- Il colpo di ieri sera pesa, anche perché i due partner di governo, socialdemocratici e Verdi, guadagnano voti: insieme, i due partiti riescono a fare a meno dei conservatori, che finora governavano il Land in una grande coalizione insieme alla Spd.
- Il timore è che il partito, che alle elezioni di poco più di un anno fa aveva portato a casa il 15 per cento di consensi riuscendo ad attrarre soprattutto il voto dei giovani, sia oggi percepito come troppo di sinistra.
- L’unica strada per i liberali è a questo punto quella di dare alla coalizione di governo un’impronta più riconoscibile, ma i temi su cui hanno combattuto durante la stesura del contratto di governo sono stati superati dallo sviluppo degli eventi oppure sono stati già chiusi dall’azione di governo.
I risultati delle elezioni regionali in Bassa Sassonia non sarebbero potuti essere più netti. La Fdp, il partito liberale del ministro delle Finanze Christian Lindner, non supera la soglia di sbarramento ed è di conseguenza fuori dal parlamento regionale di Hannover.
La memoria corre subito al 2013, quando per la prima volta nella storia della Bundesrepublik e dopo quattro anni di governo insieme alla Cdu, i liberali erano rimasti fuori dal Bundestag perdendo quasi il 10 per cento di consensi rispetto alla precedente elezione. Il riscatto arrivò proprio con Lindner, che riorganizzò il partito e nel 2017, al rientro dei liberali in parlamento e dopo il fallimento delle trattative per un’alleanza “Giamaica” con conservatori e Verdi sottolineò che preferiva «non governare che governare male».
Il colpo di ieri sera pesa, anche perché i due partner di governo, socialdemocratici e Verdi, guadagnano voti: insieme, i due partiti riescono a fare a meno dei conservatori, che finora governavano il Land in una grande coalizione insieme alla Spd.
Già in serata, il segretario di partito Bijan Djir-Sarai, si lascia andare alla sua rabbia: «Il mio partito continua ad avere grossi problemi con questa coalizione. Secondo i liberali, è sta la Fdp a pagare lo scotto della volontà di mettersi in mostra dei partner di coalizione. Secondo Djir-Sarai la Fdp deve «cancellare la possibilità che questa coalizione trasformi in realtà progetti di sinistra».
Insomma, il timore è che il partito, che alle elezioni di poco più di un anno fa aveva portato a casa il 15 per cento di consensi riuscendo ad attrarre soprattutto il voto dei giovani, sia oggi percepito come troppo di sinistra. L’unica strada per i liberali è a questo punto quella di dare alla coalizione di governo un’impronta più riconoscibile, ma i temi su cui hanno combattuto durante la stesura del contratto di governo sono stati superati dallo sviluppo degli eventi oppure sono stati già chiusi dall’azione di governo.
In effetti, i liberali hanno potuto portare a casa le loro istanze sulla politica di contenimento del Covid: in Germania non è mai stato implementato l’obbligo vaccinale promesso da Olaf Scholz, e in queste settimane il numero delle infezioni ha ripreso a crescere. La Fdp ha respinto la proposta dei Verdi di introdurre un limite di velocità sulle autostrade tedesche per tutelare l’ambiente e ha ottenuto gli sconti sul carburante sovvenzionati dal governo. Sembra ormai sicuro anche il fatto che le centrali nucleari, che avrebbero dovuto essere spente quest’anno, continueranno a produrre energia per compensare le mancanze dovute al conflitto ucraino.
Il problema dei temi
D’altra parte, però, i sondaggi pubblicati dalla stampa tedesca mostrano che anche gli elettori della Fdp hanno apprezzato il “doppelwumms” di Scholz. Il pacchetto da 200 miliardi per finanziare il tetto al prezzo del gas sfida le rigide regole tedesche sul debito con un fondo espunto dal bilancio ordinario. Un bizantinismo necessario per aggirare il freno al debito che in Germania è iscritto in Costituzione ordito proprio dal falco per eccellenza Lindner. Ma, sembra, perfino i suoi elettori con la crisi sono diventati più tolleranti sulla contrazione di nuovo debito. Una circostanza che spunta un’altra arma a disposizione del ministro delle Finanze.
Lindner dovrà anche fare i conti con il nuovo atteggiamento di Scholz, che negli ultimi mesi ha messo sempre più spesso da parte il suo atteggiamento riservato e silenzioso per difendere le sue politiche e attaccar briga col capo dell’opposizione Friedrich Merz. Difficile che in un contesto già complicato e in vista di mesi ancor più complessi voglia lasciare spazio ai partner di governo e rischiare di mostrarsi indebolito dagli screzi interni alla coalizione.
Ma in questo contesto, nonostante la vittoria in Bassa Sassonia, Spd e Verdi sono preoccupati di come reagirà la Fdp a Berlino, in cerca di nuovi campi su cui lottare. Il rischio è che possa accentuarsi ulteriormente lo scontro del partito con Robert Habeck. Il ministro verde per l’Economia e il Clima, che in questi mesi ha dovuto combattere per trovare nuove forniture di gas e con la crisi che sta investendo il paese, viene identificato dai liberali come il principale responsabile della situazione economica e dell’inflazione.
Considerato che però in molti casi, non ultimo il carobollette, i liberali non hanno idee forti per sfidare il governo, come sottolinea la Zeit, è improbabile che la Fdp lasci il governo. Il fatto che anche l’opposizione della Cdu non stia pagando a livello elettorale ha invece portato all’aumento dei consensi per AfD, che alle Regionali ha raddoppiato i propri voti e propone soluzioni populiste e semplici. Prima proposta: ricominciare a comprare il gas russo.
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