Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Si tratta del quarto taglio consecutivo. Come riportato dal comunicato diffuso al termine dal Consiglio direttivo, i tassi sui depositi presso la banca centrale calano al 3%, minimo dal marzo del 2023, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali calano al 3,15%, minimo dal febbraio 2023 e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginali calano al 3,40%.

Riviste al ribasso le stime di crescita

La Banca centrale europea ha anche rivisto ancora al ribasso le stime di crescita, con una nuova sforbiciata rispetto alle previsioni di settembre. Secondo le stime, la crescita si fermerà allo 0,7% nel 2024, (da 0,8% di settembre), a 1,1% nel 2025 (da 1,3%) e dell'1,4% nel 2026 (da 1,5%). La stima sul 2027 è di 1,3%. «I nostri esperti si attendono ora una ripresa economica più lenta di quanto indicato nelle proiezioni di settembre», si legge nella nota della Bce.

Inflazione scende ma resta elevata

«Il processo disinflazionistico è ben avviato. Secondo i nostri esperti l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027, anno dell’entrata in vigore del sistema ampliato di scambio di quote di emissione dell’Ue. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,9% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e 2027», prosegue la Bce.

«Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna ha registrato una flessione ma resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo», evidenzia la Bce nel suo comunicato.

«Pur allentandosi a seguito delle recenti riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo, che rendono i nuovi prestiti a imprese e famiglie gradualmente meno onerosi, le condizioni di finanziamento restano stringenti, in quanto la politica monetaria permane restrittiva e i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo alle consistenze dei crediti in essere», sottolinea ancora la Bce.

«Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l'inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Per definire l'orientamento di politica monetaria adeguato, seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi».

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