motivo, ma anche per ragioni politiche, è stata soprattutto Tesla.
Sesamstrasse contestata
Questa settimana vi portiamo anche un brutto caso di discriminazione. La versione tedesca della Sesame Street americana, la serie per bambini con personaggi popolari come Elmo e Bert, Count Count (Graf Zahl, in tedesco) e il Cookie monster (Krümelmonster) ha registrato una puntata in cui era ospite l’influencer gay Riccardo Simonetti in chiave «self-empowerment», come ha comunicato la rete Ndr: una decisione – per ora solo annunciata – che non è piaciuta a tanti genitori. I commenti sotto al post Facebook dell’emittente hanno preso una piega così terribile che la tv ha deciso di limitare i commenti: «Qui si possono esprimere liberamente le opinioni, ma abbiamo chiuso questo spazio perché sono aumentate le prese di posizioni omofobe e offensive contro Riccardo Simonetti. Non tolleriamo commenti di questo tipo e li cancelliamo».
Simonetti, italotedesco classe 1993, è noto per il suo attivismo nella scena Lgbtq+. Fin da giovanissimo ha iniziato a lavorare nello spettacolo, ha condotto tante trasmissioni tv e radio e fondato un’associazione che vuole informare e rendere più visibili gruppi marginalizzati della società, ma è stato anche ambasciatore speciale per i diritti Lgbtq+ del parlamento europeo. Il conduttore ha commentato l’indignazione degli utenti sul suo profilo personale: «Sarebbe stato fin troppo bello sperare che la Germania aspettasse che la puntata va effettivamente in onda, prima di farne uno scandalo. I messaggi d’odio indirizzati alla Sesamstrasse hanno reso gli ultimi giorni una vera sfida in termini di salute mentale».
Conflitto esagerato?
Vi segnaliamo anche l’inchiesta dello Spiegel che passa in rassegna un periodo molto importante per la generazione sessantottina della Germania. Uno dei miti della narrazione su quegli anni infatti è lo scontro dei ragazzi liceali con i loro genitori, quasi tutti appartenenti a quella generazione che aveva vissuto in maniera attiva il regime nazionalsocialista sulla propria pelle. Uno degli episodi più significativi di quello scontro fu l’attacco diretto da parte di Beate Klarsfeld, deputata 29enne, al cancelliere Kurt Georg Kiesinger: la parlamentare gli aveva urlato «Nazi!» in parlamento e mollato uno schiaffo in faccia. Un piano a cui stava lavorando da tempo, ma che veniva deriso perfino nei circoli dell’opposizione.
La resa dei conti con la generazione silenziosa dei genitori diventò una delle motivazioni più forti del Sessantotto tedesco, o almeno questa è la narrazione più diffusa. L’analisi dello Spiegel passa in rassegna il lavoro di storici dell’epoca, che rivelerebbe come il racconto vada ben oltre il contributo alla rielaborazione del passato che i ragazzi diedero effettivamente.
In realtà, ideologi del movimento come il capopopolo (studentesco) Rudi Dutschke evitava consapevolmente l’argomento, non citandolo mai nella sua prolifica produzione. La guerra dei sei giorni del 1967 poi, secondo il politologo Wolfgang Kraushaar aveva addirittura ribaltato la posizione filoisraeliana della comunità studentesca di sinistra, trasformandola in una presa di posizione a favore dei palestinesi con frange antisioniste.
A questo si aggiungono le difficoltà oggettive di mettere in discussione le figure genitoriali, una strada che, scrivono gli storici, era molto più facile impegnare usando come strumento la letteratura che nella vita reale, dove era più facile prendere di mira dirigenti nazisti già noti.
Satira sotto attacco
Chiudiamo raccontandovi un fatto di cronaca che sembra estratto da un giornale italiano. L’ex ministro delle Finanze Christian Lindner ha querelato il magazine satirico Titanic – dalla linea molto pungente, paragonabile forse a Charlie Hebdo – che ha dedicato a suo figlio nascituro una copertina prevedendo che sarà un «low performer», un attacco al liberismo del futuro padre, sempre pronto a criticare chi non ha un impiego come incapace di vendersi sul mercato del lavoro. Per non farsi mancare niente, Titanic ci ha messo il carico, spiegando nel pezzo di copertina che Lindner avrebbe presentato una proposta urgente per la cancellazione del paragrafo 218. Una fake news che tira in ballo il dibattito di fine legislatura sulla cancellazione del reato – impunito – di interruzione della gravidanza, ancora presente nel codice penale tedesco. Nelle ultime settimane prima delle elezioni, un’ampia fetta del Bundestag si era battuta (senza successo) per abolirla.
Secondo il legale di Lindner la copertina è «disumana», ma Christian Schertz critica anche «l’immotivata è falsa supposizione sul fatto che Lindner voglia interrompere una vita che sta per nascere». In redazione l’hanno presa bene: «Le querele sono solo pubblicità piena di spine». I redattori invitano anche l’ex ministro a tornare al suo core business: «Rovinare economie nazionali, mandare fallite aziende, portare partiti sotto la soglia di sbarramento del 5 per cento».
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