Questa settimana sono iniziati i controlli frontalieri anche all’ovest, ma già sorgono dubbi a proposito della scelta del cancelliere che mira a togliere terreno all’estrema destra
La settimana è gravida di notizie. Sono iniziate i controlli frontalieri ordinati dal governo tedesco per dare una risposta operativa all'attentato di Solingen e togliere benzina alle rivendicazioni dell'estrema destra. Intanto la Cdu/Csu ha il suo candidato cancelliere e si avvia compatta verso una vittoria quasi scontata nel 2025. Resta da vedere chi possa essere il partner di coalizione.
Domenica invece si vota in Brandeburgo, dove AfD negli ultimi sondaggi è primo partito al 29 per cento, tre punti sopra alla Spd, che pure ha sempre governato il Land. Abbiamo raccontato la realtà della zona di Potsdam qui.
Sarà Merz
Iniziamo dalla notizia più recente: sarà Friedrich Merz a guidare la Cdu verso una vittoria che appare ormai a portata di mano. La certezza è arrivata in mattinata con una conferenza stampa congiunta di Hendrik Wüst, governatore della Renania settentrionale-Westfalia e quello della Baviera Markus Söder, gli altri due volti in vista dei conservatori. Abbiamo approfondito la questione qui.
L’inizio dell’effetto domino
Sono i primi giorni dei nuovi controlli a campione delle frontiere tedesche, perfino con il partner d'elezione Parigi. Si tratta ovviamente di una mossa autorizzata dall'Unione europea visto che riguarda uno spazio tecnicamente libero da controlli interni come quello di Schengen.
I controlli sono la prima risposta pragmatica all'attentato di Solingen e alle richieste dell'estrema destra, che continua a spingere per aumentare la sicurezza interna. Il governo è in difficoltà e dopo un giro di consultazione con la Cdu (poi abortito per volere dei cristianodemocratici) ha promesso di facilitare i respingimenti e controllare meglio gli ingressi irregolari di migranti. Per il momento la misura dovrebbe durare sei mesi, ma potrà essere rinnovata: nelle prime ore, però, ha sollevato più dubbi che altro.
Per approfondire vi raccomandiamo l'intervista del Deutschlandfunk al sindaco della Cdu di Saarbrücken, capoluogo del Saarland, vicinissimo alle frontiere con Francia e Lussemburgo: dal suo punto di vista i controlli si limitano ad avere un'azione simbolica e non avranno effetti tangibili sulla prevenzione dell'immigrazione illegale. Tanto più che si tratta di un'operazione che non sarà svolta in collaborazione con le autorità francesi o lussemburghesi. In una zona in cui la vita da transfrontalieri è la normalità, le nuove regole hanno provocato un certo risentimento.
Scontento rosso
Il cancelliere intanto è in viaggio in Asia centrale, dove sta cercando di farsi un'idea della posizione delle ex repubbliche sovietiche sulla guerra tra Russia e Ucraina. Scholz ha anche firmato accordi per i rimpatri più facili (anche in Afghanistan, in modo da non dover trattare direttamente con i talebani) e sta cercando di ottenere una maggiore disponibilità per quanto riguarda la condivisione delle risorse energetiche dei paesi in quella zona del mondo.
Mentre in Germania l'ala sinistra di Spd e Verdi rimangono sgomenti di fronte alla sua politica securitaria e alle restrizioni sui confini imposte in barba a qualsiasi accordo europeo, Scholz non si sente apprezzato a dovere e vorrebbe spostare l'attenzione sulle conquiste che ha potuto mettere in valigia al ritorno dal viaggio in Asia: per esempio, per quanto riguarda l'immigrazione degli uzbeki altamente formati in Germania, merce rara per il mercato del lavoro tedesco, sempre affamato di nuovi lavoratori.
Anche per quanto riguarda le trattative sulle forniture energetiche con il Kazakistan - ultimo tassello di una strategia riorientata nel giro di pochi mesi da una dipendenza totale nei confronti della Russia a un quadro più diversificato, un altro suo successo agli occhi del cancelliere - non sembrano poter competere con i titoli sulle difficoltà politiche della sua coalizione di governo, scrive lo Spiegel.
Ritorno da boxeur
Chiudiamo con una notizia di spettacolo: è tornato sulla tv privata Rtl Stefan Raab, noto conduttore di intrattenimento e in parte anche trash tv degli anni Novanta-Duemila. Ha condotto format famosi come la gara canora che decide chi mandare all'Eurovision Song Contest per la Germania. Verso la fine della sua carriera, l'entertainer è passato a condurre anche talk show politici, compreso (insieme ad altri giornalisti) il duello tv tra Angela Merkel e Peer Steinbrück nel 2013.
Due anni più tardi, nel 2015, aveva annunciato la fine della sua carriera televisiva, tra chi celebrava l'addio di un conduttore comunque associato a prodotti molto nazionalpopolari e chi già rimpiangeva una simpatia che aveva determinato la sua parabola ascendente in un palinsesto in cui i volti noti erano generalmente identificabili con i giornalisti politici conduttori dei tg o dei talk show.
Il suo ritorno è stato unico nel suo genere: dopo una lunga introduzione con una serie di clip dei suoi successi del passato, Raab è salito sul ring contro l'ex boxeuse professionista Regina Halmich: l'esito non era chiaramente la parte più importante della trasmissione - il conduttore ha perso - ma Raab ha riscoperto il suo temperamento da messia della tv e non ha più intenzione di rinunciarvi. Il suo ego esagerato andrà però in onda a pagamento su Rtl+, la versione pay dell'emittente privata, un elemento che ha scontentato molti appassionati, che non è detto siano disposti ad abbonarsi per vedere una comicità lontana dagli standard attuali: certo, dopo un debutto estremamente povero di idee innovative, come scrive lo Spiegel, è difficile avere aspettative alte per il quiz show che Raab condurrà in futuro.
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