«Abbiamo il dovere di restituire dignità, orgoglio, autorevolezza e valore a chi lavora per la nostra amministrazione», dice il ministro che dieci anni fa parlava di tornelli e fannulloni. E annuncia assunzioni.
Il programma è definito attorno a quattro snodi: accesso, pubblica amministrazione, capitale umano, digitalizzazione.
Parte con il riconoscimento del valore dei lavoratori pubblici il mandato di Renato Brunetta, ministro della pubblica amministrazione, con toni lontanissimi dai tempi dello scontro a tratti molto duro con i sindacati di dieci anni fa: riconciliazione sembra essere la parola d’ordine di Brunetta, una riconciliazione che però va di pari passo con l’efficienza nelle premesse del ministro.
«Dobbiamo non solo gratitudine a chi opera quotidianamente per servire la popolazione, salvando vite, assicurando servizi essenziali, sostenendo i nostri ragazzi nelle scuole e nelle università. Dobbiamo loro molto di più: abbiamo il dovere di restituire dignità, orgoglio, autorevolezza e valore a chi lavora per la nostra amministrazione. Un’operazione di restituzione quanto mai preziosa, perché la riconciliazione con il mondo dello stato favorisce un altro obiettivo ormai irrinunciabile: garantire a cittadini e imprese servizi adeguati a soddisfare le loro esigenze di vita e di attività».
Pa è il nucleo fondante dello stato
Quello che propone Brunetta è uno schema win – win – win per cittadini, lavoratori e privati che lavorano con lo stato. Non semplice come equazione.
«Pa vuol dire medici, infermieri, forze dell’ordine, dipendenti delle amministrazioni periferiche, vuol dire chi regola il traffico, chi regola il traffico, chi assicura sicurezza, Pa è il volto della repubblica che si presenta nella vita di tutti i giorni», ha detto Brunetta.
Brunetta annuncia assunzioni: «creare strutturalmente capacità amministrativa attraverso percorsi di selezione delle migliori competenze e qualificazione delle persone, di eliminare i colli di bottiglia che potrebbero rallentare l’attuazione degli investimenti previsti dal Pnrr».
«È facile pensare che uno stato è tanto più serio quanto la sua pubblica amministrazione è seria».
Brunetta ha detto che la pubblica amministrazione ha a che fare anche con tasse e evasione: «Se la Pa non dà servizi mi sento autorizzato a un alleggerimento fiscale».
«Quelli che possono bypassare i servizi dello stato, la Pa è per tutti e soprattutto per i più deboli», dice Brunetta. «Non sarebbe giusto altrimenti, perché pagherebbe due volte, Pa è anche giustizia sociale».
«Se non ci fossero stati sanitari, questo paese si sarebbe disgregato», ha detto Brunetta. «L’Unione europea ci ha detto che ci dà i soldi se cambiamo e non solo in cinque e sei anni, ma strutturali», ha aggiunto.
Cambiare in due tre mesi
«Tutti dicono hai in mano la chiave del Recovery, io dico è vero che ho in mano la nuova regolazione della pubblica amministrazione: cosa vuol dire?», ha detto il ministro.
Il programma è definito attorno a quattro snodi: accesso, pubblica amministrazione, capitale umano, digitalizzazione.
«Il sistema di accesso alla Pa deve cambiare radicalmente altrimenti il sistema non è bloccato ma è morto», ha detto il ministro. «Deve cambiare in due - tre mesi, se no i soldi del Recovery non arrivano».
«Il mio sogno era che un sindaco avesse il computer e avesse sul tavolo gli emoticon del grado di soddisfazione dei cittadini, altrimenti deve sapere.
Il mezzo mea culpa
«Capitale umano significa investire. Non lo abbiamo fatto. Mea culpa. Eravamo più impegnati a tagliare la formazione, i contratti di secondo livello. Tutte cose necessarie, ma che ora non ci possiamo più permettere», ha detto Brunetta. Il ministro ha definito il recovery il grimaldello per fare le riforme che non sono mai state fatte.
Tra questo c’è l’investimento in pubblica amministrazione: «I due processi, i due investimenti, capitale umano e digitalizzazione devono andare di passo».
Come Ciampi un nuovo patto sociale
«Questo momento assomiglia molto al 1992, c’è un cambio di fase, allora siamo entrati in un processo che con le sue ombre ma soprattutto con le sue luci», ha detto Brunetta. «Allora il presidente Draghi firmerà per quanto riguarderà il capitale umano pubblico un accordo di coesione sociale sull’innovazione. Una sorta di quadro di riferimento, all’interno di una scelta condivisa nel mondo, di cui tra l’altro lo stato e a breve saranno convocati i sindacati per avviare la tornata di rinnovi contrattuali».
«Essere comunità è anche garantire la continuità delle istituzioni», ha dichiarato il ministro riconoscendo il lavoro fatto dal governo precedente. «Questa è civiltà istituzionale».
Il ministro ha detto che accompagnerà il Pnrr a un testo normativo che articolo per articolo introdurrà le novità normative.
© Riproduzione riservata