L'onda nera sembra a un passo dall'infrangersi definitivamente sull'Europa. Con il Rassemblement national a un passo dal potere in Francia, a Berlino la preoccupazione si fa tangibile, non fosse altro per il futuro del motore francotedesco, da sempre al centro dell'Europa. Parliamo anche della convention di AfD, di come sta andando la legalizzazione della cannabis e delle fake news che circolano nei giri di estrema destra sugli europei.

Francia pericolosa

«Non si può restare indifferenti quando se nel nostro alleato più stretto e miglior amico un partito che vede nell'Europa il problema e non la soluzione risulta largamente in testa» ha detto la ministra degli Esteri Annalena Baerbock.

Finora è il principale commento del governo - che pure dice di non volersi immischiare nelle democrazie altrui - sul primo turno delle elezioni legislative in Francia che hanno segnato il successo di Marine Le Pen. Ovviamente è presto per prevedere l'esito del ballottaggio, ma se si dovesse imporre il Rassemblement national sul fronte repubblicano per Berlino si aprirebbero scenari horror. Perfino dall'opposizione arrivano commenti preoccupati: «La nostra convinzione resta che alla base della riappacificazione tra Germania e Francia c'è la consapevolezza comune di essere più forti insieme che separati», ha detto allo Spiegel Andreas Jung della Cdu. Non è un segreto che l'intesa tra Olaf Scholz ed Emmanuel Macron non sia mai decollata e che da mesi l'amicizia francotedesca proceda in salita.

Sono tanti i punti in cui le visioni del mondo di Berlino e Parigi divergono, dal rapporto con la Cina al ruolo dell'Europa nel conflitto ucraino, fino alla difesa comune e ai rapporti con gli Stati Uniti. Ma la soluzione, agli occhi di Macron e Scholz, resta l'Europa. Se in Francia si finisse in una cohabitation, il futuro del motore continentale potrebbe essere compromesso in maniera definitiva. Scholz stesso è sotto pressione in patria, dove è indietro nei sondaggi ed è assediato anche da AfD: difficilmente avrebbe insomma lo standing - caratteriale e in termine di sostegno politico - per sostenere un Macron indebolito dalla logorante convivenza con un premier di estrema destra.

L’AfD che verrà

Domenica si è concluso il congresso di AfD a Essen. Il partito, in piena fase ascendente, non ha preso decisioni rivoluzionarie, anzi: la struttura dovrebbe rimanere simile, visto che non è prevista l'introduzione di un segretario generale come si era valutato di fare in un primo momento e, soprattutto, i due segretari sono stati rieletti con percentuali bulgare. La capa del partito, Alice Weidel, ha espresso il desiderio di una maggiore presenza femminile, da raggiungere però senza introdurre quote rosa.

Il partito, che ha annunciato l'addio definitivo a Identità e democrazia (che dopo le parole di Maximilian Krah sulle Waffen SS non aveva voluto avere più a che fare con AfD) si è definito in diverse risoluzioni "partito di pace", per esempio attraverso una formulazione che condanna l'attacco russo all'Ucraina, ma segnalando come le posizioni dei paesi occidentali abbiano agevolato la manovra di Mosca. AfD ha anche rinunciato a stringere le maglie del regolamento che norma le trasferte estere dei parlamentari dopo che il partito è stato accusato di legami non trasparenti con Pechino e Mosca.

La Zeit segnala anche come perfino le forti proteste fuori dalla struttura che ospitava il congresso non hanno potuto compromettere il buonumore che ha caratterizzato la manifestazione: i sondaggi continuano a essere ottimi e il partito deve ormai soltanto confermare la sua salda stabilità tra i lavoratori. Inoltre, AfD è ormai indirettamente al governo, scrive il settimanale: riesce a dettare l'agenda. Ma, nonostante tutto, deve ancora sconfiggere i suoi demoni. Forse l'unico ostacolo sulla sua strada.

Nel frattempo, ad AfD restano due grosse grane: in Baviera il partito continuerà a essere sorvegliato dai servizi segreti interni e, soprattutto, Björn Höcke, capo di AfD in Turingia, è stato condannato per aver utilizzato uno slogan nazista da un tribunale di Halle. Höcke dovrà pagare quasi 17mila euro per aver detto "Alles für Deutschland", tutto per la Germania. E non è nemmeno la prima volta che l'ex professore di storia (!) viene giudicato colpevole per una mossa simile.

Legalizzazione, parte seconda

Da luglio la Cannabis, legalizzata da inizio aprile, potrà essere consumata oltre che a casa anche nei cosiddetti club. Dovrebbero soddisfare la domanda crescente riunendo insieme diversi coltivatori. Certo, c'è da aspettare che le piante maturino: prima di consumare i primi risultati delle coltivazioni legali passeranno ancora diverse settimane.

I club potranno avere fino a 500 membri, agiranno sotto forma di cooperative o associazioni e chi vorrà aderire dovrà essere residente in Germania da almeno sei mesi, mentre l'adesione deve durare almeno tre mesi, in modo da evitare il turismo interessato.

Ci sono diversi vincoli su collocazione, pubblicità e stabili occupati dei club, per la cui apertura è necessario un permesso particolare. I dettagli burocratici non sono ancora totalmente chiari e la natura federale dello stato tedesco non facilita le cose, ma a regime per i membri saranno disponibili 25 grammi al giorno e 50 grammi al mese. Una prospettiva che - almeno nei piani della politica - dovrebbe sottrarre definitivamente il business della Cannabis alla criminalità organizzata.

Battaglia di maglia

Gli europei sono fin da prima del loro inizio al centro dei pensieri dell'estrema destra. La Mannschaft che scende in campo quest'anno sarebbe "troppo poco tedesca" e costruita artificialmente intorno a pride, politicamente corretto tanto da meritare addirittura un boicottaggio. Antonio Rüdiger è il giocatore più contestato: in circoli di estrema destra deve spesso fare i conti con accuse di islamismo e addirittura di vicinanza all'Isis.

Ma adesso che il torneo è in corso ambienti vicini ad AfD e altre realtà estremiste fanno circolare vere e proprie fake news. Come il fatto che ci sia una stanza destinata soltanto alla preghiera musulmana nei pressi della fan-Meile, la zona per i supporter vicino alla porta di Brandeburgo. In realtà, è una stanza aperta a tutte le confessioni, dotata di tappeto perché per necessario per i fedeli musulmani, che non riuscirebbero a far superare i controlli di sicurezza al proprio.

Oppure che non ci siano zone in cui allattare i neonati: anche in questo caso c'è una stanza pensata proprio per chi ha bisogno di riposo, neomamme, persone anziane o chiunque voglia cercare riparo dal caldo. O ancora, c'è chi insinua che siano vietate le bandiere tedesche: circolano anche foto di fan senza bandiera, che però non ne dispongono solo perché in quel momento la partita è in corso ed effettivamente nella zona supporter sono vietate le aste, che potrebbero essere impiegate come arma.

Le bandiere quindi sono tutt'altro che vietate, come sono permesse anche fuori dalla fan-Meile, diversamente da come predicano gli estremisti. Secondo la destra, sarebbe vietato esporre il tricolore nero rosso oro: tutto falso, è vietato soltanto utilizzare la bandiera delle forze armate, che raffigura anche lo stemma con l'aquila. Ma ogni pretesto è buono per alimentare le paure di chi non sente tutelata la sua identità tedesca.

© Riproduzione riservata